Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“Diario di un’infamia”,
presentazione
con Liliana Segre

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“Diario di un’infamia”, <BR> presentazione <br> con Liliana Segre

"DIARIO DI UN’INFAMIA”, PRESENTAZIONE A MILANO CON SEGRE    

Sarà presentato martedì 26 novembre, alle ore 11 nella sala polifunzionale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (Viale Pasubio 5, Milano), alla presenza della senatrice a vita Liliana Segre, “Diario di un’infamia”, il libro voluto da Acque Spa in occasione dell’80° della firma delle leggi razziali italiane. Storie e luoghi pisani con immagini e documenti inediti. Alla presentazione interverranno Bruno Manfellotto - curatore dell’opera assieme a Fabio Demi - il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Maria Mancarella e il presidente di Acque, Giuseppe Sardu. Interverrà anche la scrittrice Helena Janeczek premio Strega 2018. Edito dalla Pisa University Press, “Diario di un’infamia” è un libro che rappresenta un buon esempio sia per il contenuto - in quanto riesce a dimostrare come le storie di una città possano diventare emblematiche e di valenza universale - sia perché contribuisce a divulgare e trasmettere la memoria della barbarie, raggiungendo, grazie alla distribuzione di Acque, persone e luoghi che vanno ben oltre quelli propri dell’accademia, allargandosi e aprendosi ad altri ambiti della società. Nel libro si racconta come la firma, apposta a San Rossore nel 1938, abbia determinato storie come quella del piccolo Guido Cava che all’epoca aveva solo 8 anni e al quale fu impedito di andare a scuola; quella dei coniugi Maria e Francesco Castro il cui amore nasce dopo la tragedia dei campi di sterminio in Germania; quella dell’uccisione di Giuseppe Pardo Roques, capo della Comunità ebraica pisana per arrivare al racconto dell’espulsione di insegnanti e alunni ebrei da tutte le scuole. Per finire con la “Cerimonia del ricordo e delle scuse”, voluta dal rettore dell’Università di Pisa e a cui, nel Palazzo della Sapienza, hanno preso parte tutti i rettori delle università e i rappresentanti delle comunità ebraiche italiane.

 

MUSICA MIGRANTE PASSANDO PER IL MEDITERRANEO

Il blogger e critico musicale Luca D’Ambrosio prosegue il suo viaggio alla scoperta della musica con un nuovo e insolito progetto editoriale a metà strada tra il racconto e il saggio. Si intitola “Musica migrante. Dall’Africa all’Italia passando per il Mediterraneo” (Arcana, 2019) e vede le prefazioni dell’artista africana Angélique Kidjo e del giornalista Valerio Corzani. Prendendo spunto dalle drammatiche testimonianze dei migranti arrivati in Italia all’inizio del terzo millennio, l’autore di questo libro decide di partire alla scoperta delle musiche di un intero continente: l’Africa. È un viaggio narrativo intrapreso con curiosità, entusiasmo e persino un pizzico di incoscienza che, tuttavia, riesce a mettere in evidenza alcuni aspetti umani, storici, culturali e finanche statistici di un universo musicale estremamente vasto e multiforme. È il background di una nuova generazione costretta ad abbandonare la propria terra, giovani africani che hanno attraversato prima il deserto e poi il Mediterraneo nel rischioso tentativo di trovare un futuro migliore, portandosi dietro un bagaglio di suoni e memorie che viaggiano sempre di più sulla Rete. Musica migrante è un libro sui generis che racconta e analizza con semplicità e leggerezza la “musica africana”, fra tradizione e nuove contaminazioni, alla luce di una società e di un mercato discografico sempre più globalizzati e digitali. Luca D’Ambrosio (Sora, 1970) è un blogger con la passione per la musica. Ideatore e responsabile di Musicletter.it e della Targa Mei Musicletter (Premio nazionale per il giornalismo musicale sul web), ha scritto per webzine (Sentireascoltare, Extra! Music Magazine) e riviste (“Il Mucchio Selvaggio”, “Gazzetta Italia”, “La Rivista”). È stato consulente musicale di due programmi radiofonici della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. È membro della giuria delle Targhe Tenco. Nel 2018 ha pubblicato per Arcana La musica, per me.

 

