Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Dialogo tra Chopin
e Petrucciani

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

UNA CLASSICA SERATA JAZZ CON CHOPIN E PETRUCCIANI

Forse non tutti sanno che il pianista e compositore polacco Fryderyk Chopin è sepolto al Pére Lachaise poco distante dal pianista jazz francese Michel Petrucciani. Nel più celebre cimitero di Parigi – dove riposano anche Balzac, Modigliani, Edith Piaf e Jim Morrison – si trovano dunque vicini due leggendari maestri che incarnano due mondi musicali tradizionalmente contrapposti: la musica “classica” e il jazz. Questa curiosa coincidenza ha ispirato Una classica serata jazz di Reno Brandoni, illustrazioni di Chiara Di Vivona. Nel libro si immagina che una notte al Pére Lachaise gli spiriti dei due pianisti si incontrino e comincino a discutere, mettendo a confronto due modi di intendere la musica soltanto apparentemente molto distanti. Fryderyk Chopin (Varsavia 1810-Parigi 1849) è considerato uno dei massimi compositori di musica “classica” e i suoi capolavori, tra cui i celebri Notturni, sono eseguiti ancora oggi nei teatri di tutto il mondo. Michel Petrucciani (Orange 1962 -New York 1999) è stato uno dei più acclamati jazzisti, un vero genio dell’improvvisazione. Soffriva di una grave malformazione ossea congenita, la “malattia delle ossa di cristallo”: era molto piccolo di statura, fragilissimo e morì ad appena 36 anni, eppure la sua vita è stata un inno all’amore e alla musica. Ambientato di notte tra le lapidi, il dialogo tra i due è brioso e ironico, ma anche profondo e commovente, e racchiude un prezioso insegnamento: la musica non conosce barriere perché è libera e abita il cuore di ogni uomo. Brandoni negli anni ’80 ha collaborato con i più importanti chitarristi dell’epoca come Stefan Grossman, John Renbourn, Duck Baker, Dave Van Ronk, con cui ha fatto tournée in tutto il mondo. Nel 2000 ha fondato il sito web Fingerpicking.net, che ha incontrato il favore di migliaia di chitarristi. Ha pubblicato 5 cd strumentali e con Fingerpicking.net ha realizzato i volumi Open Tuning Basics e Come suonare la chitarra Fingerpicking. Ha inoltre curato la collana “Classic” dedicata alla trascrizione dei manuali di chitarra classica in tablatura. E’ ideatore della serie di chitarre per fingerpicking “Effedot” e ha fondato la rivista specializzata “Chitarra Acustica”. Ultimamente sta girando l'Italia con i suoi laboratori dedicati ai ragazzi presentando i nuovi volumi. Chiara Di Vivona è laureata in Fumetto e Illustrazione all'Accademia di Belle Arti di Bologna e ha pubblicato opere per diversi editori. Insegna Fumetto presso l'Associazione Arte Invisibile, si occupa anche di grafica pubblicitaria e impaginazione. Vive e lavora a Grosseto. Per le Edizioni Curci Reno Brandoni e Chiara Di Vivona hanno realizzato Il re del Blues dedicato al cantautore e chitarrista statunitense Robert Johnson, considerato il padre del blues, la cui fine, circondata da un alone di mistero, ha fornito l’ispirazione al libro e La notte in cui inventarono il Rock ispirato dal chitarrista Jimi Hendrix.

 

 

