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NY, LO SCRITTORE J. EUGENIDES: “ABITUATI ALLE ATROCITÀ”

NY, LO SCRITTORE J. EUGENIDES: “ABITUATI ALLE ATROCITÀ”

Lo scrittore Jeffrey Eugenides, intervistato dal Corriere della Sera, era a Manhattan sabato sera durante l'esplosione sulla 23esima strada. A che cosa ha pensato quando ha saputo dell'esplosione? “Ero a cena al ristorante con Zadie Smith, Ian McEwan e altri amici scrittori per festeggiare il nuovo libro di Ian. A un certo punto abbiamo ricevuto tutti, quasi in contemporanea, decine di messaggi che ci avvisavano dell'accaduto e ci imploravano di non muoverci. In tutta onestà, non abbiamo reagito con molto allarme. Credo dipenda dal fatto che, da newyorkesi, abbiamo imparato a calibrare il livello di un incidente o di un attacco, e siamo capaci di decidere abbastanza in fretta se distruggerà la nostra giornata come la nostra vita. Questa è la differenza rispetto al passato: ora scegliamo se dare subito attenzione agli eventi oppure aspettare”. E lei ha aspettato. «Sì, dagli elementi che avevamo abbiamo giudicato l'attacco non grave e abbiamo continuato a cenare e a discutere di altro. Quando eravamo in auto, verso gli hotel, abbiamo appreso dell'altra mancata esplosione e allora il livello di tensione si è alzato. A quel punto, però, è intervenuta la città: le strade intorno a noi erano piene di ragazzi che si divertivano, brilli e felici nel loro sabato sera”.

(red – 19 set)

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