- Un recente studio dell’Università di Trento rivela sorprendenti analogie tra il sonno delle api e quello degli umani. Attraverso tecniche avanzate di imaging cerebrale, i ricercatori del Centro Mente/Cervello (Cimec) hanno osservato per la prima volta l’attività neuronale delle api da miele mentre dormono, scoprendo che durante il riposo i loro neuroni passano a una modalità sincronizzata, riducendo l’elaborazione sensoriale, proprio come accade nei mammiferi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Neural Networks e guidato da Albrecht Haase, mostra che basta modificare un singolo parametro – l’accoppiamento tra neuroni – per diminuire la percezione olfattiva, segno distintivo del sonno. Queste scoperte non solo aprono nuove prospettive nelle neuroscienze, ma sono cruciali anche per comprendere come lo stress ambientale o i pesticidi possano alterare il sonno delle api, influenzando il loro comportamento e la loro sopravvivenza. Dormire, per le api, non è solo riposo: durante il sonno si consolidano ricordi essenziali per orientarsi e trovare il cibo. Studiare il cervello delle api a livello di singolo neurone potrebbe in futuro offrire nuove chiavi di lettura anche per i disturbi del sonno umani.
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