"A distanza di 32 anni, il ricordo della strage mafiosa di via Palestro continua a interrogarci e a richiamare un impegno collettivo nella difesa della legalità. Alle famiglie delle vittime, ai loro cari, va la mia vicinanza. Un pensiero, in questa giornata, lo rivolgo anche ai Vigili del fuoco e alla polizia locale di Milano, che in quel giorno persero loro coraggiosi colleghi.
Se la violenza mafiosa non ebbe la meglio in quella stagione segnata da terribili stragi, fu grazie all'opera di chi, con coraggio e a costo della propria vita, difese con determinazione la democrazia e la libertà".
Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana ha ricordato la strage di via Palestro compiuta la a sera del 27 luglio 1993. Un’autobomba parcheggiata in via Palestro a Milano, davanti al Padiglione di Arte Contemporanea (PAC), esplose provocando una devastazione impressionante. L’ordigno, contenuto in una Fiat Uno imbottita di esplosivo, fu attivato con un timer. L’esplosione fu violentissima: causò la morte di cinque persone e il ferimento di altre dodici.
Le vittime della strage furono: Carlo La Catena, vigile del fuoco; Sergio Pasotto, vigilie del fuoco; Stefano Picerno, vigile del fuoco; Angelo Ferrari, agente di polizia locale; Moussafir Driss, un cittadino marocchino senza fissa dimora che dormiva su una panchina nei pressi dell’esplosione.
I tre vigili del fuoco erano intervenuti proprio dopo la segnalazione del Ferrari che aveva visto del fumo uscire da un’auto lì parcheggiata: aprendo il bagagliaio fecero scattare la trappola. La deflagrazione investì in pieno i presenti, distruggendo parte del PAC e danneggiando la vicina Galleria d’Arte Moderna e alcuni edifici circostanti.
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