“Vista la rilevanza da lei attribuita al video di Zingaretti in merito al fatto che ho deciso di accompagnare mia moglie e mio figlio sino al check-in per la consegna dei bagagli, prima di recarmi al Ministero, sono costretto a rivelarle che, in data 27 ottobre 2023, è giunta al Mimit una lettera minatoria con due proiettili in cui si faceva esplicito riferimento alla possibilità di colpire mia moglie, se non avessi cambiato atteggiamento in riferimento alle mie attività istituzionali sulle procedure di golden power che, come noto, sono coperte da riservatezza”. Risponde così alle polemiche di queste ore il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in una lettera indirizzata al direttore di Repubblica, Mario Orfeo. Il tutto nasce dalla denuncia sui social dell’attore Luca Zingaretti, sul fatto che la “moglie di un politico” aveva saltato la fila al check in a Fiumicino, con l’aiuto della scorta. “Nello specifico – spiega Urso - la lettera minatoria faceva riferimento a decisioni precedentemente assunte, sostenendo di conoscere luoghi di residenza e abitualmente frequentati, nonché altri inquietanti elementi che mi hanno imposto di non rendere pubblica la denuncia, che subito feci al Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma per consentire all’autorità giudiziaria di compiere i dovuti accertamenti. Anche per questo io e mia moglie abbiamo deciso di mantenere una particolare discrezione e cautela. Mi auguro che lei comprenda”. Nella lettera, il ministro torna sull’intervista uscita questa mattina sull’edizione cartacea del quotidiano: “Caro Direttore, non è corretto affermare che non abbia risposto alla domanda se ritenevo giusto scavalcare la fila, perché la risposta era già contenuta nell’affermazione precedente in cui evidenziavo che ‘è compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza’, la quale deve decidere in totale autonomia”. (Roc)
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