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direttore Paolo Pagliaro

L’amore resta
di Leandro Barsotti

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

L’amore resta <br> di Leandro Barsotti

"L'AMORE RESTA" DI LEANDRO BARSOTTI

L'Associazione Nazionale Italiana Cantanti presenta “L’amore resta” (edito da L'Orto della Cultura), il primo romanzo di Leandro Barsotti giunto alla quinta ristampa: un pomeriggio tra letture, canzoni e meditazione. Appuntamento a ingresso libero giovedì 17 gennaio alle ore 17.30 presso la Biblioteca Vaccheria Nardi di Roma , un incontro sostenuto dall'Associazione Nazionale Italiana Cantanti (al suo trentottesimo anno di attività), sempre più attiva nel sostenere progetti e proposte culturali, educative e sociali. Nel corso dell’incontro Leandro Barsotti presenterà il suo romanzo “L’amore Resta” affrontando i temi cardini del libro: la presenza degli angeli, le anime gemelle, la forza dei sentimenti. "L'essenza de L'amore Resta - spiega l'autore - sta tutta nel titolo; nel fatto che tutto l'amore che nella nostra vita diamo e riceviamo, resta dentro di noi e contribuisce a trasformarci lentamente in quello che siamo, nella consapevolezza che l'amore entra nelle nostre vite per aiutarci a evolvere e a sviluppare i confini della nostra anima. E' nata in me l'esigenza di dare un senso più compiuto all'evoluzione del nostro sentimento, come l'amore riesce a trasformarci con il tempo e a farci diventare delle persone migliori". Durante la presentazione Leandro Barsotti sarà affiancato dall'attore, cantante e musicista Attilio Fontana, artista dallo sguardo sensibile e profondo sull'arte, che eseguirà dal vivo -accompagnato da Franco Ventura alla chitarra- alcuni brani tratti dall’ultimo album “Formaggio”, con un'attenzione alla tematica del libro. Al termine, anche una meditazione guidata sul tema dell'amore condotta dall'autore. Leandro Barsotti, cantautore e giornalista, ha partecipato a due festival di Sanremo e, prodotto da Mara Maionchi, ha pubblicato negli anni Novanta alcune canzoni di successo, tra cui “Mi piace”, “Voglio che mi ami”, “Fragolina”, “Lasciarsi amare”, “Il silenzio dell’anima”. Lavora come giornalista a Padova. “L’amore Resta” è il suo primo romanzo: un romantico giallo in cui il protagonista, diviso tra Milano e l’Africa dove viene ricercato dalla polizia per un equivoco internazionale, vive un profondo cambiamento interiore attraverso una nuova esperienza d’amore. Attilio Fontana, inizia la carriera negli anni '90 come attore di fotoromanzi, e successivamente di cantante come membro del gruppo Ragazzi Italiani, che lascia nel 2000 per cominciare la carriera di solista e di cantautore. Affianca all'attività nel campo musicale quella di attore recitando in film e in varie fiction televisive sia Rai che Mediaset. Nell'autunno 2013 partecipa alla terza edizione di Tale e quale show, talent show di Rai 1 condotto da Carlo Conti da cui esce vincitore. Nello stesso anno pubblica il suo secondo album come cantautore dal titolo "Formaggio". Nel 2014 gli viene conferito il Premio alla voce della musica all'undicesima edizione del Leggio d'oro. Nell'inverno 2016 partecipa, in qualità di "capitano-squadra", alla prima stagione di Pequeños gigantes, talent show per bambini condotto da Belén Rodríguez. Ha da poco terminato lo spettacolo teatrale "Amici, Amori, Amanti" con Pino Quartullo, Daniela Poggi ed Eva Grimaldi.

 

