Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Pensare sostenibile
di Barbara Santoro

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Pensare sostenibile <br> di Barbara Santoro

“PENSARE SOSTENIBILE” DI BARBARA SANTORO

Offrire a chi guida le imprese, ai tanti imprenditori italiani e ai giovani che desiderano diventarlo, un piccolo contributo di conoscenza e incoraggiamento per superare i propri confini personali e professionali e per guardare insieme al grande progetto imprenditoriale cui tutti noi umani siamo chiamati a partecipare: pensare sostenibile per realizzare il futuro che vogliamo. È con questo obiettivo che nasce il libro “Pensare Sostenibile” (Egea, 2018), di Barbara Santoro - imprenditrice, manager, consulente, Consigliere e Socio Anima - per promuovere un’idea di imprenditoria sana e in grado di divenire motore del benessere sociale. Santoro, General Manager Shenker, ha dichiarato: “Lo spirito che ha accompagnato la realizzazione di questo libro è quello di fornire un’idea, di divulgare la conoscenza di quanto è stato fatto e detto finora sulla sostenibilità. Raccolgo le storie e faccio in modo che arrivino a più persone, come se lanciassi messaggi in bottiglia”. Il volume ripercorre l’evoluzione del concetto di sostenibilità, dai primi riconoscimenti dei diritti umani all’idea di una sostenibilità al contempo ambientale, economica e sociale, fino alla formulazione dei Sustainable Development Goals (SDGs) e dà voce ad alcuni nomi e testimonianze di spicco sulla tematica, classificati come “pionieri”, “intraprendenti” e  “catalizzatori”. Barbara Santoro è imprenditrice, manager e consulente. È specializzata nello sviluppo delle competenze linguistiche e di comunicazione interculturale. Dal 1996 si dedica alla formazione linguistica e alla comunicazione manageriale in lingua inglese. Da molti anni è inoltre attiva sul tema della responsabilità sociale d’impresa, con progetti e iniziative a sostegno dei giovani, delle donne e del welfare aziendale. È consigliere di Anima per il Sociale nei valori d’Impresa. Questo libro rientra nel suo progetto “Empowered by Knowledge”, teso a favorire una sempre più ampia diffusione della cultura della sostenibilità in Italia.

 

 

 "MANIFESTO PER GLI ANIMALI” DI MELANIE JOY

Quando non è necessario, mangiare gli animali è una scelta. Ma non ce ne rendiamo conto. Viviamo dentro una cultura carnivora talmente diffusa che non la riconosciamo: è come se fossimo immersi a tal punto nell’oceano “carnista” da non renderci conto di essere sott’acqua. La maggior parte di noi non si è mai chiesta perché si cibi di certi animali e di altri no. Si può vivere una vita intera senza mai domandarsi perché la carne di un vitello ci sembri squisita e quella di un cane ci disgusti, o perché siamo affezionati al nostro gatto ma non proviamo niente per il maiale o il pollo che sono diventati la nostra cena. E la maggior parte di noi sa, in qualche modo, che in realtà non c’è poi tanta differenza tra il cane e il vitello, tra il gatto e il maiale. Ma allora cos’è che spalanca i nostri cuori verso gli uni e li chiude nei confronti degli altri? Queste le riflessioni contenute nel “Manifesto per gli animali” di Melanie Joy (Laterza). Melanie Joy, psicologa e attivista per i diritti degli animali, ha insegnato alla University of Massachusetts. Il video della sua conferenza “Beyond Carnism and Toward Rational, Authentic Food Choices”, tenuta al TEDx di Monaco, ha avuto più di 650.000 visualizzazioni. Nel 2013 ha ricevuto l’Ahimsa Award per l’impegno per la non-violenza. In italiano sono stati tradotti i suoi libri Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche (Sonda 2012) e Finalmente la liberazione animale! (Sonda 2014).

 

PAUL DE GRAUWE E “I LIMITI DEL MERCATO”

Se quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo stato, eterni poli fra cui oscilla l’economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell’obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche. La contrapposizione stato vs mercato è superata: sarà sempre necessario prevedere un mix dei due. In questa dialettica che difficilmente trova un equilibrio, spesso eventi dirompenti vengono a favorire pericolose estremizzazioni. Avendo acquisito un potere maggiore, a causa della globalizzazione, il mercato finirà per scontrarsi con i suoi limiti? Dobbiamo prepararci al rovesciamento del sistema capitalistico e alla supremazia dello stato? Ciò porterà prosperità? Il mercato deve preoccuparsi di creare welfare o è responsabilità dello stato assicurarlo ai cittadini? Discutere di tali interrogativi significa affrontare alcuni dei temi cruciali del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla disuguaglianza crescente. Sono gli interrogativi a cui cerca di dare una risposta il libro di Paul De Grauwe “I limiti del mercato”, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino. De Grauwe è professore alla London School of Economics. È stato membro del parlamento del Belgio dal 1991 al 2003. Con il Mulino ha pubblicato “Economia dell’Unione monetaria” (10a ed., 2016).

