AL SISTINA “RUGANTINO” CON ENRICO MONTESANO E SERENA AUTIERI
Un grande classico della romanità e della storia del teatro, uno spettacolo evento con uno dei più importanti attori italiani: per tutte le feste di Natale il Sistina rende omaggio alla propria storia con l'amatissimo Rugantino di Garinei & Giovannini interpretato dal mattatore Enrico Montesano, presentando al pubblico dopo 40 anni l’allestimento storico originale del 1978 con le indimenticabili musiche del Maestro Armando Trovajoli e le scene e i costumi di Giulio Coltellacci. In scena dal 21 dicembre al 27 gennaio 2019, lo spettacolo è stato fortemente voluto dal direttore artistico del Sistina, Massimo Romeo Piparo, per celebrare la tradizione del teatro onorando la memoria dei padri fondatori, Pietro Garinei e Sandro Giovannini. Questa edizione di Rugantino rappresenta dunque un ritorno alle origini davvero imperdibile: rivivere un pezzo di storia del teatro romano, ritrovando tutto il talento di un gigante come Montesano che nell'immaginario collettivo "è" Rugantino. Per l'attore lo spettacolo sarà inoltre l'occasione di riproporre la sua inimitabile ed esuberante interpretazione di una delle maschere più amate da generazioni di spettatori ma anche di festeggiare il suo esordio, quaranta anni fa, sul palco del Sistina, tempio della commedia musicale italiana, di fronte a un pubblico che mai in tutta la sua carriera ha smesso di dimostrargli il proprio affetto. “Come resistere al produttore tentatore che propone a EM52 un classico come Rugantino? Diavolo di un MRP6 dove MRP sta per Massimo Romeo Piparo e 6 sta per le stagioni già accumulate e EM52 sta per il sottoscritto e 52 gli anni di carriera”, spiega con il consueto e inimitabile spirito Enrico Montesano. “Ed eccomi qua con una rinnovata curiosità ed una diversa sensibilità ad affrontare la romana maschera, senza maschera, di Rugantino”, prosegue il mattatore, “Mi incuriosiva reinterpretarlo con una maggiore maturità: Anton Giulio Bragaglia nella sua ‘storia del teatro popolare romano’ dice che Rugantino non necessariamente deve essere giovane e bello. Ahò io ce sto in pieno allora! Altra sfida stuzzicante fare questo Rugantino ‘restaurato’ come si fa con le pellicole di film famosi. Riportarlo ad una freschezza e pulizia originarie nel testo e nella messa in scena. Liberandolo da quelle sovrastrutture poco classiche e meno eleganti. Daje allora con questo nuovo e antico Rugantino: ‘na botta e via! Abbracci e Buon Natale!”. Al fianco di Montesano ci sarà la splendida Serena Autieri, per la prima volta nei panni di Rosetta, ruolo che fu di Alida Chelli. “Credo che Rugantino sia la commedia musicale più rappresentativa della tradizione italiana. Un’opera che ha superato la prova del tempo divenendo un classico, grazie all’immenso talento degli autori e all’audacia della produzione di Garinei e Giovannini”, dichiara l’attrice napoletana, “Rugantino dà il via alla fortunata unione creativa tra Luigi Magni e Armando Trovajoli che ha cristallizzato atmosfere, ambientazioni storiche e personaggi della Roma papalina nell’immaginario comune, rendendoli universali”. “Nelle scelte che faccio ricerco sempre la possibilità di una crescita professionale e so che il personaggio di Rosetta mi arricchirà moltissimo; così altera, riottosa, forte ma allo stesso tempo così dolce, amorevole e femminile”, prosegue Serena Autieri, “Uno dei ruoli più intriganti mai scritti, Rosetta è Roma. A ciò si aggiunge la possibilità di lavorare con un grande Maestro e storico Rugantino, Enrico Montesano. Credo fortemente nella tradizione del Sistina, ora portata avanti con coraggio e capacità da Massimo Romeo Piparo e spero di riuscire a dare un contributo significativo per