LA CASSA PER IL MEZZOGIORNO E LA POLITICA

L'Italia si sta avviando verso un sistema di autonomie regionali e di decentramento dei poteri e della fiscalità molto accentuati, quello che alcuni osservatori e studiosi hanno criticamente definito la "secessione dei ricchi". Un sistema che nasce dalla pressione autonomista esercitata da alcune regioni del Nord Italia (Veneto e Lombardia in testa) e che ha alla sua origine una presunta questione settentrionale, che surclassa e rimuove quella meridionale. Il presupposto sta in un pregiudizio elevato a sentenza inappellabile secondo cui il Sud è un tutt'uno inestricabile di clientelismo, malavita, carenze infrastrutturali e strutturali tali da costituire un freno insostenibile per la locomotiva del Nord. Uno dei bersagli più gettonati della vulgata del sistema clientelare e assistenzialista del Sud (che per questo non decolla) è stata la Cassa per il Mezzogiorno. Quella Cassa la cui storia viene ricostruita da Luigi Scoppola Iacopini nel libro "La Cassa per il Mezzogiorno e la politica. 1950-1986", (Laterza, 2019, 319 pagine, 20,40 euro). Come risulta chiaro già nel titolo, la storia di questo ente viene ricostruita attraverso i legami che la Cassa per il Mezzogiorno ha intrecciato con la politica e i diversi governi repubblicani in trentasei anni di attività. Una ricerca seria e accurata, in buona parte inedita, che fornisce un profilo non scontato su una istituzione che spesso e superficialmente è stata licenziata come esperienza negativa nella sua interezza. La ricostruzione di Iacopini e le fonti storiche alle quali fa riferimento riportano un po' di giustizia e obiettività, spiegando come almeno nel primo ventennio e fino alla fine degli anni Sessanta, la Cassa ebbe un impatto positivo per il Sud Italia, poiché si dimostrò strumento agile, all'avanguardia per i tempi, di integrazione e valorizzazione delle risorse ordinarie per il Mezzogiorno, in un rapporto sano, positivo e virtuoso con il mondo politico. Il declino si fa via via più evidente all'indomani dell'istituzione delle Regioni, ma è soprattutto negli anni Ottanta che la Cassa finì per manifestare pesanti effetti discorsivi sullo sviluppo del Sud, a causa di quelli che Iacopini considera errori di valutazione della politica, essa stessa divenuta inadeguata e dominante sull'autonomia della Cassa, le cui risorse finivano man mano per essere non più aggiuntive, ma sostitutive di quelle ordinarie dei vari ministeri. Dunque sta lì, nel rapporto istituzione-politica, il vero problema della Cassa e la causa del suo epilogo fallimentare, poiché la Cassa nasce e si dimostra strumento efficace fino a quando una politica cattiva e vorace non ne snatura il ruolo tramutandola in un moltiplicatore dei ritardi e degli handicap del nostro Mezzogiorno.

 

ASCESA E DECLINO DELL’EUROPA NEL MONDO

Che cosa è stata l'Europa e cos'è oggi? Cosa sarà l'Europa di domani e quale il suo ruolo nel mondo rispetto a quello avuto nel passato, remoto o prossimo che sia? Sono domande alle quali possono trovarsi interessanti risposte leggendo il colto libro di Emilio Gentile, "Ascesa e declino dell'Europa nel mondo. 1898-1918", (Garzanti, 2018, 460 pagine, 18,70 euro). Gentile, da storico esperto del periodo contemporaneo e allievo di De Felice, analizza con puntualità le varie epoche dell'Europa nel contesto globale, spiegando come questa sia stata a lungo il centro del mondo, imponendo ovunque la propria supremazia sia con il sapere che con l'organizzazione e l'agire. E individua nella scoperta dei nuovi mondi (Americhe e Australia), insieme alle circumnavigazioni dei continenti, l'inizio di quel cammino di supremazia che raggiunse il culmine circa un secolo fa. In quell'inizio Novecento che aveva generato, con la Belle Époque, forte ottimismo e grandi aspettative, entusiasmo e fiducia nel futuro, tanto da far credere, dopo circa quaranta anni di progresso e pace, che la guerra fosse ormai un pericolo evitabile con la politica e la diplomazia. Entusiasmo e ottimismo che, però, svanirono con lo scoppio della Grande Guerra, la prima a livello mondiale: nel senso che coinvolse tutti i principali paesi del Pianeta, anche se si combatté fisicamente in Europa, là dove aveva preso origine con l'attentato di Sarajevo. Ed è proprio da quel momento che l'Europa comincia a perdere il proprio primato, la propria supremazia mondiale. In un momento in cui, intanto, l'Italia diveniva il vero laboratorio europeo, quello nel quale si palesavano i sintomi di crisi di tutto il Vecchio mondo, nel quale si intravedevano i segnali del declino di una antica e gloriosa civiltà; la più longeva e insieme gloriosa. E di quel periodo lo storico molisano ed esperto di Fascismo, è convinto che paghiamo ancora oggi le conseguenze. E forte di questa consapevolezza, ne scrive con la convinzione che rivedere oggi quel particolare periodo storico, capire a fondo gli eventi che si dipanarono, prendere coscienza del perché accadde ciò che accadde, aiuterà tutti, ma soprattutto le classi dirigenti europee, a comprendere ciò succede oggi, in un momento in cui un'Europa incerta e priva di capacità decisionale, rischia di passare da un periodo (lungo) di declino e di perdita del proprio primato alla definitiva irrilevanza: rischio che può rappresentare un pericolo anche per le sorti dell'intero Pianeta, sicuramente per i principi e i valori incarnati dall'Europa e da ciò che con qualche eccesso di semplificazione viene definita la cultura occidentale.

