“Oggi sono mille giorni che il mio governo è in carica, credo sia il tempo sufficiente per valutare quello che è stato fatto. Il dato che mi rende più orgogliosa è che in media ogni giorno sono stati creati 1000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, per un totale di un milione di posti. C’è ancora molto da fare ma c’è il segno di una inversione di tendenza”. Giorgia Meloni, nel suo intervento al Congresso Confederale della Cisl, rivendica i risultati ottenuti sul fronte occupazionale, e rilancia sul tema della partecipazione dei lavoratori: “È stato proprio il coraggio – citato nel titolo del congresso, ndr - che ci ha permesso di consegnare dopo 77 anni una legge sulla partecipazione dei lavoratori, la declinazione completa di una visione autenticamente sussidiaria del lavoro, la piena espressione della capacità di gestione: è il primo mattone di una dinamica culturale”. Meloni ha sottolineato il valore del dialogo con i sindacati e i corpi intermedi, difendendo la linea del governo contro le critiche: “Sono qui perché volevo sottolineare ancora una volta la centralità del dialogo con le parti sociali, con i corpi intermedi, con chi difende le istanze dei lavoratori mantenendo però come bussola il bene sociale. Qualcuno ci accusa di ignorare o addirittura di calpestare i bisogni dei cittadini: la realtà dice qualcosa di molto diverso, che è stato questo governo a riaprire le porte della Sala Verde di Palazzo Chigi che qualcuno prima di noi aveva scelto di tenere chiuse. Abbiamo dialogato senza pregiudizi con chi non aveva pregiudizi”.
Un’apertura anche alla proposta lanciata dalla stessa Cisl per un patto sociale: “Il Governo accoglie la sfida di un patto sociale proposta dalla Cisl, siamo pronti a fare la nostra parte in questo cammino perché le nostre priorità sono chiare: sostenere il lavoro, incentivare chi crea occupazione, far crescere i salari, creare un ambiente favorevole agli investimenti nazionali e internazionali: i quadri macroeconomici ci segnalano dati incoraggianti”. Meloni ha toccato poi uno dei temi più sensibili nel dibattito economico: la produttività. “Da troppi anni in Italia la produttività è stagnante e questo rappresenta un ostacolo per la competitività delle nostre imprese sui mercati e per la crescita economica dell'Italia, ma anche per l'aumento dei salari perché la produttività è il vero motore di ogni sistema economico in grado di innescare una crescita sostenuta e duratura. Non possiamo rassegnarci a essere condannati alla bassa produttività, dobbiamo investire ed è il momento di farlo sfruttando al meglio le risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, cogliendo le opportunità che arrivano dalle grandi trasformazioni, sostenendo gli investimenti ad alto contenuto tecnologico”. Sul fronte retributivo, Meloni ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di sostenere i benefit e puntare sulla contrattazione di secondo livello, inserendo il tema in una strategia più ampia che coinvolga anche il sistema educativo. Infine, un accenno alla politica commerciale internazionale: “In questi giorni il governo è al lavoro per scongiurare una guerra commerciale con gli Stati Uniti che dal mio punto di vista non avrebbe alcun senso e che impatterebbe sulla vita dei lavoratori”.
(Sis)
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