mantenerla solida. Negli anni ho avuto tante volte il privilegio di cantare diretta dal Maestro Trovajoli. A volte in occasioni pubbliche o private ho cantato con lui al piano Roma nun fa la stupida stasera. Ricordo ancora ogni gesto, ogni ‘sguardaccio’, ogni pausa, i suoi sorrisi d’approvazione e la complicità che si creava. Li porterò tutti in scena nella mia Rosetta”. A interpretare Mastro Titta ed Eusebia, che nel '78 avevano il volto di Aldo Fabrizi e Bice Valori, saranno invece i bravissimi Antonello Fassari, al debutto nel cast di una commedia musicale, ed Edy Angelillo. “Questa è la mia prima in assoluto in una commedia musicale. Mi ritengo fortunato nel debuttare con Rugantino che è tra le migliori commedie mai scritte”, afferma Antonello Fassari, “Oggi Rugantino è un classico del repertorio, il pubblico lo conosce a memoria, ne canta le canzoni, ne apprezza la moderna classicità. Il ruolo di Mastro Titta è divertente e molto impegnativo. È un impegno stimolante. Ogni tanto questo mestiere di attore regala delle sorprese che riconciliano col lavoro. Questa volta è una di quelle”. Edy Angelillo si definisce invece “emozionata e felice di portare la mia Eusebia a Roma, un personaggio che ho cercato di rendere il più vero possibile, una donna ignorante, furba, una donna che si svende a tutti ma con un ‘core gendile gendile, si capitu?”. A Natale dunque il pubblico del Sistina si troverà magicamente trasportato nella Roma del 1800 con una commedia musicale che non invecchia mai, ma che ritrova sempre elementi di attualità: popolare e divertente, amaro e commovente, ironico e nostalgico, lo spettacolo riesce a parlare al pubblico di oggi con i suoi personaggi indimenticabili. E la maschera di Rugantino, il popolano chiacchierone, provocatore e un po' sbruffone ma dal cuore buono che Montesano interpreta magistralmente con il suo estro comico, sa ancora conquistare tutti perché credibile e vera, agli occhi dei romani ma non solo. A rendere unica l'atmosfera le indimenticabili musiche del Maestro Trovajoli, con brani tutti da cantare, da “Roma nun fa la stupida stasera” a “Ciummachella” a “Tirollallero”. (PO / red)
“TUTTA COLPA DEL CUORE” AL TEATRO MARCONI DI ROMA
Dal 27 dicembre al 6 gennaio sul palcoscenico del Teatro Marconi di Roma (viale Guglielmo Marconi 698e) spazio all’amore, ai sentimenti, all’ironia, all’attualità e all’imprevedibilità della vita con la commedia “Tutta colpa del cuore” di Cinzia Berni e Luca Nannini, diretta da Felice Della Corte. In scena lo stesso Felice Della Corte, Tiziana Sensi, Maria Vittoria Argenti, Titti Cerrone, Thomas Santu. Vittorio è docente di criminologia all’università, indomito playboy che non si è mai sposato e per tutta la vita non ha mai frequentato una donna che avesse più di 30 anni. Durante una cenetta romantica con una sua allieva Clelia, ha un attacco cardiaco. A soccorrerlo è proprio la madre della ragazza: Giò; una dottoressa attraente e spiritosa, che accetta con intelligenza ed ironia il passare del tempo. Si divide tra il suo ruolo di madre e la sua professione di medico, da tempo non pensa più a legarsi sentimentalmente . All’inizio il rapporto tra i due è di antipatia reciproca. Presto però Vittorio si scopre attratto da Giò, e si accorge che i suoi sentimenti sono ricambiati. Vittorio è debole e ha bisogno di conforto, Giò è tenera e protettiva. Tra i due nasce una meravigliosa alchimia. Ma il lupo perde il pelo… “Tutta colpa del cuore” è uno spettacolo dove chiunque sia, o sia stato, o sarà innamorato, potrà riconoscersi. Una storia sul tempo che passa e gli innamoramenti che restano. Una commedia sentimentale, ma anche divertente, ironica e attuale. (PO / RED)
