Aosta, 7 mar - Otto gradi a 3.500 metri di quota,
nel mese di febbraio, sul massiccio del Monte Bianco. E poi di colpo un picco
al ribasso, fino a 23 sottozero. Queste le prime, sconcertanti, informazioni
fornite dalla nuova stazione meteorologica installata sul Ghiacciaio del
Gigante dall’Università di Milano e dal Comitato Ev-K2-Cnr, nell’ambito di un
progetto finanziato da Osram. Si tratta della più alta stazione di monitoraggio
meteo-glaciale mai realizzata in Italia. La stazione meteorologica automatica
“Aws – Gigante – Osram” fa parte di un progetto di studio dei ghiacciai alpini,
considerati universalmente uno degli indicatori più affidabili del clima e dei
cambiamenti globali. Prodotta da Lsi Lastem, è stata collocata sulla superficie
del Ghiacciaio Gigante, vicino alla stazione di arrivo delle Funivie Monte
Bianco. “Il 23 febbraio abbiamo registrato una temperatura di 8 gradi e mezzo –
spiega Guglielmina Diolaiuti, responsabile scientifica del progetto - E’ un
dato sorprendente per il periodo invernale a 3.450 metri di quota,
peraltro su un colle ventilato. Soprattutto per il fatto che non è un dato
isolato: sia il giorno prima che i giorni successivi ci sono state temperature
sopra lo zero, tra i 3 e gli 8 gradi. Dal primo marzo c’è stato invece un
crollo delle temperature: abbiamo toccato i -22,5 gradi alle otto del mattino e
i -22,8 la sera”. La stazione sul Monte Bianco ha diversi sensori per il monitoraggio
meteo-climatico. “Oltre alla temperatura - spiega Gian Pietro Verza,
responsabile tecnico delle stazioni di monitoraggio Ev K2 CNR - registra
umidità relativa e pressione atmosferica. Ma è dotata anche di sensori che
misurano lo spessore del manto nevoso, la radiazione solare in entrata ed in
uscita e la radiazione ad infrarossi provenienti dall’atmosfera e dalla
superficie del ghiacciaio”. “Quelli sulla radiazione sono altri dati
significativi – racconta Guglielmina Diolaiuti – Ci risulta che il ghiacciaio
abbia assorbito, in questo periodo, il 31 per cento dell’energia solare in
arrivo. E’ un valore tipico delle stagioni aride. La neve è vecchia, scura,
riflette meno la luce e invece la assorbe favorendo la fusione. La situazione
nel complesso, ha portato ad una certa perdita di manto nevoso che nell’ultima
settimana è variato intensamente a causa di processi di compattazione e fusione
favoriti dal saliscendi d elle temperature”. “Sono cose – conclude la
ricercatrice - che concorrono a deteriorare il manto nevoso e possono mettere
in crisi il ghiacciaio nel periodo estivo: se il ghiacciaio “si mangia” buona
parte dell’accumulo di neve in inverno, arriva in estate meno preparato al
caldo e va incontro a perdite più intense”. Insomma, appena installata, questa stazione
ha già fornito dati sorprendenti e preziosi sul clima delle Alpi. E da oggi,
questi dati della stazione sono anche on-line”.
(Deg)
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