Il Mar Rosso potrebbe essere il più giovane oceano del pianeta. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature Communications, frutto di una collaborazione internazionale guidata dal Cnr con il supporto del Servizio geologico saudita e varie università italiane. I ricercatori hanno analizzato rocce magmatiche del complesso di Tihama Asir, nel sud dell’Arabia Saudita, risalenti a circa 25 milioni di anni fa, per comprendere come si forma un oceano. Lo studio mostra che i magmi, generati dalla fusione dell’astenosfera, hanno risalito la crosta terrestre interagendo con le sue porzioni più antiche, prima di accumularsi in camere più superficiali. Questo processo è stato innescato dall’interazione tra la risalita del mantello profondo (plume dell’Afar) e le spinte tettoniche legate alla subduzione degli Zagros, in Iran. Il risultato? Un indebolimento termico della crosta inferiore, che ha facilitato la risalita del mantello e l’apertura del bacino. Ma non è tutto: il magmatismo non sempre accelera la nascita di un oceano. In alcuni casi, come questo, può addirittura rallentarla ispessendo la crosta e assorbendo l’estensione tettonica. “Il Mar Rosso è una finestra sui processi che hanno dato origine agli oceani”, spiega Marco Ligi (Cnr-Ismar), coordinatore dello studio. Comprenderne l’evoluzione aiuta a svelare le dinamiche geologiche profonde della Terra e, potenzialmente, anche di altri pianeti.
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