BOOM DI VENDITE PER “LIBRO D’ORO PREVENZIONE” DI PHILIPPE LAGARDE

In Francia il suo nome fa parte della storia. Quella della medicina, ma anche della cronaca. Nel 1988 Philippe Lagarde fu vittima incolpevole di una vicenda giudiziaria che gli costò 45 giorni di carcere. Da una parte gli Ordini professionali di farmacisti e medici che lo accusavano di pratica illegale della Biologia, dall’altra parte migliaia di manifestanti che invadevano strade e piazze di tutte le maggiori città di Francia chiedendo a gran voce la sua scarcerazione. Per lui si mossero l’allora presidente della Repubblica Francois Mitterrand e la parlamentare Ségolène Royal. Dopo l’assoluzione con formula piena, l’Ordine dei Medici francesi fu condannato dalla Corte Europea e Lagarde lasciò la Francia per esercitare e applicare in Italia le sue tecniche tanto fuori dagli schemi quanto efficaci.  Oggi come allora, la parola d’ordine è prevenzione. “La prevenzione si insegna, si impara e la si merita pure”. Scoprire di avere un tumore al seno anche di 1 mm è, secondo Lagarde, la certificazione di uno stato di fatto: “non è prevenzione, è diagnosi precoce”. Prevenire è tutt’altro, è una serie di comportamenti, di regole e di stili di vita tesi a fare sì che quella patologia non si manifesti per nulla. Il che significa guerra aperta ai nostri veri nemici, ai radicali liberi che ci inquinano ogni giorno, presenti nell’aria malsana che respiriamo, ma anche nei cibi che mangiamo. Prevenire è anche integrare l’alimentazione con tutte quelle vitamine, minerali e altre cose buone che perfino nei prodotti biologici non ci sono quasi più, “da quando la terra è stata impoverita da un’agricoltura folle, agli ordini di un’industria e di una grande distribuzione ancora più folli e legate solo al profitto”. Specialista in Oncologia all’Università di Parigi nel reparto del Prof. L. Israel, vincitore del Premio Gustave Roussy, vincitore del Premio per la ricerca, come anche il Prof. Rosemberg (USA), conferito dall'associazione degli ospedali San Giovanni di Dio (Firenze), Lagarde è stato post gradued in oncologia alla Boston University (USA). Ha fondato e diretto fino al 2015, passando poi il testimone alla dottoressa Maria Rosa Di Fazio, il Centro di Oncologia SH Health Service di San Marino. Oggi si occupa di ricerca, divulgazione e formazione. “Il libro d’oro della prevenzione” (Mind Edizioni), composto da 170 pagine al prezzo di copertina di 16,50 euro, a poche ore dall’uscita sta già ottenendo un ottimo riscontro in termini di vendite e visto il crescente interesse, sembra sia solo l’inizio. . .

 

ADRIANO SOFRI RACCONTA IL MARTIRE FASCISTA  

Un maestro siciliano, di solida fede fascista, va a insegnare nella scuola di un paesino sloveno vicino a Gorizia, annesso all’Italia dopo la carneficina della Grande guerra. Ha una giovane moglie, cinque figli e un sesto in arrivo. È uno dei molti convocati a realizzare la “bonifica etnica”, l’italianizzazione forzata di una minoranza renitente. Una sera, all’inizio dell’anno scolastico del 1930, il maestro Sottosanti viene ucciso in un agguato. L’Italia fascista commemora il suo martire. Ma da oltre confine si accusa: infieriva contro i bambini, sputava in bocca a chi si lasciasse sfuggire una parola nella sua lingua madre, lo sloveno. Ed era tisico. Il rumore si spegne presto. Le autorità fasciste sanno che i maltrattamenti raccapriccianti avvenivano davvero, ma l’autore era un altro, il più vicino all’ucciso. I militanti antifascisti sloveni si accorgono di aver commesso un incredibile scambio di persona. Nel libro “Il martire fascista” Adriano Sofri ha ricostruito questa cronaca del 1930, cui lo legano imprevisti fili personali, andando su e giù dai confini. Niente è bello come un confine abolito. Soprattutto quando c’è chi lo rimpiange, e investe in fili spinati.

 

IL MAPPAMONDO DI GIACOMO LEOPARDI

Giacomo bambino ama il mappamondo, l’atlante geografico, le sue carte: luoghi della scoperta, dell’avventura mentale, del sogno. Poi, ventenne, nella canzone “Ad Angelo Mai”, o nello Zibaldone, ne prenderà suo malgrado le distanze; perché “appena gli antipodi si son veduti sul mappamondo, è sparita ogni grandezza ogni bellezza”: svaniscono nel nulla la magia del forse, il “caro immaginar”, l’illusione d’infinito. Fantasmi; ma necessari. E così, intanto, il poeta e pensatore Leopardi continua a percorrere lo sconfinato disegno dei mondi. L’ago inquieto della sua bussola si muove non solo tra il Sud mediterraneo e il Nord europeo, ma anche tra l’Ovest estremo da un lato e un certo Oriente dall’altro. Con l’irradiazione simbolico-conoscitiva che spetta a quello come a questo. “Il mappamondo di Giacomo. Leopardi, l'antico oltre l'antico, un filosofo indiano, il sublime del qualunque” è il titolo del libro di Gilberto Lonardi edito da Marsilio. L’autore ha insegnato letteratura italiana, critica dantesca, storia della tradizione classica all’Università di Verona. Su Manzoni ha scritto L’esperienza stilistica del Manzoni tragico; Ermengarda e il Pirata. Manzoni, dramma epico, melodramma; Manzoni e l’esperienza del tragico; per Marsilio ha curato l’edizione di Tutte le poesie e dell’Adelchi. Ha poi pubblicato, fra l'altro, studi su Leopardi (tra cui L’oro di Omero. L’“Iliade”, Saffo: antichissimi di Leopardi e L'Achille dei “Canti”. Leopardi, «L'infinito», il poema del ritorno a casa) e su Montale (Il Vecchio e il Giovane; Il fiore dell’addio. Leonora, Manrico e altri fantasmi del melodramma nella poesia di Montale; Winston Churchill e il bulldog. La “Ballata” e altri saggi montaliani).

 

 

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