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direttore Paolo Pagliaro

Milano: Canova e Thorvaldsen, primo incontro

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Milano: Canova e Thorvaldsen, primo incontro

La mostra “Canova e Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”, fino al 16 marzo alle Gallerie di Piazza Scala, a Milano, sede espositiva di Intesa Sanpaolo, costituisce, sia sotto il profilo scientifico che per la bellezza delle opere che vi sono riunite, una importante occasione di conoscenza della scultura tra Sette e Ottocento. E’ proposto il confronto, mai prima d'ora tentato, tra i due grandi protagonisti della scultura moderna in età neoclassica e romantica, l'italiano Antonio Canova e il danese BertelThorvaldsen , i due "classici moderni" in grado di trasformare l'idea stessa della scultura e la sua tecnica, creando opere immortali che sono diventate popolari, anche perchè continuamente riprodotte, in tutto il mondo. Grazie alla prestigiosa collaborazione con il Thorvaldsen Museum di Copenaghen e il Mueo Statale Ermitage di San Pietroburgo e all'apporto di prestiti fondamentali concessi da musei italiani e stranieri è possibile ammirare per la prima volta, poste le une accanto alle altre, le statue esemplari dei due grandi artisti.

MILANO: LEONARDO E IL SUO ANTESIGNANO, GUIDO DA VIGEVANO

L’esposizione “Leonardo da Vinci e Guido da Vigevano. Anatomia in figure”, fino al 29 marzo alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, pone a confronto i modi di raffigurazione anatomica di due geni del passato, attraverso le riproduzioni del capolavoro di Guido da Vigevano (1280-1349) “Anothomia designata per figura” (1345) e di alcuni fogli di Leonardo da Vinci (1280-1349) che evidenziano l’evoluzione dei suoi studi sul corpo umano, realizzati tra il 1480 e il 1517 circa. Da alcuni di questi disegni, che appartengono al vasto repertorio anatomico di Leonardo, conservati nelle collezioni della Regina Elisabetta II d’Inghilterra nel Castello di Windsor, sono state ricavate cinque sculture, ideate da Paola Salvi e realizzate da Moreno Vezzoli, con la tecnica tradizionale della ceroplastica, per fare apprezzare la loro precisione anatomica e la bellezza artistica. Completa la mostra il modello ligneo del carro a vento di Guido, ideato come macchina da guerra ma che può essere ritenuto anche la prima auto-mobile della storia. Il percorso espositivo si completa, grazie alla collaborazione di Carlo E. Rottenbacher, docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione ricercatore al Dipartimento di Meccanica strutturale dell’Università di Pavia, con la ricostruzione in scala del carro “a vento” di Guido da Vigevano, modello ligneo derivante dal disegno progettuale contenuto nel Texaurus Regis Francie (1335), un manoscritto che, per la sua epoca, presenta notevoli soluzioni meccaniche e di visualizzazione.

MILANO: LEONARDO E IL SUO ANTESIGNANO, GUIDO DA VIGEVANO

Le figure di Guido da Vigevano - medico e progettista del primo veicolo in grado di muoversi producendo autonomamente l’energia necessaria – e di Leonardo da Vinci sono accomunate dalla stessa intenzione raffigurativa. Se Guido da Vigevano ha provveduto a dare rappresentazione ‘realistica’ al metodo anatomico, un secolo e mezzo dopo Leonardo da Vinci prosegue questo percorso ponendo al centro l’armonia delle forme e la vitalità del corpo umano in movimento. La mostra prosegue idealmente nella sala Federiciana della Pinacoteca Ambrosiana dov’è allestita, fino all’1 marzo, la mostra Leonardo da Vinci e il suo lascito: gli artisti e le tecniche che presenta alcuni disegni originali di Leonardo conservati alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana tra i quali studi anatomici di gambe e la celebre lettera di presentazione a Ludovico il Moro che si legano al tema anatomico e alla progettazione di macchine da guerra.

