Con l’arrivo dell’estate, l’Italia si ritrova a fare i conti con una vergogna che si ripete puntualmente, come un triste rituale: l’abbandono degli animali domestici. Mentre le autostrade si riempiono di famiglie in partenza per le vacanze, ogni giorno oltre 600 cani e gatti vengono lasciati a sé stessi, condannati a un destino segnato da caldo estremo, fame e pericoli. L’allarme è stato rilanciato da Ecoitaliasolidale, associazione impegnata nella tutela degli animali, che parla senza mezzi termini di "emergenza etica e civile". Le temperature torride, unite all’assenza di acqua e riparo, trasformano ogni abbandono in una possibile condanna a morte in poche ore. “L’abbandono è un atto di irresponsabilità che non ha giustificazioni”, afferma Cinzia Caruso, responsabile nazionale per la difesa degli animali. I numeri confermano la gravità: ogni anno in Italia vengono abbandonati circa 130.000 animali, e oltre l’80% non sopravvive. Si tratta spesso di creature cresciute in casa, improvvisamente scaraventate in un ambiente ostile che non conoscono, incapaci di procurarsi il necessario per vivere. A rendere il fenomeno ancora più paradossale è il fatto che l’Italia è tra i Paesi europei con il maggior numero di animali domestici: presenti nel 52% delle famiglie, con una media di 53 animali ogni 100 abitanti. Un dato che cozza con l’inciviltà di certi comportamenti estivi, troppo spesso minimizzati o ignorati. La campagna nazionale lanciata per il 2025 da Ecoitaliasolidale ha un messaggio diretto: “Non lo abbandoniamo, non facciamo finta di niente”. Il logo è stato ideato da un gruppo di bambini, per ribadire che il rispetto per la vita si costruisce fin da piccoli. A sostenerla anche Giuliana Salce, ex campionessa del mondo di marcia, oggi attivista per i diritti degli animali: “Bisogna educare al rispetto. La cultura del possesso deve lasciare spazio a quella della responsabilità”. Ma il problema non si limita alla sfera morale. Cani e gatti vaganti rappresentano un rischio concreto per la circolazione stradale. Ogni anno, centinaia di incidenti sono causati da animali abbandonati. In caso di sinistri gravi, il proprietario può essere perseguito penalmente, anche per omicidio colposo. Il professor Ennio La Malfa, tra i pionieri dell’ambientalismo italiano, sottolinea un ulteriore aspetto: il legame tra il crescente numero di randagi – oltre 900.000 stimati – e le ondate di calore sempre più frequenti, conseguenza diretta dei cambiamenti climatici. “È una crisi nella crisi. E va affrontata con un piano serio di prevenzione, educazione e tutela”. (20 lug – sem)