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GAZA, ASCARI (M5S): GOVERNO COMPLICE SE NON FERMA MEMORANDUM, PROPONIAMO ALBANESE AL NOBEL

Roma, 17 lug – “Lo Stato terrorista genocida Israele non risparmia nessuno. Ha bombardato l’unica chiesa cattolica presente a Gaza. Tra i feriti c’è anche Don Romanelli, che accoglieva bambini colpiti dai bombardamenti israeliani. Eppure, oggi la Camera ha rigettato la nostra richiesta di sospendere il memorandum tra Italia e Israele. Questo vuol dire continuare a finanziare il genocidio, continuare a finanziare le armi, il business della morte”. Lo ha dichiarato Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle, denunciando il respingimento da parte della maggioranza delle mozioni presentate dall’opposizione (M5S insieme a Pd e AVS) per chiedere lo stop alla cooperazione con Israele. “Succede un paradosso – ha proseguito Ascari –: chi condanna il genocidio, l’occupazione illegale e criminale di Israele sui territori palestinesi e le restrizioni arbitrarie alla libertà imposte ogni giorno dall’esercito israeliano, viene ignorato o ostacolato. Mentre chi stringe le mani sporche di sangue del criminale di guerra e contro l’umanità Netanyahu viene accolto a braccia aperte anche in Italia”. Il primo caso, sottolinea Ascari, è quello “della relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, da sempre impegnata contro l’apartheid, che ha anche pubblicato un rapporto sulle aziende occidentali che lucrano sul genocidio. Ebbene, lei viene sanzionata dagli Stati Uniti e minacciata dallo Stato terrorista israeliano”. Ascari ha poi annunciato un’iniziativa parlamentare: “Come intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele che coordino, abbiamo presentato una lettera unitaria per chiedere al comitato norvegese la candidatura di Francesca Albanese al premio Nobel per la pace. È una costruttrice di pace, dobbiamo starle vicino e noi siamo al suo fianco”. Infine, la deputata ha criticato duramente quello che ha definito un “cortocircuito ipocrita” tra l’approvazione in Aula della giornata in memoria dei giornalisti uccisi e la realtà sul campo a Gaza: “Si chiama ipocrisia. Utilizziamo le parole corrette. I giornalisti ammazzati sono più di 200 e Israele teme soprattutto la verità. Per questo non vuole che entri la stampa internazionale a Gaza, e chi c’è viene minacciato o ucciso. Penso, per esempio, al giornalista Wael Al-Dahdouh, al quale è stata sterminata quasi tutta la famiglia, incluso il figlio, anche lui giornalista”. “Se si vuole contrastare seriamente il genocidio – ha concluso – si sospende il memorandum, si agisce nelle sedi internazionali per fermare l’invio di armi, si rimettono sanzioni allo Stato terrorista, si ritirano gli ambasciatori, si interrompono i rapporti economici e commerciali con il criminale Netanyahu e si riconosce lo Stato di Palestina. Tutto il resto è mera ipocrisia e propaganda”.

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