Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

STATI GENERALI ASSOCIAZIONISMO / SECONDA GIORNATA DI LAVORI

EMIGRAZIONE, L’ASSOCIAZIONISMO RIPARTE DAGLI STATI GENERALI  

Rinnovare la già consolidata rete associativa degli italiani all’estero e aprire una nuova fase in grado di tener conto dei cambiamenti all’interno del fenomeno migratorio. È questo l’obiettivo delle associazioni degli italiani nel mondo, riunitesi a Roma il 3 e 4 luglio nell’assemblea degli Stati generali, “Verso il Forum delle associazioni degli italiani nel mondo”, per parlare di lavoro e integrazione, diritti, partecipazione e rappresentanza, mobilità e nuovi flussi migratori, e costituire un Forum come istanza di rappresentanza sociale dell’emigrazione. Nella prima giornata di lavori, oltre ai messaggi istituzionali di Laura Boldrini, presidente della Camera, e Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, hanno animato il dibattito Fabio Porta, presidente del Comitato italiani nel mondo della Camera, e i deputati del Pd eletti all’estero Marco Fedi e Claudio Micheloni. Tra gli invertenti, anche quelli di Luigi Papais, presidente della Consulta nazionale dell’emigrazione (Cne), di Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli), e del monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione Migrantes. L’ambasciatrice Cristina Ravaglia, a capo della Direzione Generale Italiani all’estero e Politiche Migratorie del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale è intervenuta, invece, nella giornata conclusiva degli Stati generali, portando i saluti del ministro Paolo Gentiloni.

 

 

IL MESSAGGIO DI GENTILONI E LE PAROLE DI RAVAGLIA (DGIEPM)

A parlare di nuova e vecchia emigrazione nella seconda giornata, sono stati, tra gli altri, Dino Nardi, coordinatore dell’Unione italiani nel mondo (Uim) in Europa, Giuseppe Abbati, presidente dell’Associazione italiana tutela emigrati e famiglie (Aitef) e Roberto Menia, segretario generale del Comitato tricolore per gli italiani nel mondo (Ctim). Tutti d’accordo nel considerare la costituzione del Forum delle associazioni degli italiani nel mondo, un’occasione da non perdere per rafforzare un nuovo spazio di confronto e di comune progettazione del futuro. Gentiloni, nel suo messaggio di saluto all’assemblea, si è augurato che da questi Stati generali “si sviluppi una piattaforma capace di interpretare al meglio lo spirito e i propositi del manifesto depositato dalle associazioni”. La realtà associativa è vista dal titolare della Farnesina come “una grande risorsa per le nostre collettività all’estero e per il Sistema Paese nel suo complesso”, in grado di svolgere “una funzione di integrazione e sostegno all’azione dello Stato” e che rappresenta “un esempio encomiabile di impegno civile, coesione sociale e italianità”. Sottolineando come il mondo dell’associazionismo sia “naturale portatore di grandi valori sociali”, il capo della diplomazia italiana si sofferma sul ruolo svolto dal governo, che “ha garantito alle associazioni la libertà di azione necessaria per svolgere in autonomia il proprio ruolo, legandolo strutturalmente ai meccanismi istituzionali”. Questa impalcatura normativa, secondo il ministro degli Esteri, “ha consentito alle associazioni di trasformarsi in attori dinamici” capaci di muoversi “in un rapporto di continuo dialogo con le istituzioni”.  Un’autonomia che ha garantito, attraverso la flessibilità delle forme associative, “la possibilità di attivare le giuste sinergie con gli uffici della nostra rete all’estero” aggiunge Ravaglia. Senza dimenticare che i flussi migratori, oggi, sono ripresi in modo diverso dal passato. Quella che oggi emigra “è una generazione figlia di Erasmus e dei voli low-cost – commenta Ravaglia - dove il movimento è facile e la spinta a partire, in alcuni casi, è data dalla difficoltà di trovare una giusta collocazione professionale in Italia e dalla speranza di poterlo fare fuori”. In questo nuovo quadro, il ministero degli Esteri e la rete delle associazioni all’estero hanno un obiettivo comune: diventare attrattivi e dare un servizio migliore. Per farlo, Ravaglia invita a “modernizzarsi, consapevoli che i servizi all’estero non sono della qualità che vorremmo, ma che cerchiamo sempre di fare del nostro meglio”. Anche le associazioni devono trovare un modo nuovo di operare perché “se tale aggiornamento non avvenisse – spiega il direttore generale Dgiepm - l’associazionismo finirebbe per estinguersi; per questo bisogna pensare a qualcosa di nuovo che consideri l’emigrazione come risorsa e che diventi l’ottica nella quale muoversi”. Nel dettaglio, secondo Ravaglia, “l’associazionismo deve poter contribuire a due punti fondamentali: la promozione del Sistema Paese e la promozione della lingua e cultura italiana”. In questo senso, Ravaglia fa l’esempio di due “casi virtuosi”: l’associazione “L’altra Italia” di Toronto, “fondata da un gruppo di professionisti italiani arrivati in Canada che hanno inventato l’Italian Contemporary Film Festival, l’unico festival che prevede la presentazione di film di cineasti di origine italiana”.