 

“OGNI COINCIDENZA HA UN'ANIMA” DI FABIO STASSI

Vince Corso, il protagonista di “Ogni coincidenza ha un'anima” di Fabio Stasi (Sellerio) è un biblioterapeuta. Precario più per nascita e per vocazione esistenziale che per condizione sociale, un giorno ha scoperto le doti curative, per l’anima e per il corpo, dei libri e ne ha fatto la propria professione. Si rivolge a lui una bella sessantenne: ha un fratello malato di Alzheimer che, nel marasma della sua mente, da qualche tempo ripete delle frasi spezzate, sempre le stesse, senza alcun legame tra di loro. Era stato uno studioso di fama e un lettore vorace, un amante delle lingue, un ricco collezionista di volumi, quelle parole potrebbero essere citazioni da un romanzo. “È solo un’ipotesi, ma se questo libro esiste, ci terrei a sapere qual è. E se lei lo trovasse, potrei leggerglielo a voce alta, qualche pagina al giorno”. Il biblioterapeuta si mette al lavoro, con una domanda che lo assilla: se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti? Ha diversi enigmi da risolvere, mediante tecniche per decifrare e interpretare i testi, attraverso psicologie di identificazione con possibili autori, ricerche di biblioteca in biblioteca, incontri fortuiti e rivelatori. Un’avventura che lo guida a una soluzione che proprio innocente, come all’inizio appariva, non sarà. Intanto scruta i luoghi, fa sedute di biblioterapia con pazienti nuovi e inaspettati, scopre l’odio che è tornato ad attraversare i quartieri e la società. Ed è come una ricerca nella ricerca, un romanzo nel romanzo. Perché Vince è un camminatore, un esploratore di spazi e di persone: itinerari, spazi e persone che lo rimandano senza tregua a coincidenze con i momenti della letteratura di cui è vittima e complice, quasi come un prigioniero felice. Ma dominato da un bisogno inesauribile: trovare la linea di confine tra la vita e i libri e forse superarla, perché sempre di più è attratto dalle passioni, dalle paure e dalle gioie di uomini e donne in carne e ossa. L’autore ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio Centolibri), Come un respiro interrotto (2014), un contributo nell’antologia Articolo 1. Racconti sul lavoro (2009), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), La lettrice scomparsa (2016), Angelica e le comete (2017) e Ogni coincidenza ha un'anima (2018). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (2013).

 

 

“LA FELICITÀ DEL CACTUS” DI SARAH HAYWOOD

A Susan Green non piacciono le sorprese: vuole avere tutto sotto controllo. Con buona pace di famiglia e colleghi, che la trovano fredda e spigolosa. Ma la vita di Susan è perfetta… per Susan. Ha un appartamento a Londra tagliato su misura per una sola persona, un lavoro che soddisfa la sua passione per la logica e un accordo molto civile con un gentiluomo che le garantisce adeguati stimoli culturali, e non solo, senza inutili sdolcinatezze.  Guai perciò a chiunque tenti di abbozzare un maggior coinvolgimento emotivo e di accorciare le distanze: Susan punge, come i cactus che colleziona. Eppure, si sa, la vita sfugge a ogni controllo. E l’aplomb di Susan inizia a vacillare quando deve fare i conti con un lutto improvviso e con la prospettiva, del tutto implausibile secondo lei, di una gravidanza. All’improvviso il mondo sembra impazzito, sia dentro che fuori di lei. Ma proprio quando Susan teme di non riuscire più a fare tutto da sola, riceverà aiuto dalle persone più impensabili. E l’inflessibile femminista di ferro, la donna combattiva e spinosa come i suoi cactus, si troverà a fiorire. Questa la trama di “La felicità del cactus” di Sarah Haywood (Feltrinelli). L’autrice è nata a Birmingham. Dopo gli studi in Legge, ha lavorato come avvocato e come consulente legale. La felicità del cactus (Feltrinelli, 2018) è il suo primo romanzo, acclamato in Inghilterra come uno degli esordi più attesi dell’anno, selezionato dalla catena di librerie WHSmith per la loro campagna promozionale per i nuovi talenti 2018 e in corso di pubblicazione in 7 paesi. Vive a Liverpool insieme al marito e ai due figli.

 

 

 

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