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CLIMA, EVI (PD): MARCIA È ATTO POLITICO, PACE, FAME E AMBIENTE SONO CONNESSI

Roma, 6 ago. - "Oggi presentiamo la marcia per il clima, per la pace e per l'Agenda 2030, temi su cui c'è bisogno di parole, di voci ma soprattutto di azione". Così Eleonora Evi, deputata del Partito Democratico, intervenendo alla conferenza di lancio dell’iniziativa, che si svolgerà dal 13 al 22 settembre prossimi. "Parlare di pace oggi è urgente – ha aggiunto – e necessario chiederlo ad altissima voce, in particolar modo chiedendo azioni concrete anche da parte di questo governo". La marcia, secondo Evi, è "un atto politico, un atto di consapevolezza, un atto di resistenza, un atto rivoluzionario, se vogliamo, nel 2025 che corre così veloce". L'iniziativa è legata anche all’Agenda 2030, che compie dieci anni, "eppure siamo ancora così lontani dal raggiungimento degli obiettivi". "Il tema del clima resta centrale: la crisi climatica continua a dispiegare i suoi effetti nefasti e abbiamo bisogno di azioni concrete per fronteggiarla", ha ribadito Evi. Durante la marcia, ciascuno dei 17 partecipanti porterà la bandiera di uno dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu: "Io – ha spiegato – mi sono candidata per portare quella dell’obiettivo numero 2: sconfiggere la fame. Su questo c’è da fare un lavoro immenso, perché le contraddizioni oggi sono enormi, tra chi soffre la fame e chi invece ha troppo e soffre di obesità o sovrappeso". "Il nostro sistema alimentare è impazzito – ha proseguito – sul piano delle emissioni, dell’inquinamento e dello sfruttamento animale. Tutto questo non può essere taciuto: bisogna lavorare, e io mi auguro che questa marcia sia un momento di riflessione e una spinta all’azione, sia singola che collettiva". Infine, Evi ha sottolineato il legame tra le grandi crisi globali: "Fame, guerra e cambiamenti climatici sono tre fattori che si autoalimentano, si influenzano a vicenda. È miope non vederlo e non capire che le soluzioni a queste grandi sfide sono assolutamente interconnesse: dall'abbandono delle fonti fossili per liberarci dai conflitti globali, al superamento di un modello di dominio e sopraffazione che si riflette nella produzione alimentare. Serve un sistema equo, giusto e sostenibile".
(PO / Sis)

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