MILANO: LA FAMIGLIA VISTA DA ELLIOTT ERWITT

Dopo il grande successo ottenuto nei mesi scorsi, la mostra fotografica “ Elliott Erwitt Family” proroga fino al 29 marzo. Un’occasione unica per ammirare al Mudec - Museo delle Culture di Milano, spazio espositivo creato appositamente per raccontare il mondo della fotografia d’autore, i 60 scatti che il grande fotografo americano, oggi 91enne, ha dedicato ad un tema universale, con il suo stile unico, potente e leggero: la famiglia. La collezione, selezionata per Mudec Photo da Erwitt stesso e da Biba Giacchetti, alterna immagini ironiche a spaccati sociali, matrimoni nudisti, famiglie allargate o molto singolari, metafore e finali “aperti”, come la famosissima fotografia del matrimonio di Bratsk. L’esposizione, promossa da Comune di e 24 Ore Cultura, che ne è anche il produttore, vede il contributo di Lavazzail cui calendario Lavazza 2000 “Families- Ritratti intorno al caffè” portava appunto la firma del grande fotografo. Ripercorrendo 70 anni di storia della famiglia e delle sue infinite sfaccettature intime e sociali nel mondo intero, Erwitt offre all’osservatore sia istanti di vita dei potenti della terra (come Jackie al funerale di JFK) sia scene privatissime (come la celebre foto della bambina neonata sul letto, che poi è Ellen, la sua primogenita).

BOLOGNA: SE ARTE E SCIENZA SI DANNO… UNA MANO

La mostra “U.mano - Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà”, aperta al Centro Arti e Scienze Golinelli di Bologna fino al 9 aprile, spazio progettato da Mario Cucinella che per l’occasione viene trasformato in un tempio classico, è dedicata alla mano e sviluppata su più piani di lettura, dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell’universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello. Dalle due grandi installazioni centrali - le mani chiuse e quelle aperte – alla digitalizzazione della mano destra del fondatore Marino Golinelli, dagli atlanti anatomici di Andrea Vesalio ed Ambroise Paré alle settecentesche cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini, dalla mano-cervello alla scultura “aumentata”. Ed ancora capolavori di Giovan Battista Crespi, Mattia Preti, Ludovico Carracci, Guercino, Sebastiano del Piombo e la Madonna con bambino attribuita a Caravaggio. Il percorso conduce quindi il visitatore a un indice michelangiolesco puntato verso il Cielo, reinterpretato da Michelangelo Pistoletto in un “quadro specchiante”. In mostra anche un arto bionico, opera di ingegneria avanzata realizzata dai ricercatori di BionIt Labssrl. E sempre sul fronte di una innovazione che guarda al passato ecco il celebre trattato sul disegno della figura umana di Albrecht Durer le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa. Questo algoritmo è stato applicato per trasformare le dimensioni della mano in frequenze e in rapporti fra esse, ottenendo così i suoi suoni.

TORINO: I LUOGHI DIMENTICATI DI BOTTO&BRUNO

L’opera “The ballad of forgottenplace” è il progetto realizzato dagli artisti torinesi Botto&Bruno (Gianfranco Botto e Roberta Bruno), promosso dalla Fondazione Merz, vincitore della edizione del 2018 del concorso Italian Council ideato dal ministero per i Beni culturali per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo. L’opera entra ora a fare parte delle collezioni dei Musei Reali di Torino, allestita nella barocca Sala degli Stucchi della Galleria Sabauda. Una installazione concepita come una struttura praticabile di grandi dimensioni al cui interno, dalle pareti al pavimento, si dispiega l’immagine di un paesaggio suburbano denso di ossidazioni, macchie e reperti, trasformato in una sorta di dagherrotipo dall’azione del tempo. Al centro dello spazio un libro d’artista di 300 pagine raccoglie una serie di fotografie scattate dagli artisti in 20 anni di lavoro, modificate pittoricamente con la stessa tecnica delle immagini a parete, che testimoniano luoghi scomparsi, alterati e dimenticati.”L’idea di una casa che seppur fragile, diroccata, scelga di proteggere la memoria di questi luoghi perduti – spiegano Botto&Bruno – ci sembra l’unica via per poter costruire le basi per un nuovo e più costruttivo approccio per affrontare le problematiche sull’ambiente”. La collocazione dell’installazione di Botto&Bruno ai Musei Reali rappresenta la tappa conclusiva di un viaggio che lo scorso anno ha raggiunto Atene, Lisbona e Nizza.