RIACE, DAI BRONZI ALLO SPOPOLAMENTO E DALL’ACCOGLIENZA AL NOBEL

“Paesi abbandonati non vogliono morire/ accolgono le vite che sanno cosa dire/ e terre saccheggiate raccolgono i destini/ di storie fatte a pezzi di eroi clandestini/ dormono le case cullate da cicale/ all'ombra delle rocce riflesse dentro al mare/ e pietre colorate di oro e di marrone/ resistono al fuoco e alla maledizione/ di qua di là c'è solo povertà/ nella Magnagrecia gli dei non ci son più/ paesi senza tempo e con l'anima nel cielo/ non portano la croce non indossano il velo/ si tuffano in valigie per disseminare tracce/ ritornano a nascere con mille nuove facce”. Con queste parole la band “Il Parto delle nuvole pesanti” cantava qualche anno fa il destino dei piccoli paesi della Calabria che subivano lo spopolamento e l’abbandono a causa della continua e pesante emigrazione. Un abbandono che, a un certo punto e a partire dal 1998, è stato rimpiazzato dal ripopolamento degli immigrati che cominciavano a sbarcare sulle coste calabresi, con l’arrivo a Riace di una nave con a bordo circa trecento profughi. Gli stessi che, grazie all’opera umanitaria di un gruppo di volontari indigeni, vengono accolti in quello che era quasi un “paese fantasma” e ospitati nelle case lasciate vuote dagli emigrati. Quel gruppo di volontari, guidato da Mimmo Lucano, è poi diventato una associazione, ha conquistato la guida dell’amministrazione comunale di Riace e ha sviluppato nel paesino calabrese dei Bronzi un modello di accoglienza divenuto famoso e simbolico nel mondo, tanto da far diventare il sindaco Lucano famoso nel mondo. A Riace, quindi, banconote con il volto del medico e rivoluzionario argentino Ernesto Che Guevara, strade intitolate a vittime di mafia, politiche nazionali e criticità locali, si mescolano e inquadrano – come risposta – agli eventi storici e alle grandi questioni politiche contemporanee. Questa realtà, oggi, è ben raccontata da Pietro Domenico Zavaglia, antropologo culturale e professore di liceo, nell’istruttivo libro “Bronzi, santi e rifugiati. Il caso Riace” (Castelvecchi, 2018, 128 pagine, 14,5 euro). Un’opera che aiuta a conoscere quella particolare realtà del Sud Italia incastonata nel cuore del Mediterraneo e a comprendere meglio ciò che di grande vi accade, in continuità culturale con millenni di storia di quelle terre. E che permette anche di comprendere perché oggi si chiede il premio Nobel per Riace.

 

“IN ARTE DUDU” PER I 70 ANNI DELLA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI UMANI

In occasione del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani (la “Dudu”), firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, esce un libro che ne illustra i 30 articoli attraverso trenta opere di arte contemporanea. Il volume, in formato pocket e pubblicato da ‘Arte per la libertà’ (il festival veneto legato ad Amnesty International), si intitola "In arte Dudu. La Dichiarazione universale dei diritti umani illustrata da giovani artisti italiani”. Disegni e illustrazioni sono stati realizzati da un nutrito gruppo di artisti emergenti da tutta Italia, che hanno voluto regalare un’opera d’arte contemporanea ad ognuno dei 30 articoli della Dichiarazione. Sono Alessio-B, Alessio Bolognesi, Tony Gallo, Psiko, Marco Mei, Federica Carioli, Giusy Guerriero, Alessandra Carloni, Brome, Zentequerente, Artax, Eliana Albertini, Phobos, Anita Barghigiani, Centocanesio, Riccardo Buonafede, Federica Manfredi, Stefano Reolon, Cristina Chiappinelli, Flavia Fanara, Giulia Quagli, Alberto Cristini, Violetta Carpino, Herschel & Svarion, Ivano Petrucci, Camilla Garofano, Miriam Serafin. La maggior parte di loro sono street artist e hanno meno di 35 anni. Ad affiancarli ci sono gli scritti del presidente e del portavoce di Amnesty Italia, Antonio Marchesi e Riccardo Noury, e dei due curatori del libro, Michele Lionello e Melania Ruggini (che sono anche i direttori artistici di Arte per la libertà). Il progetto grafico è di Studioartax. Ad accompagnare il libro c’è, in omaggio, il cd della 21a edizione di “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”, tenutasi a Rosolina Mare lo scorso luglio. Racchiude alcuni dei brani della più recente edizione del festival che unisce musica di qualità e diritti umani con artisti come Brunori Sas e i Pupi di Surfaro (vincitori rispettivamente dei premi per i big e per gli emergenti), Enrico Ruggeri, Med Free Orkestra, Danilo Ruggero, La Malaleche, Mujeres Creando, Eleonora Betti, Giulia Ventisette. Il cd e il libro sono stati prodotti dall'Associazione Voci per la Libertà con il supporto MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. Le due produzioni (che sono in distribuzione nazionale, il libro attraverso Peruzzo Editoriale e il cd attraverso l’Associazione Voci per la Libertà e Amnesty International) saranno protagoniste di una intera giornata a Rovigo, alla Pescheria Nuova, sabato 15 dicembre. Al mattino, alle 10, ci sarà l’inaugurazione di una mostra realizzata con le 30 opere del libro e un Laboratorio didattico per bambini, “Happy Birthday DUDU”, con l’artista Marco Mei. Alle 18.30 sarà la volta delle presentazioni del libro e del cd accompagnate da un concerto acustico di Danilo Ruggero (vincitore del Premio della Critica 2018). Parteciperanno i due curatori del libro, Melania Ruggini e Michele Lionello, e numerosi degli artisti che hanno donato una loro opera.

