L’offensiva israeliana a Deir al-Balah minaccia di privare i cittadini di Gaza di fonti idriche essenziali. Lo ha affermato ieri in conferenza stampa il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric durante una conferenza stampa sottolineando che l'impianto di desalinizzazione della striscia di Gaza meridionale e altre infrastrutture idriche vitali si trovano proprio nelle aree di Deir al-Balah. Si tratta dell’impianto che rappresenta la principale fonte di acqua potabile per centinaia di migliaia di sfollati nella zona costiera di Mawasi, producendo due milioni e mezzo di litri di acqua al giorno. “La perdita di questa struttura sarebbe catastrofica per le persone che dipendono da essa per l'accesso all'acqua potabile”, afferma Dujarric.
L'80 per cento delle strutture idriche e igienico-sanitarie si trova ormai in zone militarizzate da Israele o in aree sottoposte a ordini di evacuazione, ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, aggiungendo che il 93 pe rcento delle famiglie di Gaza non ha avuto accesso all'acqua il mese scorso. Dujarric, a nome del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, si è detto in generale "sgomento" per le condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza, dove "le ultime vie di comunicazione che tengono in vita le persone si stanno sgretolando", ancor di più dopo l’avvio della nuova operazione terrestre israeliana nell'area di Deir Al-Balah, anche "in un'area in cui non era mai intervenuto prima", esortando i residenti a evacuare. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, in quel momento si trovavano nella zona tra le 50.000 e le 80.000 persone. (22 LUG - deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)