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RESISTENZA, ADDIO
A PARTIGIANO TEMPESTA

RESISTENZA, ADDIO <BR> A PARTIGIANO TEMPESTA

A 99 anni ci lascia il partigiano “Tempesta”, Franco Guazzaloca, morto l’altra notte nella sua casa di Castelfranco Emilia, dove viveva da qualche anno. Comunista e sindacalista, quattro anni fa aveva raccontato il suo ‘viaggio’ nel Secolo Breve nell’autobiografia “Il mio nome era Tempesta. Vita del partigiano e combattente Franco Guazzaloca” (editore Persiani) scritta con Federico Cinti. Un libro in cui  ripercorre le vicende dell'infanzia e della giovinezza a Zola Predosa, dove è nato ed è vissuto i primi sessant'anni, la scelta di prendere parte attiva alla Resistenza nel battaglione Zini della 63a brigata Bolero Garibaldi, la sua attività politico-sindacale negli anni del secondo dopoguerra e il ritiro a vita privata tra Castelfranco Emilia e La Ca' di Vidiciatico. ”Ho conosciuto Franco quando aveva già più di ottant’anni. Un bel traguardo, potremmo dire; ma poca cosa, se penso che è arrivato alla soglia dei cento con una lucidità che gli ha consentito di riavvolgere il nastro della sua lunga esistenza e di narrarla – commenta il professor Cinti, interpellato dal Resto del Carlino – Egli non solo ha vissuto da protagonista l’ultimo secolo: ma ha avuto la lungimiranza non comune di raccontarsi, mettersi in discussione. Il Novecento visto coi suoi occhi, parziali finché si vuole, di chi ha partecipato alla Resistenza dal 20 maggio 1944 al 21 aprile 1945, ha un gusto diverso: sa di realtà, sa di vita vera". Infaticabile nonostante l’età avanzata, come evidenzia lo stesso quotidiano bolognese nella sua edizione online, l’impegno divulgativo presso scuole e biblioteche, dalla nativa Zola a luoghi simbolo della Resistenza come Marzabotto.  “Un vero combattente per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale - lo definisce Cinti -  Ha compreso che non basta vivere, ma bisogna testimoniare il senso della vita alle nuove generazioni". (Roc) 

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