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direttore Paolo Pagliaro

Milano: la riscoperta
della pittura analitica
degli anni Settanta

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Milano: la riscoperta <br> della pittura analitica <br> degli anni Settanta

Continua fino al 29 aprile la mostra “Guarneri, Olivieri, Verna. Gli anni Settanta”, presso la galleria Progettoarte elm di Milano, nel proseguimento del percorso di promozione e valorizzazione degli artisti della Pittura Analitica, dopo le personali dedicate a Pino Pinelli (2013), Marco Gastini (2012), Claudio Verna (2011), Enzo Cacciola (2010). Per l’occasione sono esposte circa venti opere pittoriche risalenti agli anni Settanta, periodo in cui le intuizioni dei tre artisti giungono a quella nuova maturazione espressiva, poi variamente denominata dalla critica con i termini di Pittura Analitica, Pittura-Pittura o Nuova Pittura, una tendenza che trova riscontro nelle parallele e coeve indagini dei pittori francesi (Support/Surface) e tedeschi (Analytische Maleri o Geplante Malerei). Sorta dalle ceneri dell’Informale, ma egualmente distante dalle sperimentazioni sul grado zero della pittura, questa nuova sensibilità - oggi giustamente riscoperta e rivalutata anche dal mercato - si contraddistingue per l’attenzione al sistema di relazioni interne alla pittura e per l’analisi dei suoi vocaboli essenziali, liberati da ogni funzione descrittiva. Narrazione e rappresentazione, avvertiti come elementi inessenziali, lasciano, infatti, spazio all’indagine su movimento, vibrazione luministica, pulsazione ritmica e intensità del colore. Il risultato è una pittura “a percezione lenta”, che richiede all’osservatore una visione prolungata; dai quadri bianchi, innervati da una filigrana di segni sottili, di Riccardo Guarneri alle forme fluide e scure masse plasmatiche di Claudio Olivieri alle forme geometriche e alle partizioni ritmiche di Claudio Verna, influenzato dalle teorie gestaltiche e dai problemi legati alla percezione.

MILANO: ANDY SUMMERS: DAI POLICE ALLA FOTOGRAFIA

La Leica Galerie Milano presenta, fino al 3 maggio, una mostra di Andy Summers, celebre chitarrista del gruppo The Police e oggi scrittore e apprezzato fotografo a livello internazionale. L’esposizione, intitolata “Mysterious Barricades” ed ispirata all’omonimo successo musicale, raccoglie 40 scatti in bianco e nero, immagini delicate che raccontano la vita dell’artista nella sua doppia veste di musicista e fotografo sempre in viaggio: dall’altopiano della Bolivia ai vicoli del Golden Gai di Tokyo, dalle strade di Napoli alle vedute di Shanghai. I progetti recenti dell’artista comprendono l’uscita del disco “Circus Hero’ con la sua nuova band Circa Zero!, un tour in Brasile con Rodrigo Santos e la colonna sonora del film turco “E il circo lascia la città...”. Andy Summers - il cui modo innovativo di suonare la chitarra creò nei primi anni Ottanta un nuovo riferimento per i chitarristi del periodo e da allora ha visto molti imitatori - è presente nella Rock and Roll Hall of Fame e nella Guitar Player Hall of Fame, oltre ad aver ricevuto le chiavi di New York City. Nel 2006, la sua autobiografia “One Train Later” ottenne un notevole successo e venne votata come libro dell’anno in campo musicale nel Regno Unito. Il film “Can’t Stand Losing You” basato sul libro, ha anche avuto una trasposizione teatrale negli Stati Uniti nel marzo 2015.

SEGOVIA: LA “MIRADA INTERIOR” DI VALERIO BISPURI

Fino all’1 maggio, si tiene al Palacio Quintanar di Segovia, la mostra "Mirada interior" del fotoreporter italiano Valerio Bispuri, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. Dalla fine degli anni ‘90 fino ad oggi, la mostra ripercorre alcuni dei lavori più significativi della sua carriera, con una particolare attenzione all’America Latina della quale restituisce la complessità: dalla quotidianità dell’Amazzonia brasiliana alla Cuba all’ombra del Che, dalla corporeità di un amore omossessuale di Betania, giovane donna argentina: Ma c’è anche la storia degli emigranti calabresi a Buenos Aires, la vita dei gypsies nei campi in Italia e Bosnia, gli emigrati nel cuore “nero” della Campania ed i giovani profughi sbarcati sulle coste della Sicilia.

LUCCA: OMAGGIO ALL’HORROR AMERICANO

La mostra “George Romero e il New Horror Americano”, fino all’1 maggio al Palazzo Ducale di Lucca, in occasione del Lucca Film Festival, è un omaggio al New Horror americano, filone cinematografico di cui Romero è da considerarsi il padre fondatore, con una serie di manifesti originali americani autografati dai più importanti attori ed autori del periodo (1968-85), tra i quali si ricordano Wes Craven, H. G. Lewis e Brian Yuzna. La peculiarità dei manifesti, delle locandine e delle fotobuste in mostra è quella di essere delle vere e proprie illustrazioni curate dai più importanti disegnatori dell’epoca. I pezzi provengono dalla collezione privata del critico cinematografico e collezionista Paolo Zelati e la mostra fa parte di una progettualità espositiva più ampia, sempre presente a Palazzo Ducale e con forti connotazioni musicali, frutto delle collaborazioni con l’associazione di compositori Cluster e la Scuola di Musica Sinfonia di Lucca.

VENEZIA: IL RINASCIMENTO DI ALDO MANUZIO

La mostra “Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia”, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al 19 giugno, celebra il più famoso stampatore della storia dell'editoria (1449-1515), a 500 anni dalla sua scomparsa, in un viaggio fra splendide opere d’arte prodotte nella sua Venezia: dipinti, sculture, incisioni, oreficerie che ritornano in città dai musei americani ed europei dove oggi sono conservate. Una mostra su come il libro cambiò il mondo, e su come e perché questo cambiamento avvenne a Venezia, città cosmopolita e tradizionalmente porta fra oriente e occidente, in questo caso vero e proprio ponte fra cultura greca e umanesimo italiano. Con i libri di Aldo dialogheranno i capolavori di pittura e scultura creati in quella stessa stagione cruciale e che con essi condivisero l’anelito a riscoprire la civiltà classica, concessi per la mostra dai grandi musei di Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Italia. Sarà un viaggio nel mondo della cultura e delle arti a Venezia al tempo di Aldo Manuzio: poco più di vent’anni, dei primi anni Novanta del Quattrocento al 1515, durante i quali una città ancora gotica si trasforma grazie a pittori come Giovanni Bellini, Carpaccio, Lorenzo Lotto e il più giovane Giorgione (con i suoi allievi Tiziano e Sebastiano del Piombo che fanno il loro esordio), scultori come Tullio Lombardo, incisori e miniatori come Benedetto Bordon e Giulio Campagnola, illustri artisti stranieri in visita nella città lagunare come Albrecht Dürer, intellettuali di respiro europeo come Erasmo da Rotterdam e Luca Pacioli.

(© 9Colonne - citare la fonte)