28 agosto 2015 – La campagna siciliana, il mare, le donne che fanno il bucato: luoghi e persone che popolano i film di Giuseppe Tornatore “prendono vita” nell’esposizione “Alle origini di Nuovo Cinema Paradiso” allestita Tokyo dal 5 al 30 settembre presso l’Istituto italiano di cultura. In mostra gli scatti del regista siciliano e del proiezionista e fotografo Mimmo Pintacuda. Il legame che unisce i due è fortissimo, come fortissima è l’amicizia che lega Totò e Alfredo, i protagonisti di “Nuovo cinema Paradiso”: pare infatti che Tornatore abbia creato il personaggio di Alfredo ritagliandolo su Mimmo, il suo primo maestro di fotografia e arte cinematografica. La mostra, organizzata dall’Iic in collaborazione con M&M Mediaservices, mette in risalto il legame fra i personaggi, le situazioni, le atmosfere ritratte dai due artisti fra gli anni ’50 e gli anni ’70 nella loro Sicilia e il mondo che Tornatore racconta nei suoi film. Nella ricca scelta di foto esposte è visibile la realtà della loro terra, la Sicilia, e in particolare di Bagheria, la loro città, prima che il genio del regista la trasformasse e la ricomponesse in film come Malena, L’uomo delle stelle, Baarìa e Nuovo Cinema Paradiso. (Cle)
SCHEDA / TORNATORE E PINTACUDA
Giuseppe Tornatore nasce a Bagheria, in provincia di Palermo, nel 1956. Al 16 anni mette in scena opere teatrali di Pirandello e De Filippo. Prima di dedicarsi al cinema, realizza alcuni documentari per la televisione. Il suo esordio sul grande schermo avviene con “Il Camorrista”. Con “Nuovo Cinema Paradiso” ottiene numerosi riconoscimenti tra cui il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes e l’Oscar per il miglior film straniero. Fra i suoi titoli più noti “Stanno tutti bene” (1990) con Marcello Mastroianni, “Una pura formalità” (1994) con Gerard Depardieu e Roman Polanski, “La leggenda del pianista sull'Oceano” (1998) con Tim Roth e “Baarìa” (2009), dedicato al suo paese natale. Il suo ultimo film è “La migliore offerta” (2012) con Geoffrey Rush.
Mimmo Pintacuda (1927–2013) ha svolto per molti anni l’attività di proiezionista. Questa occupazione fa nascere in lui la passione per l’immagine e la fotografia; inizia così a documentare la vita quotidiana di Bagheria e dintorni, attività che lo porta a realizzare più di diecimila immagini, presentate attraverso numerose mostre, tra le quali Quando i bambini non ci guardano (1967), La grafiafoto (1973), Bagheria ieri e oggi (1980), Anziani (1990). Nel 1969 si reca a Chicago dove realizza un reportage sulla condizione degli emigranti italiani negli Stati Uniti, che sarà alla base della mostra Diario di un emigrante (1977).