“Il nostro mondo è attraversato da un clima di violenza e di odio che mortifica la dignità umana”. Lo ha detto oggi Papa Leone XIV all’udienza generale, parlando di una “società che si sta ammalando a causa di una ‘bulimia’ delle connessioni dei social media: siamo iperconnessi, bombardati da immagini, talvolta anche false o distorte. Siamo travolti da molteplici messaggi che suscitano in noi una tempesta di emozioni contraddittorie”. Il rischio, secondo il pontefice, è che “nasca in noi il desiderio di spegnere tutto”, arrivando a “preferire di non sentire più niente”, chiudendoci “in una incomunicabilità dove, per quanto vicini, non riusciamo più a dirci le cose più semplici e profonde”. A questo proposito Papa Leone XIV ha citato l’episodio del Vangelo di Marco dell’uomo “che non parla e non sente” e che “viene guarito da Gesù”. L’uomo, ha ragionato il pontefice, “forse ha deciso di non parlare più perché non si è sentito capito” e di “spegnere ogni voce perché è rimasto deluso e ferito da ciò che ha ascoltato”.  “Tutti noi facciamo esperienza di essere fraintesi e di non sentirci capiti. Tutti noi abbiamo bisogno di chiedere al Signore di guarire il nostro modo di comunicare, non solo per essere più efficaci, ma anche per evitare di fare male agli altri con le nostre parole. Tornare a parlare correttamente è l’inizio di un cammino, non è ancora il punto di arrivo”, ha detto Prevost sottolineando che “chiudersi, infatti, non è mai una soluzione”. Il pontefice ha poi salutato i vari pellegrini presenti a Roma, in particolare i giovani arrivati per il Giubileo dall’Italia e da altri Paesi del mondo. “Auspico che queste giornate giubilari possano trasmettere al mondo un messaggio di speranza, di pace e di amore - ha detto ai pellegrini dalla Francia- Approfittate di questa esperienza per portare i vostri amici a Gesù, affinché possano incontrarlo, ascoltare la sua parola e amarlo”, ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi portoghesi. (mol - 30 lug)