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Se l’inchiostro di un pennarello può diventare un circuito elettrico a base di grafene

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Se l’inchiostro di un pennarello può diventare un circuito elettrico a base di grafene

È il primo caso di circuito elettrico creato utilizzando un semplice pennarello e un raggio laser. Materiali semplici e sostenibili per generare applicazioni innovative su qualsiasi superficie, come ad esempio una tazzina di caffè. Un gruppo di ricerca coordinato da Francesco Greco, professore associato di bioingegneria della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha trasformato l’inchiostro di un pennarello rosso in un circuito elettrico a base di grafene. Allo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Science, hanno collaborato la Scuola Sant’Anna, Graz University of Technology, CSGI - Center for Colloid and Surface Science, Università degli Studi di Firenze e Istituto Italiano di Tecnologia. “Il passaggio di un raggio laser sull’inchiostro lo trasforma in una forma di carbonio poroso e conduttivo che viene chiamato ‘grafene indotto dal laser’ (detto LIG: Laser Induced Graphene in inglese). Finora si credeva che fosse possibile ottenere questo LIG solo da certi particolari materiali plastici e polimeri, e questo era un po’ limitante in termini di applicazioni. Un inchiostro o una vernice invece hanno la caratteristica di poter essere usati facilmente e ovunque, come copertura di altri oggetti. Rappresentano inoltre una alternativa economicamente vantaggiosa”, dichiara Greco. Per trasformare il colore in un circuito, è stato definito il disegno del circuito elettronico su un computer e tracciato il colore su una superficie. Una macchina laser ha quindi tracciato sulla superficie colorata il disegno realizzato al computer. Sotto l’effetto dell’esposizione al laser, il colorante Eosina si è trasformato chimicamente in grafene, materiale conduttivo. Un ruolo fondamentale nello studio lo hanno avuto anche Rodorico Giorgi e Rachel Camerini, rispettivamente professore associato e post-doc presso il Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università degli Studi di Firenze e il CSGI - Center for Colloid and Surface Science. La loro esperienza nel campo dei colori e della chimica dei pigmenti è stata centrale per analizzare la composizione degli inchiostri e individuare i coloranti responsabili della formazione di grafene.


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