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direttore Paolo Pagliaro

Certamen 1246
al tempo
di Federico II

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

CERTAMEN 1246 DI GIOVANNI CASELLA PIAZZA

Da febbraio nelle librerie e sugli store online “Certamen 1246” di Giovanni Casella Piazza (Besa editrice). Torna l’affascinante personaggio del monaco Ariberto del film thriller Oltre la nebbia - Il mistero di Rainer Merz (2018) di Giuseppe Varlotta. Como, A.D. 1268. Il notaio Aielli fa visita all’abate Ariberto, portando con sé un plico misterioso e uno studente di legge, Zirìolo, protetto del patriarca di Aquileia. Il giovane, su ordine di questi, sarà ospite del monastero e potrà conoscere i fatti avvenuti lì molti anni prima, durante l’aspra contesa tra il soglio pontificio romano e Federico II di Svevia e sui quali era stato imposto il vincolo del silenzio. La sparizione di due giovani monaci prima, e di Zirìolo poi, aprirà le ricerche del notaio Aielli: grazie al ritrovamento dei diari di viaggio del giovane studente, il notaio scoprirà nell’abate un personaggio complesso e fuori dal comune, costretto presto a fare i conti con un passato insospettabile e tormentato. Qualcosa marciva dentro di lui. Un morbo stava avvelenando il suo spirito. Ne era certo. Avrebbe dovuto rifiutare di ricevere il notaio. Non aveva più la tempra di un tempo, che gli permetteva di reagire in ogni frangente, trovando sempre il modo di risollevarsi. L’ottimismo se n’era andato. Ora, se fosse caduto, niente e nessuno l’avrebbe più rimesso in piedi. L’autore è nato a Lugano nel 1949. Economista di formazione, appassionato di storia e medioevo, dopo un periodo iniziale come consulente aziendale, ha spostato i suoi interessi verso il campo del giornalismo e dei media, diventando negli anni direttore di un quotidiano della Svizzera italiana, editore televisivo, sceneggiatore e produttore cinematografico, operatore culturale.

 

 

 BALESTRA ANALIZZA RELAZIONI TRA FAMIGLIA E IMPRESA

Al cuore del sistema produttivo italiano ci sono piccole e medie imprese a conduzione familiare. A differenza di quanto accade quando i protagonisti economici sono soggetti tra loro estranei, nelle famiglie gli interessi vengono influenzati dal regime dei sentimenti. Ma i legami affettivi non conoscono la razionalità propria dell’homo oeconomicus e si basano su valori diversi da quelli che governano l’efficienza produttiva. Nel libro di Luigi Balestra “Business e sentimenti. Dinamiche societarie e realtà familiari” (edito da Il Mulino, in uscita il prossimo 13 febbraio nella collana “studi e ricerche”) si parte dall’analisi diretta di alcuni di questi casi emblematici per approfondire la complessa relazione tra famiglia e impresa, estendendo a una variegata fenomenologia le categorie giuridiche del diritto societario. Vengono perciò offerti spunti di ricognizione sistematica su una dinamica ancora poco esplorata e tuttavia determinante per un paese come l’Italia. Balestra è professore ordinario di Diritto civile nell’Università di Bologna e membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti; fa parte della direzione scientifica delle più importanti riviste di settore. È autore di numerose pubblicazioni nell’ambito del diritto delle obbligazioni e dei contratti, del diritto societario e delle procedure concorsuali, del diritto di famiglia e del diritto dell’informazione (tra le quali, sempre per Il Mulino, “Introduzione al diritto dei contratti” del 2015). (Lam)

 

 