FIRENZE: MOSTRA “COSIMO I. SPOLVERI DI UN GRANDE AFFRESCO”

Prosegue fino al 24 marzo la mostra “Cosimo I. Spolveri di un grande affresco”, esposizione d’esordio del nuovo Museo de’ Medici di Firenze che ha sede al piano nobile di Palazzo Sforza Almeni. Curata dall’antiquario e esperto della dinastia Medici, Alberto Bruschi, l'esposizione, che celebra i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I de’ Medici, si caratterizza per la selezione di opere e oggetti provenienti da collezioni private, quindi non musealizzati, e perciò d’interesse ancor maggiore. Una delle opere più importanti espostenel percorso espositivo è il quadro-bozzetto preparatorio di Jacopo Ligozziper il dipinto su lavagna nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dal titolo Bonifacio VIII riceve gli ambasciatori fiorentini, che l’artista terminò nel 1592 e il cui disegno è oggi conservato agli Uffizi. La scena doveva illustrare il momento in cui papa Bonifacio VIII nel 1295, vedendosi attorniato dagli ambasciatori fiorentini che gli rendevano omaggio, esclamò che i fiorentini erano il quinto elemento della Terra, alludendo ovviamente ai quattro elementi costitutivi del cosmo della filosofia presocratica. Solo che Ligozzi pose sul fondo dell’immagine la personificazione della Toscana al centro, affiancata invece che dai quattro elementi, dai quattro continenti, considerando, dunque, anche l'America. Spicca anche il Ritratto di Cosimo I attribuito all’Allori e due reliquie di Pio V, il Papa che incoronò Granduca Toscana nel 1569 Cosimo I, ovvero il Guanto della mano destra di San Pio V con il quale benedisse le truppe della Battaglia di Lepanto e donato a Marcantonio Colonna e poi una Pantofola, unadiquelleche Cosimo dovette baciare il giorno della sua incoronazione granducale. Questa infatti rappresentò il momento di maggior importanza della politica cosimiana in quanto assicurò legittimamente il potere alla famiglia Medici per altri due secoli.

TREVISO: UN FATISCENTE PROMETEO

Alla B#S Gallery di Treviso la mostra "Prometeo" presenta l'installazione Nonèternit, fino al 13 marzo, propone l'“arte d'azione” di GioMontez attraverso un momento di riflessione sulla drammaticità indissolubilmente legata alla esistenza umana. In particolare Nonèternit è stata creata dall’artista nel 2018 assemblando moduli - 24 tubolari in ferro e pannelli di lamiera grecata - che provengono da resti urbani carbonizzati di un incendio sulla via di Pietralata, a Roma, a seguito del recente lavoro di rigenerazione urbana eseguito dall'Atelier Montez nell'area industriale dell'ex Lanificio. L’opera entrerà a fare parte della collezione La Salerniana, nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trapani. “Prometeo - afferma GioMontez - rappresenta il dramma dell'uomo contemporaneo e la rapidissima obsolescenza programmatica delle sue azioni; egli è indissolubilmente legato agli effetti del proprio agire tanto da apparire contemporaneamente Agente e agito. ‘Prometeo’, che in greco antico significa “Colui che riflette prima”, riflette sulle conseguenze prima che una certa azione accada. Dunque lui è consapevole della drammaticità della propria azione ma, tuttavia, la sceglie come condizione necessaria e inalienabile dell'esistenza. Egli è tragicamente legato allo spazio in cui vive”.

(© 9Colonne - citare la fonte)