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Missioni, con le donne
l’esercito italiano
ha una marcia in più

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Missioni, con le donne <br>l’esercito italiano <br>ha una marcia in più

(3 lug) “Trovo la stessa professionalità e competenza negli uomini e nelle donne. Non c’è dubbio però che da quando le donne sono state ammesse nelle forze armate ci sono maggiori attenzioni e maggiore sensibilità in tutti”: lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervenendo durante l’evento “Dalla difesa all’impresa: missioni al femminile”, organizzato dall’associazione Valore D, che si è tenuto questa mattina a Roma . “La presenza femminile nell’esercito – ha continuato il ministro - è stata fondamentale nelle missioni all’estero, per esempio nell’approccio con le donne afghane e nel rispetto delle tradizioni locali. Le donne sono state un punto di sostegno per loro, specialmente nei casi di maltrattamento e di matrimoni precoci, grazie alla capacità di dialogare con loro e comprendere i loro bisogni. La componente femminile dell’esercito non agisce come parte a se stante, ma fa in modo che il lavoro complessivo delle forze armate sia più attento e indirizzato all’evoluzione civile”. Nel corso della mattina sono intervenute anche il capitano Francesca Giardulli, membro del Female Engagement Team in Afghanistan, che ha sottolineato quanto, anche da un punto di vista culturale, sia importante la presenza delle donne nelle missioni all’estero e quanto siano alte le aspettative che le popolazioni locali nutrono nei loro confronti e il colonnello dell’esercito afghano Sima Pajman, direttore del carcere femminile di Herat, una realtà in cui le donne detenute possono sentirsi protette e incoraggiate nell’attività imprenditoriale all’interno del penitenziario. Il ministro Pinotti ha poi espresso la sua opinione sulla missione dell’Italia in Afghanistan. “Spesso si sente dire che l’Esercito dovrebbe ritirarsi dall’Afghanistan – ha detto - La realtà è che le forze armate vengono mandate dove serve e operano secondo il dettame costituzionale. Gli stessi afghani sono preoccupati per l’eventualità che gli italiani vadano via da quei territori. Non siamo presenti in Afghanistan per fare la guerra, ma per fare in modo, per esempio, che le bambine afghane possano andare a scuola, cosa che era loro vietata durante il regime talebano. La sicurezza di quei luoghi è una condizione necessaria affinché ci sia sviluppo economico e stabilizzazione. L’obiettivo è quello di rendere questo Paese capace di autogestire la propria sicurezza, ma non possono essere lasciati soli da subito”. (PO / Sid)


SCHEDA / ASSOCIAZIONE VALORE D

Valore D è la prima associazione di grandi imprese creata in Italia per promuovere la diversità, il talento e la leadership femminile per la crescita delle aziende e del Paese. Nata nel 2009 dallo sforzo comune di 12 aziende virtuose – AstraZeneca, Enel, GE Oil&Gas, Johnson&Johnson, Ikea, Intesa Sanpaolo, Luxottica, McKinsey & Company, Microsoft, Standard&Poor’s, UniCredit e Vodafone – ha raggiunto oggi, in 5 anni di attività, più di 100 aziende associate, con l’obiettivo di supportare e accrescere la rappresentanza dei talenti femminili nelle posizioni di vertice, attraverso azioni tangibili e concrete. “La realtà delle imprese italiane – spiega l’associazione - è caratterizzata da un’ampia presenza femminile nei livelli manageriali medio-bassi e da una scarsissima presenza delle donne ai livelli più alti (nel 2011 le donne nei CdA in Italia erano solo il 6,8% del totale). Numerose ricerche hanno dimostrato che questo comporta una perdita netta di valore per le aziende, perché una maggiore rappresentanza femminile ai vertici porta a organizzazioni più armoniche e con migliori performance dal punto di vista economico-finanziario. Le donne inoltre conseguono risultati accademici mediamente migliori rispetto agli uomini e la mancata valorizzazione del loro talento causa un utilizzo non ottimale del potenziale dell’impresa”.

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