FAKE, COME LA POLITICA MONDIALE HA DIVORATO SÉ STESSA

La retorica seducente dello storytelling è stata scalzata dalla battaglia politica in forma di scambi violenti e brutali sui social networks: la conquista del potere passa per lo scontro, la rottura, le ‘verità’ fatte a pezzi. Ormai viralità e rivalità vanno di pari passo, come virulenza e violenza. Attraverso i protagonisti della politica internazionale, “Fake. Come la politica mondiale ha divorato sé stessa” di Christian Salmon (Laterza, traduzione italiana di L. Falaschi)  racconta come la logica della trasgressione ha distrutto la credibilità e la coerenza del discorso politico. “Un singolare disprezzo della parola, quasi un ribrezzo di fronte alla parola si è impossessato dell’umanità. La nobile fiducia che gli uomini possano l’un l’altro, attraverso la parola e la lingua, convincersi è andata radicalmente persa”. Sono parole che Hermann Broch scriveva nel 1934 e sembrano sintetizzare il quadro politico internazionale ricostruito da Christian Salmon. Siamo passati in pochissimi anni dalle ideologie e dalle grandi narrazioni epocali al trionfo dello storytelling con Obama, Macron e Renzi: una vera e propria arte del racconto della realtà che fa perno sull’emozione. Poi, all’improvviso e fuori di ogni previsione, è esploso un fenomeno nuovo che trova in Trump la sua espressione più piena, ma ha analoghi in tutto il mondo – da Bolsonaro a Salvini, da Orbán a Erdoğan. È il passaggio dalla story allo scontro, dall’intreccio alla trasgressione, dalla suspense al panico. Finiti i racconti capaci di ordinare gli avvenimenti, senza più eroi che fanno la storia, né storie in senso proprio, eccoci catapultati in un tempo in cui la vita politica è ritmata dallo shock.

 

“SAINT X” DI ALEXIS SCHAITKIN

Saint X, di Alexis Schaitkin (Bompiani, traduzione di Milena Sanfilippo), è un romanzo d’esordio teso e inquietante. Alison Thomas ha diciotto anni, è bella, vivace, seducente, e tutti si voltano a guardarla, chi con desiderio chi con invidia, mentre cammina sulla sabbia bianca di una spiaggia caraibica. Sull’isola di Saint X per una lussuosa vacanza natalizia con i genitori e la sorellina Claire, alla famiglia preferisce la compagnia di Edwin e Clive, giovani camerieri del resort dove alloggia: è con loro che spera di vivere finalmente un’avventura notturna da adulta. L’avventura si trasforma in incubo quando la sera prima della partenza Alison scompare: è scivolata fuori dalla sua camera per andare a ballare e non ha più fatto ritorno. Dopo pochi giorni di ricerche il suo corpo senza vita viene ritrovato in una laguna. Tutti gli indizi puntano sui camerieri ma non bastano a incriminarli. Ai Thomas non resta che tornare a casa senza un colpevole, e soprattutto senza una figlia. Ma anche la vita dei due camerieri è segnata per sempre. Dimenticare è impossibile per tutti. Passano gli anni. Claire, ormai una giovane donna, incontra di nuovo Clive alla guida di un taxi a New York: la resa dei conti diventa inevitabile. È tempo di scoprire la verità su ciò che è successo ad Alison e soprattutto su chi è stata davvero quella sorella adorabile e sfuggente. Romanzo d’esordio di fine indagine psicologica, Saint X è un meccanismo perfetto, una caccia all’uomo senz’armi che avvince e trascina fino all’inaspettato, commovente finale.


BORGES E LA STORIA UNIVERSALE DELL’INFAMIA

Simile a un enciclopedista cinese, Borges volle accostare una sequenza di destini tenebrosi come altrettanti “esercizi di prosa narrativa”. Il tono è quello, impassibile, di chi intende “raccontare con lo stesso scrupolo le esistenze degli uomini, siano stati divini, mediocri o criminali”, e ritrovarle tutte in una pura “superficie di immagini”. Ma chi cercasse in questi ritratti dati certi e attendibili si ingannerebbe. Ispiratore occulto è qui Marcel Schwob, che nelle sue Vite immaginarie inventava le biografie di uomini “che erano realmente esistiti ma di cui non si sapeva pressoché nulla”. Procedimento che in Borges si inverte: “leggevo la vita di un personaggio conosciuto e la deformavo e falsificavo deliberatamente secondo la mia fantasia”. Con la sua usuale sprezzatura, Borges definì una volta queste storie “l’irresponsabile gioco di un timido”. Di fatto erano il primo gioiello di una nuova specie di letteratura. Adelphi “Storia universale dell'infamia” di Jorge Luis Borges (traduzione di Vittoria Martinetto e Angelo Morino, con una Nota di Tommaso Scarano).

 

 

 

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