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CORONAVIRUS, RIVOLTA
NEL CARCERE DI MODENA

CORONAVIRUS, RIVOLTA <BR> NEL CARCERE DI MODENA

“Da fonti di stampa apprendiamo della tragica morte di un detenuto, per cause da accertare, durante la rivolta presso il carcere di Modena. Peraltro, giungono notizie di ulteriori disordini: Bari, Alessandria, Vercelli, Pavia e Padova solo per citare alcune sedi penitenziarie. Contemporaneamente, sempre secondo fonti di stampa, il Ministro Bonafede con un comunicato avrebbe dichiarato che sarebbe tutto sotto controllo e in fase di risoluzione”. Così, Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, ha commenta la tragica notizia della morte di un detenuto presso la casa circondariale di Modena. La rivolta ieri pomeriggio contro le misure restrittive per i colloqui emesse per l'emergenza coronavirus. Un gruppo di detenuti si è barricato dentro la struttura e nella portineria. Il personale del carcere, una ventina di persone fra poliziotti e sanitari, è riuscito a uscire. Due agenti sono rimasti lievemente feriti. Sebbene non causate dalla rivolta - come specificano fonti della amministrazione penitenziaria - si contano tre detenuti morti: due per overdose da stupefacenti ed un terzo appunto per cause in via di accertamento. “A questo punto, stando così le cose, sembra lecito chiedersi dove viva il Ministro Bonafede e, soprattutto, se un Paese come l’Italia, se la Giustizia italiana, se il Corpo di polizia penitenziaria meritino tutto ciò - prosegue De Fazio -. A questo punto facciamo appello accorato al Presidente del Consiglio Conte, cui ci rivolgiamo direttamente e chiediamo di farsi garante della situazione e la convocazione di un incontro urgente su tutte le questioni carcerarie. Perché, è bene dirlo con chiarezza: se è vero – com’è vero – che non si muore di coronavirus, ma con il coronavirus, è altrettanto vero che in Italia si muore di carcere”. (9 mar - red)

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