Nel mese di luglio 2025 sono sbarcate sulle coste italiane 6.487 persone, segnando un calo dell’8% rispetto a giugno, quando gli arrivi erano stati 7.089. Lo riferisce l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che tuttavia rileva un incremento del 9% rispetto allo stesso mese del 2024, quando gli arrivi furono 5.950.
La rotta del Mediterraneo Centrale continua a essere la più attiva e pericolosa: secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), nei primi sette mesi dell’anno sono morte o risultano disperse 947 persone lungo le rotte migratorie verso l’Europa, esclusa quella dell’Africa nord-occidentale. Di queste, 662 vittime (pari al 70%) si sono registrate lungo la tratta che collega Libia e Tunisia all’Italia. Un numero tragicamente alto, ma in calo rispetto allo stesso periodo del 2024, quando si contarono 1.480 tra morti e dispersi, di cui oltre mille lungo la rotta centrale.
Anche a luglio, la Libia si conferma il principale punto di partenza per chi tenta la traversata del Mediterraneo: circa il 90% delle persone arrivate via mare in Italia proveniva da lì. Seguono Tunisia, Turchia e Algeria, anche se la quota di partenze dalla Tunisia si è drasticamente ridotta: dal 36% del 2024 al 7% di quest’anno.
Lampedusa rimane il principale punto di approdo, accogliendo l’81% degli sbarchi del mese. Gli altri arrivi si sono distribuiti in numerosi porti italiani, da Roccella Ionica a Pozzallo, da Bari ad Augusta, passando per Ancona, Crotone, Porto Empedocle, Livorno e altri scali minori.
L’Unhcr sottolinea che i dati sulle vittime sono probabilmente sottostimati: le cifre si basano solo sulle testimonianze raccolte dai team presenti negli hotspot italiani. A luglio, ad esempio, sono stati documentati due naufragi nel Mediterraneo Centrale, con almeno due morti accertati e cinque persone disperse.
Nei primi sette mesi del 2025 gli arrivi via mare in Italia sono stati in totale 36.547, con un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un dato che conferma come le migrazioni nel Mediterraneo continuino a rappresentare una sfida complessa, tra crisi geopolitiche, pericoli in mare e la necessità di una risposta strutturale a livello europeo. (red - 6 ago)
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