 

 

IL FASCISMO DALLE MANI SPORCHE

Truffe, tangenti, arricchimenti inspiegabili, legami con la mafia: il fascismo tutto fu tranne che una ‘dittatura degli onesti’. Un regime, che pretendeva di forgiare un ‘uomo nuovo’ e di correggere i mali dello Stato liberale, vedeva in realtà estendersi il malaffare fino ai gangli centrali dello Stato. Un vero e proprio salto di qualità nel rapporto tra politica, corruzione e affarismo che spiega il successo e le rapide fortune personali di alcuni protagonisti di questi anni: dal caso del magnate dell’industria elettrica privata, Giuseppe Volpi, a quello del capo di Stato maggiore Ugo Cavallero. Ma ‘mani sporche’ sono anche quelle di alcuni degli esponenti più importanti del regime come Costanzo Ciano, Roberto Farinacci, Carlo Scorza o il giovane marchigiano rampante Raffaello Riccardi. Pratiche tanto comuni da diventare tragicomiche se guardiamo alle vicende dei ‘pesci piccoli’ a caccia di buone occasioni nelle colonie dell’Africa orientale dopo la conquista dell’Etiopia. Un iceberg, quello della corruzione, di cui Mussolini era pienamente consapevole tanto da dedicare costanti attenzioni al suo occultamento attraverso censura e propaganda. Paolo Giovannini e Marco Palla raccontano “Il fascismo dalle mani sporche”, volume edito da Laterza con il sottotitolo “Dittatura, corruzione, affarismo”. Giovannini insegna Storia contemporanea all’Università di Camerino. Ha studiato la storia sociale della psichiatria, del movimento cattolico e del fascismo. Tra le sue pubblicazioni, La prima democrazia cristiana. Progetto politico e impegno culturale (Edizioni Unicopli 2014), La psichiatria di guerra. Dal fascismo alla seconda guerra mondiale (Edizioni Unicopli 2015) e Un manicomio di provincia. Il San Benedetto di Pesaro (1829-1918) (Affinità Elettive 2017). Palla ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Firenze. Ha studiato a lungo il periodo 1914-1945 e ha pubblicato, tra l’altro, Firenze nel regime fascista 1929-1934 (Olschki 1978), Fascismo e Stato corporativo (Franco Angeli 1991) e Mussolini e il fascismo (Giunti 1993). Ha curato volumi sullo Stato fascista, la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, l’antifascismo a Prato e la storia della Resistenza in Toscana.

 

 

LA COMPAGNIA DELLE ILLUSIONI DI ENRICO IANNIELLO

Per lavorare nella Compagnia delle Illusioni un nome in codice è indispensabile, e quello di Antonio Morra è il più bello di tutti: ’O Mollusco. Dopo una carriera d’attore con un solo ruolo importante – il portiere impiccione della serie tv Tutti a casa Baselice –, a quasi cinquant’anni Antonio Morra vive con la madre e la sorella Maria a Napoli, dove si arrangia dirigendo uno sfizioso gruppetto teatrale amatoriale. Il ragazzo di un tempo, pieno di sogni e forza di volontà, si è trasformato a causa di un terribile evento in un uomo senza capo né coda: perfetto dunque per la misteriosa Zia Maggie, che lo ha attirato nella potente rete segreta della Compagnia delle Illusioni. Così Antonio è diventato ’O Mollusco: l’interprete di mille ruoli diversi che gli permettono di influire sulle vite altrui fino a mutare la realtà, perché “le persone non vedono ciò che è vero, ma rendono vero quello che desiderano vedere”. E solo quando l’illusione avrà sovvertito anche la sua vita, Antonio potrà ritrovarsi. In fondo, come recita una delle regole della Compagnia, “la conseguenza estrema della finzione è la verità”. Dopo lo straordinario esordio con La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Premio Campiello Opera Prima 2015), Enrico Ianniello – una delle voci più sorprendenti del panorama letterario italiano – ci rende spettatori attivi di una commedia agrodolce, ricca di svolte inaspettate, nel romanzo dal titolo La Compagnia delle Illusioni, edito da Feltrinelli.

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