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direttore Paolo Pagliaro

L’immigrazione sentimentale
delle spose di guerra

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

L’immigrazione sentimentale <BR>delle spose di guerra

L’IMMIGRAZIONE “SENTIMENTALE” DELLE SPOSE DI GUERRA

Durante tutti i conflitti che videro coinvolti gli Stati Uniti nel XX secolo, dalla Prima guerra mondiale a quella del Vietnam, i militari ebbero inevitabili e prolungati contatti con le popolazioni locali, alleati o nemici che fossero. Dopo ognuna di queste guerre, molti soldati americani ritornarono in patria con mogli e compagne straniere e con i figli nati da tali relazioni. Il picco di quella che può essere a tutti gli effetti considerata un'immigrazione "sentimentale", si toccò durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1939 e il 1946, 16 milioni di giovani americani, dai 18 ai 30 anni e per lo più celibi, vennero mobilitati per prendere parte a un conflitto che coinvolgeva 57 paesi nel mondo. Non stupisce che oltre 100mila spose di guerra europee siano entrate negli Stati Uniti, tra il 1946 e il 1950, anche grazie a speciali norme legislative, come il War Brides Act, varate dal governo statunitense. La maggior parte di queste donne era britannica, quasi 10mila le italiane. Questo libro, “Operazione Spose di guerra” (Feltrinelli, pp. 336, 24 euro) di Silvia Cassamagnaghi, attraverso un'ampia documentazione e numerose testimonianze dei protagonisti, ricostruisce le storie delle unioni tra i soldati americani e le ragazze italiane, dal primo incontro al trasferimento oltreoceano, in un nuovo mondo, prendendo in considerazione gli aspetti pratici, amministrativi e logistici, ma anche quello umano della questione. (PO / Red)

 

“ITALIA YES ITALIA NO”, RIMANERE O ANDAR VIA?

Alzi la mano chi non ha mai pensato di andare via, lasciare l’Italia, mollare un paese in un declino forse irreversibile e cercare altrove le opportunità, il lavoro, la felicità. Caterina Soffici lo ha fatto: dopo aver denunciato l’Italia del maschilismo nel libro “Ma le donne no”, si è trasferita a Londra, come altre centinaia di migliaia di italiani negli ultimi anni. E ha scoperto cosa significa veramente vivere in un Paese che sembra possedere tutto quello che a noi manca: serietà, organizzazione, buona educazione, apertura verso il mondo e chi più ne ha più ne metta. Mescolando antropologia metropolitana, fatti di cronaca e storie di vita, Caterina Soffici, in “Italia yes Italia no” (Feltrinelli, pp. 144, 14 euro), racconta con ironia e autoironia la sua esperienza londinese: dalle vecchiette dell’associazione di quartiere alle mamme alfa in cerca della scuola migliore per il figlio, dalla vitalità dei quartieri alla moda che attrae giovani creativi da tutto il mondo alla fedeltà immutabile a regole e procedure che a volte sfocia nell’ottusità, dalla famosa pagina 3 del “Sun” alla televisione in cui le donne non hanno bisogno di spogliarsi e possono mostrare rughe e capelli bianchi. Impossibile non chiedersi quale Paese sia meglio e perché: un dibattito in cui intervengono vicini di casa inglesi, amici italiani e negozianti bengalesi, ma anche Enzo Biagi, Niccolò Machiavelli e Luigi Barzini, con una conclusione provvisoria: “Londra non è meglio dell’Italia, - si legge nel libro - ma a Londra io ho trovato la banalità della normalità. Qui si può finalmente uscire dall’emergenza continua, qui si può vivere normalmente. Ecco perché a Londra si vive peggio ma si sta meglio. Perché è un posto normale. È l’Italia a non esserlo più”. (PO / Red)

 

 

BORIS ENTRUP MOSTRA COME FARE “MAKE-UP PERFETTI IN 10 MINUTI”

