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direttore Paolo Pagliaro

CENTRI STORICI: TUTELA, SVILUPPO E SICUREZZA

CENTRI STORICI: TUTELA, SVILUPPO E SICUREZZA

Rigenerazione, tutela, messa in sicurezza, infrastrutture, sviluppo. Sono queste le parole chiave, emerse nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati lo scorso 10 aprile, allo scopo di salvaguardare e valorizzare il territorio, i centri storici, i nostri grandi e piccoli borghi. La conferenza, svoltasi con il patrocinio di Italia Nostra Onlus, è stata realizzata su iniziativa della Scuola “Ingegneria & Architettura”, impresa sociale e senza scopo di lucro.  Numerosi gli interventi che hanno fornito un contributo significativo per fare il punto sullo stato attuale e sulle direttrici, ma anche gli esempi concreti, per intervenire quanto prima. Affidata l’apertura all’arch. M. Francesca Arena, componente del Collegio dei Probiviri di Italia Nostra, che ha sottolineato l’importanza e la necessità di una rigenerazione e, ancor prima, di un vero e proprio restauro del nostro prezioso patrimonio storico, al fine di evitare ancora collassi spontanei e danni strutturali legati ai sismi; è stato l’ing.Roberto Lorusso, vicepresidente Scuola “Ingegneria & Architettura” impresa sociale, a concentrarsi, nel suo intervento, sul ruolo della formazione professionale per la rigenerazione dei centri storici.  

L’IMPEGNO DI ITALIA NOSTRA Maria Gioia Sforza, Consigliere Nazionale, nonché Presidente Sezione Gargano, di Italia Nostra, ha ricordato che già nel 2015, proprio nella sala delle Conferenze Stampa della Camera dei Deputati, Italia Nostra aveva preso l’impegno di attivare una sperimentazione nel sito UNESCO di Monte Sant’Angelo per il recupero del Centro Storico, delle mura medievali, dei terrazzamenti, all’ampliamento della buffer zone, avviata da tempo in collaborazione con il Comune di Monte Sant’Angelo, l’Università di Vienna, l’Università Federico II di Napoli, la Scuola Ingegneria e Architettura di Bari: 60 neoarchitetti austriaci hanno visitato e studiato Monte Sant’Angelo per attivare un processo di rigenerazione urbana in questo centro abitato di 12.000 abitanti che ha un forte decremento demografico. Ha indicato la necessità di monitorare il territorio nazionale attraverso le 200 sezioni di Italia Nostra. Un’attività quest’ultima che assume importanza cruciale anche alla luce dei cospicui fondi CIPE, pari a diversi miliardi di euro, stanziati il 28 febbraio 2018 dal Ministro Franceschini per i Centri storici di Napoli, Cosenza, Taranto, Palermo e altri (Pompei, Ostia antica, Cinqueterre, Urbino).Parallelamente, Italia Nostra sta attivando processi di “buone pratiche”, per intervenire operativamente, col proprio contributo nella tutela del territorio; ha stanziato 50.000 euro per restauri relativi ai Beni culturali delle zone terremotate (Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria, Campania-Ischia) tra cui il restauro di un affresco di S.Maria a Vetere di Pretare di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno); un altro esempio di “rigenerazione”nel Centro Italia a cui tiene da molti anni, un progetto di eccellenza di collegamento ferroviario tra l’area terremotata e Roma,  attraverso una linea Ascoli-Rieti-Roma, progetto illustrato da Carlo Clementoni del Comitato Ferrovia Salaria.

CENTRI URBANI E SICUREZZA L’ing. Amedeo Vitone del Politecnico di Bari, Presidente della Scuola “Ingegneria & Architettura” impresa sociale, si è soffermato sulla mitigazione del rischio strutturale degli edifici. Rigenerare i centri urbani ed il territorio liberandoli dal rischio strutturale delle costruzioni. Rigenerare è valorizzare gli spazi, “metterli in sicurezza”, adeguarli alle esigenze di efficienza funzionale ed energetica, razionalizzarne l’uso, la gestione e la manutenzione anche con l’ausilio di tecnologie avanzate. E’ attrarre il pubblico perché si diffonda l’interesse a trascorrere momenti della vita contemporanea in luoghi nei quali sia riconoscibile e percepibile il  valore della memoria delle proprie origini.

IL FUTURO DEI CENTRI STORICI Approfonditi e ricchi di spunti gli interventi che si sono susseguiti: Maria Adele Teti, Ordinario di Urbanistica dell’Università di Reggio Calabria e Presidente Italia Nostra Sezione Catanzaro, ha concentrato il suo intervento sul tema “La città futura tra concentrazione e dispersione urbana. Il centro storico questione aperta: Squillace, Lamezia Terme e Catanzaro”. In particolare ha sviluppato il tema  delle trasformazioni urbane, delle attuali problematiche dei centri storici e delle periferie e della necessità di vigilare sulle modalità di attuazione della “rigenerazione urbana”. I centri storici- ha ancora sostenuto- hanno subito una mutazione genetica: hanno perso la centralità e ciò ha comportato abbandono, spopolamento o  trasformazione profonda data dalla funzione turistica. Da ciò la necessità di rilanciare il problema dei centri storici da parte di Italia Nostra e di vigilare in merito alle nuove procedure urbanistiche recuperando quella funzione di forte denuncia che fu Antonio Cederna.

LE NORME, I FONDI, I RISCHI Paolo Salònia del Direttivo ICOMOS, intende la “buffer zone” dei siti UNESCO uno strumento ulteriore per la prevenzione e la salvaguardia dei centri storici, proponendo anche un “patto di cittadinanza” tra amministrazione e cittadini per rigenerare il territorio  e che, come buona pratica, vede la formazione come coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado.  E’ stato poi Luigi De Falco, Consigliere Nazionale Italia Nostra, a precisare che anche con la sperimentazione di Monte Sant’Angelo in Puglia, si dimostrerà come la corretta “rigenerazione” debba porsi in antitesi con le correnti iniziative relative alla gestione dei centri storici. De Falco ha riferito dell’ultimo grave episodio della variante normativa al Prg di Firenze, con la quale è introdotta la categoria della “ristrutturazione edilizia” tra gli interventi ammessi sugli edifici storici che così potranno essere sventrati o demoliti e ricostruiti: “E’ il peggiore affronto al centro storico della città, una norma “criminogena” che espone l’edilizia storica alle peggiori forme di speculazioni”. Ma De Falco ha pure ricordato i “Piani casa” che scardinano le norme di salvaguardia delle città storiche, introducendo edilizia nuova e di maggior volumetria, come nel caso dei “villini Liberty” a Roma, dove sono in pericolo una ventina di edifici storici. E poi Napoli, dove si sostituiscono le pavimentazioni stradali storiche con materiali del tutto estranei alla tradizione. De Falco ha auspicato che i fondi per Taranto siano utilizzati per la concreta attuazione dell’esemplare piano di recupero del centro storico, inattuato da oltre 30 anni e per Cosenza, dove invece l’amministrazione comunale ha decretato la demolizione di numerosi edifici nel suo centro storico. De Falco ha concluso denunciando che la Nazione dalla più alta concentrazione di patrimonio storico al mondo, merita l’attenzione specifica del nuovo Governo e del Parlamento, anche attraverso uno straordinario intervento normativo che Italia Nostra dovrà impegnarsi a suggerire agli organi parlamentari. Le conclusioni sono state affidate, infine, al Presidente Nazionale di Italia Nostra, Oreste Rutigliano. (18 apr - red)

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