Da New York a Londra, passando per Melbourne e Parigi: Jannik Sinner continua a scrivere la storia del tennis. Con l’approdo in finale a Wimbledon 2025, il numero uno al mondo è diventato il sesto uomo nell’Era Open a raggiungere quattro finali consecutive nei tornei del Grande Slam, un traguardo che lo proietta nell’élite del tennis mondiale. Un club ristrettissimo, che vede in vetta Roger Federer, autore di ben dieci finali Slam di fila tra Wimbledon 2005 e US Open 2007, e detentore anche della seconda striscia più lunga con otto finali consecutive (Roland Garros 2008 – Australian Open 2010). Subito dietro c’è Novak Djokovic, che ne ha centrate sei tra il 2015 e il 2016. Con quattro finali, insieme a Sinner, ci sono leggende del calibro di Rod Laver, Andre Agassi e lo stesso Djokovic. Rafael Nadal si è fermato a cinque. Ma i numeri di Sinner non si fermano qui. Il tennista altoatesino è anche l’undicesimo giocatore nell’Era Open a raggiungere la finale in tutti e quattro i tornei dello Slam, e solo il terzo a completare il “poker” proprio sull’erba di Wimbledon, dopo Ivan Lendl e Jim Courier. In questa lista esclusiva figurano anche Rod Laver, Ken Rosewall, Stefan Edberg, Andre Agassi e naturalmente i Fab Four: Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Un traguardo raggiunto in tempi record
Sinner è anche entrato nella top 3 di un’altra speciale classifica: quella dei giocatori che hanno impiegato meno Slam per raggiungere la finale in tutti i Major. Per lui si tratta della 23ª partecipazione in carriera: meglio di lui solo Jim Courier (19 Slam) e Andre Agassi (22). Da quando ha raggiunto la sua prima finale Slam agli Australian Open 2024, Sinner ha giocato sei tornei del Grande Slam e ha centrato la finale in ognuno di essi. Con la finale di Wimbledon 2025, Sinner diventa anche l’italiano con il maggior numero di finali Slam all’attivo, cinque, superando Nicola Pietrangeli, fermo a quattro. È inoltre il terzo azzurro nella storia a giocare la finale sull’erba di Church Road, dopo Matteo Berrettini (2021) e Jasmine Paolini (2024).
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