Nato dall’esperienza di Boris Entrup, make-up artist attivo nel campo della moda, “Make-up perfetti in 10 minuti” (Gribaudo, pp. 144, 14,90 euro) propone 50 look completi da realizzare in soli 10 minuti, per le donne che vogliono essere sempre perfette, ma non hanno troppo tempo da perdere davanti allo specchio. Ciascuna potrà trovare immediatamente il make-up che cerca per sentirsi bellissima in ogni occasione: da un trucco naturale per tutti i giorni a un effetto magnetico per un appuntamento galante, da un tocco di eleganza soffusa per una serata di classe a un trucco “occhi di gatto” per un look sexy e intrigante, da un make-up brillante e colorato per una festa a un look chic e professionale per andare al lavoro. Ogni make-up è illustrato step by step attraverso oltre 200 fotografie e 400 disegni, che spiegano in modo chiaro e dettagliato ogni passaggio, dalla stesura del fondotinta a quella del rossetto, passando attraverso l’applicazione di cipria, fard, ombretto, eyeliner, rimmel. Ogni make-up è personalizzato per valorizzare la forma specifica del proprio volto. Bastano così alcuni accorgimenti per mettere in risalto i punti di forza: in questo libro si scoprirà come ingrandire gli occhi piccoli o dare profondità allo sguardo, come far sembrare più carnose le labbra sottili, quale fondotinta scegliere in base alla carnagione e al tipo di pelle o come abbinare ombretto e matita al colore degli occhi. Il volume descrive inoltre tutte le tecniche di base e gli attrezzi del mestiere che non possono mancare in un beauty case, dal correttore al piegaciglia, e per ogni look proposto svela il segreto per un effetto particolare, consiglia gli accostamenti giusti o suggerisce un utilizzo inconsueto di alcuni cosmetici, come l’applicazione dell’ombretto in funzione di rossetto e di fard, per realizzare un make-up completo con un unico prodotto. Un libro pratico e ricco di spunti per portare il glamour delle passerelle nella vita quotidiana di tutte le donne. (PO / Red)

 

“LA MUSICA È PERICOLOSA” DI NICOLA PIOVANI

Quella di Nicola Piovani è una vita nel segno della musica e degli incontri che la musica ha reso possibili: con Fabrizio De André, con il quale ha scritto due album capitali come “Non al denaro, non all'amore né al cielo” e “Storia di un impiegato”; con il pubblico che lo ha ascoltato dal vivo nei cabaret o nei teatri; con i registi per i quali ha scritto alcune delle colonne sonore che hanno segnato quarant'anni di cinema. Oggi, per la prima volta, Nicola Piovani scrive un libro, “La musica è pericolosa” (Rizzoli, pp. 250, 17 euro), in cui si parla di musica, per esempio di quella pericolosa che ascoltiamo in ascensore o dal dentista e ci anestetizza la mente e il cuore, ma anche delle partite della Roma viste a casa di Ennio Morricone e dei pranzi con Elsa Morante. Si parla di divino da atei e di politica da apartitici. E soprattutto si parla degli amici, quelli che ci sono ancora e quelli che, come lo scrittore, sceneggiatore e drammaturgo Vincenzo Cerami, non ci sono più. (Red)

 

 

 

“CON RISPETTO PARLANDO”, LA STORIA DELLA DOMESTICA LAURINDA

Laurinda è una domestica a ore. Chiama “padroni” i suoi datori di lavoro, ma nel suo tono di voce non c'è un briciolo di provocazione. Per lei il mondo va così e non si lamenta. Si dice contenta di essere vedova, è conservatrice, bacchettona, pettegola, sboccata, superstiziosa e parla con i fantasmi. Eppure, quando varca la soglia di casa dei suoi quattro padroni e inizia a parlare con quel suo modo schietto e sincero tutti pendono dalle sue labbra. Come Celeste, una donna divorziata che passa da un flirt all'altro, l'ultimo dei quali con un bamboccio apatico interessato solo ai suoi soldi. O Vanda, sposa e madre esemplare che si annoia a morte e passa il tempo a cucinare, senza rendersi conto che nessuno mangia quello che lei si ostina a preparare. Oppure Ursula, una ceramista svizzera nella cui casa affollata da quadri si muovono anime e fantasmi che solo la domestica può vedere. E infine Emanuel, "il professore": uomo colto e scapolo. L'unico che Laurinda vizia e coccola nella speranza che ammetta la sua omosessualità e dia una raddrizzata alla propria vita. “Con rispetto parlando” (Neri Pozza, pp. 368, 18 euro) di Ana N. De Gusmao è una commedia umana in cui la protagonista accompagna i propri “padroni” tra fidanzamenti, divorzi, scandali e viaggi improvvisi, confermando quanto sia vero uno dei ritornelli da lei più ripetuti: “gli uomini, in fondo, sono tutti uguali”. (PO / Red)

 

(© 9Colonne - citare la fonte)