Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Dietro il sipario
dell’Alzheimer

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Dietro il sipario <br> dell’Alzheimer

Dove va l’anima quando la mente si perde? Cosa resta dell’identità, della relazione, del sentire profondo, quando la memoria si sgretola e il linguaggio si ritira? Sono alcune delle domande da cui prende le mosse “Dietro il sipario dell’Alzheimer”, il libro a cura di Francesca Ragni presentato alla Camera dei Deputati. Il volume, con la prefazione della geriatra Luisa Bartorelli e la postfazione di Monsignor Vincenzo Paglia, si muove tra scienza, etica, spiritualità e arte, offrendo un approccio olistico e profondamente umano alla malattia. Un libro che – come sottolinea la curatrice – “non offre risposte assolute, ma apre spazi di riflessione sul senso dell’essere, anche e soprattutto nella fragilità estrema che la malattia di Alzheimer rende visibile”. Secondo la vicepresidente della Camera Anna Ascani, ospite della presentazione, "è un volume che mette al centro dell’attenzione una tematica che tocca tantissime famiglie e persone nel nostro Paese, e lo fa nel modo giusto: con un approccio olistico, non concentrandosi solo sulla malattia, ma sulla persona, sulla sua dignità”. “La malattia non cancella la persona – ha ribadito Ascani –. L’esserci delle persone con Alzheimer è qualcosa che ci riguarda e che deve riguardare la nostra società nel complesso. Spesso si preferisce parlare della malattia, di ciò che toglie. Ma questo libro ci ricorda che, anche quando le facoltà cognitive si affievoliscono, la persona non smarrisce del tutto la propria identità”. Secondo la vicepresidente della Camera, si tratta di “un lavoro importante perché ci spinge ad affrontare una tematica difficile con l’approccio giusto, quello che tiene al centro le persone, che non diventano mai le patologie che le colpiscono. E farlo in un luogo come questo, dove si fa politica e a volte si tende a dimenticare l’individuo, ci riporta al senso del nostro lavoro: valorizzare i talenti di ognuno, tutelare la sensibilità di ognuno e non dimenticare mai la dignità di ognuno, anche quando una malattia come questa colpisce duramente”. Il libro “Dietro il sipario dell’Alzheimer” si configura così come uno strumento culturale e umano per restituire voce e presenza a chi, spesso, viene ridotto al silenzio e all’assenza.



“VITA INTERACTIVA” DI PIETRO MONTANI 

Dei fondamenti dell’essere interattivo e delle sue tante varianti,  “Vita interactiva. Da homo sapiens all'universo digitale” di Pietro Montani (Einaudi) propone una ricognizione scandita in quattro movimenti. Il primo ne esamina le strategie di base: dagli espedienti che la vita biologica sa escogitare per conservarsi, evolvere e differenziarsi fino alle metamorfosi con cui l’interattività modella le dinamiche culturali tipiche degli esseri umani. Il secondo analizza la principale tra le tecnologie simboliche della nostra specie, il linguaggio verbale, e la sua capacità di generare prassi interattive che non sarebbero potute sorgere in sua assenza. Il terzo offre un’ampia rassegna della vocazione intimamente interattiva delle arti. Il quarto movimento, infine, prova a fare il punto sugli originali processi interattivi implementati dal digitale, aprendo un confronto spregiudicato tra le sue potenzialità liberatorie e le sue minacce regressive. Il quadro che ne deriva offre una motivazione coerente al fatto che il nostro tempo sembra piú di altri destinato a rimodulare quella vita activa, che per Hannah Arendt qualificava, in generale, la «condizione umana», come vita interactiva. 

L’AUTORE. Pietro Montani è professore onorario alla «Sapienza» Università di Roma, dove ha insegnato Estetica per molti anni. La sua riflessione verte sui rapporti tra tecnologie, sensibilità e immaginazione. Tra i suoi ultimi libri: Emozioni dell'intelligenza, Meltemi 2020; Destini tecnologici dell'immaginazione, Mimesis 2022; Immagini sincretiche, Meltemi 2024. Per Einaudi ha pubblicato Vita interactiva. Da Homo sapiens all'universo digitale (2025).



“FERRO, LEGNO E ACQUA SALATA”, LA BATTAGLIA DI LISSA  

Il 20 luglio 1866, nella battaglia di Lissa, la flotta italiana di Carlo Pellion di Persano si scontra con quella austriaca guidata dal contrammiraglio Wilhelm von Tegetthoff. Tra cannonate e dense nubi di fumo, la corazzata italiana Re d’Italia, resa ingovernabile, viene colpita dalla nave ammiraglia austriaca Ferdinand Max, che, speronandola, la fa affondare insieme a 400 marinai. Questo evento, oltre a segnare l’esito dello scontro, ha generato leggende di coraggio e appartenenza, alcune ridimensionate dalla storiografia. “Ferro, legno e acqua salata. L’ammiraglio Tegetthoff a Lissa” di Giuliano Da Frè (Il Mulino)  ripercorre la battaglia e la sua eco tra mito e memoria, svelando i dettagli storici e strategici di uno scontro che ha segnato l’immaginario collettivo e la storia navale italiana, mettendo in luce l’importanza di addestramento, tattica e innovazione tecnologica in un’epoca di grandi cambiamenti. Giuliano Da Frè collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui «RID - Rivista Italiana Difesa», «Storia militare» e «Rivista marittima». Ha scritto articoli e saggi dedicati soprattutto alla storia navale e militare, ai conflitti internazionali e allo sviluppo delle forze armate di tutto il mondo.