 

 

NUOVI PROGETTI

Un altro buon esempio arriva “dall’attività del professor Stefano Pilotto dell’Università degli Studi di Trieste e dal Mibact, che organizzano da 14 anni il progetto ‘Origini’ attraverso il quale ragazzi di origini italiana nel mondo, tra i 25 e i 35 anni, hanno l’opportunità di visitare il Friuli Venezia Giulia e conoscere la propria terra di origine, le realtà associative e produttive della Regione e, ripartendo, riportare con sé esperienze e legami”. Questi, conclude Ravaglia “sono spunti importanti sui quali meditare e su cui bisogna impiantare e guardare il futuro” tenendo sempre a mente che “le istituzioni ci sono e che siamo sempre pronti ad attivare quello che, caso per caso, può meglio servire allo scopo”. Le istituzioni, quindi, sono pronte anche a sostenere la costituzione del Forum, nato dagli Stati generali per consolidare le competenze e le capacità all’interno del movimento associativo. Nardi, infine, definisce il Forum “uno strumento utile per le nostre comunità all’estero”. Parlando delle “diverse esigenze delle comunità emigrate anziane e dei flussi emigratori più recenti”, il coordinatore Uim in Europa spiega che “la coabitazione tra la tradizione e la modernità è estremamente difficile” e anche se “il compito di far incontrare vecchia e nuova migrazione non è semplice, dobbiamo provare a fare massa critica come è avvenuto agli inizi degli anni ‘80 in Svizzera, quando l’associazionismo italiano si costituì in Comitato nazionale d’intesa”. Anche Abbati parla degli Stati generali come “una grande opportunità per incontrarsi, dimenticando le diversità e le appartenenze, ed esaltando quello che ci unisce, cioè la difesa dei diritti e la democrazia”.

 

 

I PROGETTI DEL FORUM

Valori che secondo il presidente dell’Aitef devono essere “coniugati in un nuovo associazionismo, che esalti il volontariato, che sappia unire tradizione e modernità, in grado di far tesoro delle esperienze ed elaborare proposte innovative e credibili, costruite con la collaborazione di tutti per tutelare gli italiani ovunque”. Aderire al cammino intrapreso dal mondo dell’associazionismo è utile anche perché “nasce da un’esigenza largamente sentita nelle diverse realtà e parte da una riflessione intorno alle sfide epocali che stiamo vivendo” commenta Menia. Un’opportunità, secondo il segretario generale del Ctim, “per riflettere sulle forme di rappresentanza e sulla capacità di incidere e di connettersi con gli italiani all’estero”. Le associazioni, quindi, hanno aderito al patto associativo che sta alla base del Forum, un progetto unitario dove il pluralismo associativo troverà il suo raccordo, la rappresentanza delle sue istanze e lo strumento con cui dar voce ai tanti italiani residenti all’estero. Per assicurare la sostenibilità del progetto, sono stati individuati alcuni obiettivi minimi: la costituzione del Forum centrale delle associazioni degli italiani nel mondo, con sede in Italia, di Forum locali e, dove possibile, continentali; l’accreditamento del Forum presso istituzioni italiane e organizzazioni internazionali; lo sviluppo di un’adeguata comunicazione interna alla rete associativa, orientata a obiettivi specifici comuni, attraverso la realizzazione di un sito multilingue, di un’agenzia stampa dell’associazionismo e di una piattaforma che consenta di scambiarsi informazioni e di costruire partenariati.

 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)