Tra le competenze che un candidato deve possedere, grande attenzione è riservata alle cosiddette “soft skill”. Tra le più apprezzate dalle aziende italiane emergono la forte motivazione (71%), la capacità di adattarsi (65,7%), la versatilità (49,5%) e lo spirito di sacrificio (42,9%). E’ quanto emerge dalla Salary Guide - indagine sul mondo del recruitment condotta da Hays che ha coinvolto più di 1.000 professionisti e 270 aziende. Tra le ‘hard skill’, il 78,1% delle aziende mette al primo posto le conoscenze linguistiche del potenziale collaboratore. Oltre all’inglese, considerato la conditio sine qua non dalla totalità del campione (100%), stanno acquisendo sempre più importanza il tedesco (20,7%), il francese (17,5%) e lo spagnolo (14,3%). E proprio per sbaragliare la concorrenza, i professionisti italiani stanno investendo sulle competenze linguistiche: per risultare più appetibili sul mercato del lavoro, infatti, il 55% degli intervistati ha deciso di dedicarsi all’apprendimento di una terza lingua come il tedesco (32%), il francese (29%), lo spagnolo (25,4%) e il cinese (14,3%). Se il passaparola resta la via più veloce per individuare nuove opportunità di impiego per il 69% del campione, cresce il peso dei social media nella dinamica d’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il 56% dei professionisti, ritiene i social media una vetrina ideale per mostrare, agli occhi dei recruiter, il proprio profilo e la propria expertise. Del resto, oltre la metà delle aziende (57,1%) afferma di eseguire, in fase di selezione, uno screening dei profili social del candidato, per avere una visione più completa del professionista (95,2%) e per individuare possibili incongruenze nelle esperienze di lavoro dichiarate (21,2%). Tra i social media più utilizzati per scopi professionali, LinkedIn si aggiudica il primo posto (100%), seguito da Facebook (32%) e Twitter (17%).
(14 mag - red)
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