Non provate a dargli dell'agente letterario. Francesca Magni, cofondatrice della neonata agenzia letteraria West Egg, preferisce di gran lunga essere chiamata editor. "La figura dell'editor inizia sempre di più ad essere nota, prima quando ne parlavi solo gli addetti ai lavori sapevano bene di che cosa si trattava - spiega - Noi non guardiamo solo al potenziale commerciale di un libro. La nostra attenzione si rivolge principalmente al testo. Noi cerchiamo belle storie da perfezionare". Francesca Magni ha lavorato per quattro anni come scout per la letteratura italiana, ed esperta di comunicazione, per la casa editrice Fazi. Da settembre, lasciato il suo posto in casa editrice, ha deciso di aprire con il collega Christian Soddu (ex Fazi anche lui), "un tavolo di lavoro al quale siedono professionisti provenienti dal mondo dell’editoria: addetti al marketing, esperti di comunicazione on-line e off-line, grafici e, soprattutto, editor". Una agenzia dunque che non offre solo servizi di rappresentanza e che non è spaventata nemmeno dal self-publishing, che consente agli autori di arrivare direttamente ai lettori saltando a piè pari il passaggio per una casa editrice e dunque anche per un agente. "Il self-publishing potrebbe essere anche una trappola per l'autore. A fronte di pochi grandi successi ci sono tanti altri libri che non sono arrivati. Non basta pubblicare un libro, occorre anche un certo livello di qualità - spiega la cofondatrice di West Egg -. Proprio per questo abbiamo pensato ad un corso che non insegni solo come si scrive un libro, ma anche come lo si presenta attraverso dei buoni apparati paratestuali, come la sinossi o la biografia". Ma allora quali sono le prime cose che un editor guarda in un testo? "A un certo punto è chiaro che subentra il gusto personale ma la lingua rimane un aspetto fondamentale, una lingua che sia un italiano corretto ma anche particolare - continua a spiegare Francesca Magni -. E poi la storia deve essere coinvolgente. Un editor difficilmente continuerà a leggere se una storia non lo coinvolge sin dalle prime pagine. Un buon incipit rimane perciò un aspetto fondamentale". E non ci sono mai stati in West Egg (il nome, tra l'altro, è una citazione dal Grande Gatsby) dei contrasti su un testo sul quale c'era disaccordo? "In realtà no, perché io e Christian lavoriamo insieme da molto tempo e anche se abbiamo fiuti diversi - spiega la Magni -, ci fidiamo cecamente l'uno dell'altro". Niente paura quindi e nonostante la crisi, o forse proprio a causa della crisi, si punta sulla buona letteratura: "Attualmente stiamo lavorando alacremente ad un thriller molto forte. Stiamo seguendo l'autore, che nel cassetto ha già tre romanzi". Occhio agli scaffali. (Naf – 10 feb)
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