Roma, 23 lug. – Quella presentata oggi da Laura Boldrini “è una proposta di codice dei crimini internazionali, per dare seguito pieno allo Statuto di Roma che ha istituito la Corte Penale Internazionale. E’ importante perché cambia tutto, introduce un nuovo paradigma, per cui una persona di qualunque nazionalità che è sospettata o è già indagata di aver commesso dei crimini ovunque nel mondo, se si trova in Italia, quella persona può essere indagata in Italia, arrestata in Italia e processata in Italia”. A spiegarlo è proprio la deputata del Partito democratico, che ha illustrato oggi la spiegando l'importanza della proposta di legge "Codice dei crimini internazionali", che punta a garantire la piena attuazione degli obblighi previsti dallo Statuto di Roma approvato nel 1998, permettendo all'Italia di cooperare pienamente con tutti quei paesi che prevedono già questi crimini nel loro ordinamento. Con questo codice “non ci potrebbe essere un altro caso Almasri – ha aggiunto Boldrini – perché una volta intercettato sul territorio nazionale, una volta arrestato, sarebbe rimasto in arresto e poi sarebbe stato giudicato da un tribunale italiano. Ed è importante introdurre questo principio, in un momento in cui il diritto internazionale è sotto attacco, la Corte Penale Internazionale subisce un attacco senza precedenti, sia dal governo Trump, ma anche da altri governi che non la difendono”. Boldrini ha poi ricordato che “l'attacco di Trump è di mettere le sanzioni contro il Procuratore Khan e 4 giudici, con delle misure che normalmente si applicano a dei pericolosissimi criminali, a dei narcotrafficanti: impedire l'accesso negli Stati Uniti e bloccare i conti correnti, misure mai viste ai danni di chi indaga per affermare la giustizia e il diritto delle vittime”. Infine, la parlamentare ha sollevato interrogativi sulla mancata presentazione del testo da parte del governo: “Un testo che era stato annunciato come all'ordine del giorno da un comunicato stampa di Palazzo Chigi. Dopo di che si apre un giallo: che fine ha fatto quel testo, perché non è stato depositato nelle Camere, ci hanno ripensato? E perché eventualmente ci hanno ripensato?”. Ora, ha concluso, “noi avendo adesso questa proposta di legge che è stata depositata, raccoglieremo le firme anche tra i gruppi di maggioranza, perché questo provvedimento va a tutela della giustizia internazionale e dovrebbe essere interesse di tutti i gruppi”.
(PO / Sis)
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