"LA BIBBIA RACCONTATA NEL MODO DI PAOLO CEVOLI", APPUNTAMENTI SPECIALI A FIRENZE E A ROMA
Dopo oltre 130 date in tutta Italia che hanno riscosso successo di pubblico e critica, continuano gli appuntamenti in teatro con Paolo Cevoli e il suo spettacolo “La Bibbia - Raccontata Nel Modo Di Paolo Cevoli”, una rilettura in chiave pop del “Libro dei Libri, da tutti conosciuto ma forse non da tutti letto”. Due in particolare gli eventi speciali: il 22 febbraio all’Obi Hall di Firenze e il 25 febbraio al Teatro Brancaccio di Roma. «La Bibbia sembra raccontare un mondo che si perde nella notte dei tempi – racconta Paolo Cevoli - ma per me non è così. Ho scelto di raccontare le storie della Bibbia perché parlano di me, di ognuno di noi. E forse è possibile immedesimarsi con i grandi personaggi di quelle vicende. Adamo, nell'Eden con Eva, che fa la figura del sempliciotto o del "patacca" come si dice in Romagna. Giobbe, il povero Giobbe, colpito da mille sfighe eppur deriso dalla moglie. Abramo che mi ricorda il mio nonno, il babbo del mio babbo. Un patriarca. Davide, piccolo e furbo, che si inventa un modo di ammazzare il cattivo gigante Golia. Nella Bibbia c'è tanto da scoprire. E anche tanto da ridere. Con l'ironia di Dio che quasi sembra un capocomico!» In questo spettacolo, con la regia di Daniele Sala, Paolo Cevoli vuole rileggere le storie contenute nella Bibbia come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che si vuole far conoscere sul palcoscenico dell’universo; una sorta di “Primo Attore” che convoca come interpreti i grandi personaggi della Bibbia e li racconta attraverso un linguaggio ironico e diretto, accessibile a tutti. Non solo teatro, ma anche musica: l’intero spettacolo infatti è accompagnato dai brani interpretati dalle cantanti Daniela Galli, Silvia Donati e Cristina Montanari. Queste tutte le date in programma dello spettacolo, a partire dal 26 dicembre: 26 DICEMBRE – Riccione, 17 GENNAIO – Montagnana (PD), 1 FEBBRAO – Gorgonzola (MI), 8 FEBBRAIO – Varese, 21 FEBBRAIO – Montemarciano (AN), 22 FEBBRAIO – Firenze, 23 FEBBRAIO – Pescara, 25 FEBBRAIO – Roma, 08 MARZO – Jesolo (VE), 09 MARZO – Lodi, 13 MARZO – Argenta (FE), 14 MARZO – Milano, 09 APRILE – Cassano Magnago (VA), 10 APRILE – Cesano Maderno (MB), 11 APRILE – Cesano Boscone (MI). I biglietti sono attualmente disponibili in prevendita presso i singoli teatri. (red)
LELLO ARENA IN “MISERIA E NOBILTÀ”
Da giovedì 27 dicembre a domenica 20 gennaio il Teatro Elseo ospita di Roma (via Nazionale, 183) Lello Arena in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna con Maria Bolignano, Tonino Taiuti, Giorgia Trasselli. In uno scantinato/discarica/sottoscala, mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e rifiuti, tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la sopravvivenza i personaggi di questo nuovo adattamento di Miseria e nobiltà che Melchionna presenta in prima nazionale al Teatro Eliseo, firmando l’adattamento drammaturgico con Lello Arena. Personaggi, quelli di Scarpetta che, nella rivisitazione di Melchionna, trascinano i propri corpi come fantasmi affamati di cibo e di vita, in bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della tradizione, intesa come monito di qualità e giusto equilibrio.