(3 febbraio 2016) Un’abitudine tutta italiana che stupisce e affascina all’estero è quella di parlare di cibo e buona tavola. Lo sa bene Elena Kostioukovitch, scrittrice e traduttrice italo-ucraina, che alla cultura che si muove intorno alla tavola degli italiani ha dedicato un libro. “Perché agli italiani piace parlare di cibo” (uscito nel 2006 ma tornato sugli scaffali lo scorso anno grazie alla riedizione rivista e corretta da parte di Odoya e Teckel Books) sarà presentato a Sofia lunedì 8 febbraio alle 17 presso il Club letterario Peroto. L’evento è organizzato dalla casa editrice Avliga, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura della città. Un saggio di Umberto Eco introduce questo viaggio nell’arte del saper vivere bene che solo una straniera che ha dedicato la sua vita a conoscere l'Italia poteva trattare con obiettività. Kostioukovitch, scrittrice e traduttrice, da anni residente in Italia, con questo testo osserva e scopre l'anima dei diversi modi di essere italiano. (PO / Sip)
SCHEDA / IL LIBRO
Il rapporto di un popolo con la rielaborazione degli alimenti è cultura. In “Perché agli italiani piace parlare di cibo” non mancano i riferimenti alla storia e alla cultura nazionali, spesso intriganti. Per esempio, perché nel Ventennio il regime tentò di abolire la pastasciutta? E che cosa c'entra la cicoria con la lotta di classe? Inoltre, è curioso come chi spiega una preparazione tipica rimandi con mille suggestioni al proprio territorio d'origine o d'affezione, e che preferire il panettone al pandoro non sia solo questione di gusto personale. Di cibo sono poi pregni il linguaggio (rendere pan per focaccia, divorare un libro...) e l'immaginario collettivo, cosicché ogni affermazione nasconde abissi di senso. Ma perché tutto questo? Perché mangiare dà gioia tanto quanto gustare il sapore delle parole, perché il codice culinario avvicina e appassiona.
(© 9Colonne - citare la fonte)