 

LA FACCIA DELLE STRADE. TOPONOMASTICA GARIBALDINA

Il volume di Alessandro Cartocci “La faccia delle strade. Toponomastica garibaldina: immagini, notizie storiche, curiosità a Villa Sciarra e dintorni” (Innocenti editori), che nel 2016 aveva dato avvio a un affascinante viaggio nella toponomastica garibaldina gianicolense, compreso però allora solo entro il giro delle mura omonime. La seconda parte della pubblicazione – che, con la prima, forma un unico volume – amplia ora di molto l’orizzonte dell’indagine, spingendo lo sguardo fino al quartiere romano di Monteverde Vecchio, prefiggendosi così di soddisfare le tante curiosità degli appassionati di storia locale, che troveranno, assieme alla breve biografia dei personaggi titolari delle toponomastica del quartiere, notizie precise sui fatti che li hanno visti protagonisti. Notizie spesso poco conosciute anche dagli addetti ai lavori, corredate da un’iconografia ricchissima di oltre 250 immagini, molte delle quali inedite. Tra le tante immagini finora sconosciute spiccano ad esempio le foto negli anni dei reduci dei Mille o quelle del bragozzo e dell’equipaggio protagonisti dello sbarco a Magnavacca di Garibaldi, in Romagna, prima tappa della celebre “trafila” garibaldina che nel 1849 salvò l’eroe dei due mondi dalla cattura delle truppe nemiche, dopo la caduta della Repubblica Romana, preservandolo alle future battaglie per la nazione; e con esse un’infinità di rarissime cartoline e medaglie inerenti i fatti descritti. Non un banale stradario, dunque, ma una sorta di diario di viaggio tra appunti, ricordi, considerazioni, aneddoti e rarità storiche con protagonisti i tanti personaggi – una cinquantina – ai quali sono dedicate delle strade. Rarità come la zanna di mammut, riportata dalla Siberia dal romano Venanzi che, di ritorno a Bergamo dopo 10 anni di lavori forzati, la dona al Museo civico dove tuttora è esposta, o come l’illustrazione del modello del “mantello Milazzo o garibaldino” con i consigli per le eleganti signore alla moda, riportata in un giornale del 1860, che evidenzia il carattere piacevole e leggero delle pagine del tempo. Con questo volume, edito per i tipi di Innocenzi Editore, Cartocci ha ideato una gradevole raccolta che ravviva la memoria di personaggi dimenticati, che si propongono ai lettori di oggi con i loro eroismi, i loro slanci patriottici, la loro nobiltà d’animo. Attraverso appunti, ricordi, pensieri e letture, l’autore restituisce volti e storie agli eroi del ’49 i cui nomi non segnano solo le vie del Gianicolo ma anche quelle di altre zone limitrofe, raccontando ancora molto a chi vuole e sa ascoltarle. Alla presentazione del volume, sabato 15 dicembre 2018 al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, interverranno Mara Minasi e i giornalisti Stefano Semeraro e Marco Ravaglioli. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.


VITTORIO DE SICA. L’ARTE DELLA SCENA

Il Centro Sperimentale di Cinematografia e l’Istituto Luce-Cinecittà uniscono le forze per colmare una lacuna: un libro che analizzi la vita e l’arte di Vittorio De Sica, l’uomo di cinema più completo mai esistito in Italia e forse nel mondo (attore, regista, produttore, sceneggiatore, cantante . . . ), concentrandosi non solo sui suoi celeberrimi film ma anche sulla sua importantissima attività teatrale. Un libro del genere non esisteva e ora esiste: è “Vittorio De Sica. L’arte della scena”, l’ha scritto Flavio De Bernardinis e lo pubblicano il Csc e Luce-Cinecittà in collaborazione con Edizioni Sabinae. Il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Istituto Luce-Cinecittà, il premio David di Donatello ed Edizioni Sabinae  organizzano alla Casa del Cinema, martedì 18 dicembre alle ore 18, per la presentazione del volume di De Bernardinis. Saranno presenti l’autore del volume, il presidente del Csc Felice Laudadio, il presidente di Luce-Cinecittà Roberto Cicutto, Emi De Sica (figlia di Vittorio), Andrea De Sica (nipote e regista) e Piera Detassis, nuovo direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano che organizza sia il David di Donatello, sia il premio De Sica. L’incontro sarà moderato da Alberto Crespi, responsabile stampa/editoria/sito web del Csc. Durante la serata, l’attrice Silvia Giuliano leggerà alcuni passi del libro. Prima dell’incontro, alle ore 16.20, sempre alla Casa del Cinema sarà proiettato il film di Vittorio De Sica “Matrimonio all’italiana” (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

 

 

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