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Terremoti, la Ue
fa il suo dovere

Terremoti, la Ue <br> fa il suo dovere

di Paolo Pagliaro

(19 gennaio 2017) Ci sono 12 paesi che all’Unione Europea versano più di quanto ricevono, e tra questi, dopo Germania e Francia, c’è l’Italia. I conti del dare e dell’avere, per quanto ci riguarda, certamente sarebbero più soddisfacenti se riuscissimo a spendere tutte le risorse che l’Europa mette a diposizione. E se le spendessimo meglio. Un esempio sono gli stanziamenti per i terremoti.

Per il periodo 2014-2020 l’Italia ha destinato ai problemi legati alla protezione dell’ambiente, inclusa la prevenzione dei rischi, fondi europei per 2 miliardi e 300 milioni di euro . A questi si aggiunge il co-finanziamento nazionale.

E’ l’11% dei fondi totali messi a disposizione dell’Italia.

Tuttavia, solo una piccola parte di questo denaro è stata destinata ai rischi naturali non-climatici, come i terremoti. Secondo Andrea Ciffolilli, economista e autore della voce.info, la responsabilità è delle Regioni. Solo Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Veneto hanno destinato risorse europee alla prevenzione e gestione dei rischi legati ai terremoti. Poco o nulla hanno fatto Lazio e Marche, mentre Umbria e Abruzzo si sono mosse solo dopo i disastri. In termini pro-capite, la spesa dei fondi europei per iniziative sull’ambiente, tra cui la gestione di rischi naturali, è risultata così molto bassa: circa 7 euro per abitante nel Centro Italia, contro una media europea di 63 euro.

Ma questo non è accaduto per colpa dell’Europa, che ha risposto alle richieste, è intervenuta anche con il fondo di solidarietà e ora sta valutando la possibilità di finanziare totalmente le operazioni di ricostruzione, compreso il restauro del patrimonio culturale, sollevando lo Stato dall’obbligo di contribuire.

(© 9Colonne - citare la fonte)