Dieci o secondo alcune fonti undici morti e centinaia di arresti, mezzi pubblici dati alle fiamme, negozi e grandi magazzini distrutti e saccheggiati. È questo il bilancio dei disordini di questi giorni in Cile che hanno portato il presidente Sebastián Piñera a decretare venerdì lo stato d'emergenza e l'esercito a imporre il coprifuoco dalle 19 alle 6 nella capitale e in diverse città.A far scoppiare le tensioni è stato l'annuncio del governo di alzare il costo delle tariffe della metropolitana su cui Piñera ha fatto marcia indietro domenica. "Ho deciso di sospendere l'aumento della metropolitana a Santiago del Cile, cosa che richiederà la rapida approvazione di una legge, fino a quando non avremo concordato un sistema che protegga meglio i nostri concittadini", ha scritto il presidente su Twitter. Ma in Cile il problema rimane ed è costituito dalle forti disuguaglianze sociali: il costo della vita è diventato eccessivamente alto per molte persone che a fatica riescono ad andare avanti in modo dignitoso. Tra gli edifici dati alle fiamme anche quello di Enel a Santiago. La compagnia ha fatto sapere che "verso le 22 un gruppo di ignoti ha attaccato le strutture dell'edificio della compagnia, in particolare la scala d'emergenza. Subito i lavoratori sono stati evacuati e trasferiti in un luogo sicuro, senza che ci fossero persone ferite. Enel è profondamente dispiaciuta per le gravi violenze". Ieri, durante il coprifuoco, il presidente ha parlato in conferenza stampa: "Siamo in guerra contro un nemico potente, implacabile, che non rispetta niente e nessuno". Piñera ha puntato quindi il dito contro chi ha provocato tanti danni in questi giorni proteste e "il cui unico proposito è provocare il maggior danno possibile". Per il presidente si tratta di persone che hanno "un grado di coordinamento, di logistica, proprio di un'organizzazione criminale".
(Cle)
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