‘Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti’, si legge nelle note di regia. E le ombre trovano di nuovo i loro corpi avanzando lentamente quasi a riempire gli spazi bidimensionali di una proiezione del passato, un filmino in bianco e nero, fino a strappare la tela dello schermo gigante e ridare consistenza e spessore umano ai personaggi e alle cose. Tutto intorno restano i brandelli della ‘tradizione’ che ha forgiato il presente e che torna come un monito di qualità e passione. I personaggi sono già tutti presenti, come spettri miserabili, statue classiche fatiscenti, armature o sarcofagi nei quali hanno proliferato come parassiti i ricchi, sempre più ricchi ma sempre più inconsistenti. Si colora dunque di sfumature dark e atmosfere inattese la celebre commedia di Edoardo Scarpetta. Lello Arena giunge perfetto erede di quella maschera tra le maschere che appartenne a Eduardo e ai suoi epigoni. Ancora oggi, tra commedia dell’arte e tragicomica attualità, i personaggi di Scarpetta, privi di approfondimento psicologico, vivono e scatenano il buonumore e le mille possibili riflessioni che l’affresco satirico di un’intera umanità può suggerire. Miseria e nobiltà. Miseria o nobiltà? Una cosa è certa – prosegue il regista – l’una non esisterebbe senza l’altra, così come il palazzo signorile, affrescato e assolato, non starebbe in piedi senza le sue fondamenta buie, umide e scrostate. Un perfetto ecosistema: senza un solo elemento, crolla l’intera ‘architettura’. Un’opera comica, dunque, per anime compatibili con la risata, in attesa del miracolo. ‘E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi?’ In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che... ridere. Tutto vive di nuovo, tutti ci sciogliamo in mille risate, il miracolo accade ancora una volta, e chissà che il sogno presto diventi realtà. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di chi inciampa tra ‘miseria e ... miseria’!
ATTORI&TECNICI IN “IL DIAVOLO CERTAMENTE” TRATTO DAI RACCONTI DI CAMILLERI
Torna sul palcoscenico del Teatro Vittoria di Roma (Piazza S.Maria Liberatrice 10, Testaccio) dopo il grande successo del debutto dello scorso anno, l’opera diretta da Stefano Messina tratta dai racconti di Camilleri: Il diavolo, certamente. Sei passeggeri, sei perfetti sconosciuti, più il controllore, salgono a Palermo sul treno che nella notte li porterà a Torino e s’incontrano nello scompartimento 6 della carrozza 6. Come sempre accade in questi lunghi viaggi, dopo i primi momenti di diffidenza e di silenzio, rotto il ghiaccio, si parla del più e del meno. Il più e il meno di questa lunga notte, però, è assai particolare: è il racconto di alcune strane avventure che sono accadute ai nostri protagonisti, o delle quali hanno avuto notizia. Sono strane perché tutte vertono su un unico filo conduttore: il ‘caso’, la ‘coincidenza’ incredibile; o meglio ancora - come dice Andrea Camilleri dal quale è tratto lo spettacolo teatrale - il ‘Diavolo certamente’ che ci ha messo lo zampino. I racconti, rappresentazioni nella rappresentazione, diventano il pretesto per discutere sull’esistenza o meno del diavolo; e quando tutto sembra risolversi in una negazione di quest’ultimo, arriva il colpo di scena finale. I racconti di Camilleri, magistralmente adattati da Claudio Pallottini e raccolti nello spazio angusto di uno scompartimento di un vagone del treno Palermo- Torino, oltre ad essere irresistibilmente divertenti, sono una riflessione sul caso e sulle coincidenze che ineluttabilmente determinano il senso delle umane sorti. Un evento inaspettato, una fatalità, un appuntamento mancato possono cambiare il senso di tutta una vita. Nel bene e nel male. I cambi di scena rapidi, diventano di volta in volta teatro di un nuovo racconto. Il ritmo è vorticoso, le azioni sono fulminanti. Un girotondo trascinante e vitale, una scrittura beffarda che ha il dono della leggerezza e insieme una contagiosa energia. Andrea Camilleri, certamente. Sul palco troveremo - dal 20 dicembre al 6 gennaio 2019 - Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Sebastiano Colla, Claudia Crisafio, Mimma Lovoi, Chiara Bonome, Valerio Camelin. Regia Stefano Messina.
(21 dic - PO / red)
(© 9Colonne - citare la fonte)