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direttore Paolo Pagliaro

Un consiglio: leggete
“Naufraghi senza volto”

Un consiglio: leggete <br> “Naufraghi senza volto”

di Paolo Pagliaro

(29 novembre 2018) Ci sono passaporti, carte dello studente, pagelle, fotografie, diari ma anche semi di dattero, magliette della Juventus e del Real Madrid, telefoni, scatole di medicinali, t-shirt con Spiderman, orologi, brioches intrise d’acqua. Ci sono un Corano, un rosario buddhista, una croce ortodossa.
Si tratta di alcuni degli oggetti che Cristina Cattaneo – medico legale - ha recuperato nelle tasche o accanto ai corpi dei 528 migranti di cui ha curato l’autopsia, dopo che fu recuperato il barcone affondato al largo di Lampedusa il 18 aprile del 2015.
La professoressa Cattaneo – che insegna all’Università statale di Milano e dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense – da molti anni si occupa di morti senza identità. In passato l’oggetto dei suoi studi erano prevalentemente i resti umani che le inviavano la polizia giudiziaria o le sovrintendenze archeologiche. Ma, a un certo punto, iniziarono ad affiorare i corpi di adulti e bambini che si sapeva provenire dai barconi che traghettavano migranti dall’Africa o dal Medio Oriente in Europa. L’equipe milanese di Cristina Cattaneo si trasferì dunque per qualche tempo in Sicilia, dove fu incaricata di dare un nome a queste vittime dimenticate da tutti.
La storia, di questa esperienza è raccontata in un libro straordinario che si intitola “Naufraghi senza volto” pubblicato da Raffaello Cortina Editore. E’ la storia di un piccolo peschereccio che, con il suo carico di resti, diventa il simbolo delle violazioni dei diritti umani e del più grande disastro legato alle migrazioni di questo secolo. Ci parla della violenza e della disperazione del nostro tempo. Ma ci parla anche di un paese, l’Italia, che sa esercitare la virtù della pietas.

(© 9Colonne - citare la fonte)