Un’importante scoperta archeologica in Marocco rivela l’esistenza di una vasta comunità agricola risalente al Neolitico finale, gettando nuova luce sulla preistoria del Nord Africa e sul ruolo del Maghreb nello sviluppo delle civiltà mediterranee. Lo studio, condotto da Youssef Bokbot (INSAP), Cyprian Broodbank (Università di Cambridge) e Giulio Lucarini (CNR-ISPC e ISMEO), è stato pubblicato su Antiquity e premiato con l’Antiquity Prize 2025. Il sito di Oued Beht si presenta come il più esteso complesso agricolo dell’Africa occidentale per il periodo tra il 4000 e il 1000 a.C., esclusa la valle del Nilo. Tra i reperti: resti di piante e animali domesticati, ceramiche e strumenti in pietra, insieme a fosse di stoccaggio che testimoniano un’economia agricola strutturata. Per gli autori, l’assenza di dati su questa fase storica era dovuta più alla scarsità di ricerche che a una reale mancanza di attività. La vicinanza tra Maghreb e Penisola Iberica — dove si trovano reperti simili — suggerisce intensi scambi culturali lungo lo Stretto di Gibilterra già nel IV millennio a.C. Oued Beht si afferma così come un tassello chiave nella comprensione delle società complesse del Mediterraneo antico e del loro radicamento africano.
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