“STORIA DELL’ITALIA MERIDIONALE” DI PINO IPPOLITO ARMINO

L’Italia è stabilmente tra i 10 Paesi con l’economia più sviluppata al mondo ma, al tempo stesso, il Meridione è l’area arretrata più estesa d’Europa. Com’è possibile che oltre 160 anni dopo l’unificazione ancora esista questa differenza? Questa “Storia dell’Italia meridionale” di Pino Ippolito Armino (Laterza) ce lo racconta in sette snodi cruciali. Un libro per conoscere e comprendere le cause dei problemi contemporanei oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Tre secoli fa circostanze eccezionali e imprevedibili riunirono sotto un unico regno la Sicilia e il resto del Mezzogiorno. La pace siglata all’Aia il 20 febbraio 1720 portò nell’arco di breve tempo al dominio dei Borbone su entrambi gli Stati. Se scattassimo una fotografia di quel momento storico vedremmo Napoli tra le città più popolose d’Europa, un territorio carico di potenzialità inserito in un impero che arrivava fino all’America Latina, una vita culturale ricca di fermenti e di intellettuali in dialogo con Parigi. Tre secoli dopo il panorama è completamente diverso. Cosa è andato storto?
Quali sono gli avvenimenti che hanno condizionato il destino dell’Italia meridionale tanto da renderla l’area arretrata più estesa d’Europa? Perché facciamo ancora fatica a invertire la rotta e a immaginare un futuro diverso? È colpa di un popolo pigro e indolente, di classi dirigenti corrotte e indifferenti o di quella che i neoborbonici chiamano ‘conquista coloniale’ da parte del Nord?
Questa storia dell’Italia meridionale, che non trascura la Sardegna, individua e racconta sette momenti che hanno plasmato l’identità del Mezzogiorno, dal disastroso esito della rivoluzione giacobina del 1799 fino alla nascita di una fittizia ‘Questione Settentrionale’, per aiutarci a districare alcuni degli interrogativi più tormentati del nostro Paese.



“IN ULTIMA ANALISI” DI AMANDA CROSS

 Entra nel catalogo Sellerio un classico del giallo statunitense, “In ultima analisi” di Amanda Cross (traduzione dall'inglese di Adriana Bottini) primo capitolo di una serie di mystery accademici con una protagonista indimenticabile: Kate Fansler, professoressa universitaria di Letteratura inglese e detective per caso, è pronta a guidarci nelle strade e nei salotti della New York dei favolosi anni Sessanta.

Kate Fansler può essere considerata il prototipo della detective femminista. È la protagonista di una serie molto popolare di quattordici romanzi investigativi iniziata nel 1964 e conclusa nel 2002, professoressa un po’ supponente (non risparmia allusioni contro il maschilismo di Freud), spregiudicata, apertamente indipendente, personalità prorompente, piomba casualmente in questo suo primo caso. Una studentessa le ha chiesto di consigliarle uno psicanalista cui affidarsi. Lei fa il nome di un amico molto stimato, suo ex amante, Emanuel Bauer. Tempo dopo, però, Janet Harrison – questo il nome della studentessa – viene ritrovata uccisa proprio nello studio di Emanuel, distesa sul lettino delle sedute, trafitta da un coltello proveniente dalla cucina della casa-studio. È la moglie Nicola a ritrovare il cadavere. La polizia non può che sospettare dello psicanalista: nessuno, se non lui, avrebbe potuto colpirla mentre Janet era in quella posizione e in quelle circostanze. Ma manca il movente. Kate non riesce a crederci: troppo equilibrato Emanuel, e soprattutto troppo intelligente per un simile crimine. E poi, la vittima si rivela una ragazza circondata di misteri, del resto anche la coppia dei coniugi non manca di stranezze. Kate vi si addentra per risolvere un omicidio misterioso, un enigma che sfida l’apparenza, la logica e la psicologia.
Ha un vantaggio investigativo, rispetto alla polizia che ha l’obbligo di mantenersi nei confini del probabile e dell’evidente: lei è una mente aperta, sa come affrontare le più sommerse profondità umane. 

L’AUTRICE.  Amanda Cross (1926-2003), pseudonimo di Carolyn Gold Heilbrun, è stata la prima donna a ottenere un incarico accademico alla Columbia University. Scrittrice e attivista per i diritti delle donne, ha pubblicato saggi e romanzi tradotti in tutto il mondo. In ultima analisi (1964) è il primo dei 14 romanzi gialli con protagonista Kate Fansler.

(© 9Colonne - citare la fonte)