di Paolo Pagliaro
(23 aprile 2020) Il Comune di Praga fornisce gratuitamente una bicicletta a chi deve spostarsi. In Germania si moltiplicano le piste ciclabili. Alle Mauritius i principali servizi sono disponibili solo su prenotazione. In Slovacchia è obbligatorio l’uso di maschere quando si è fuori casa. Diverse città del Nord Europa hanno introdotto il senso unico per gli spostamenti a piedi, sui marciapiedi e nei parchi, così da impedire che le persone si incrocino col rischio di scambiarsi goccioline di saliva. L’Italia ha adottato norme imitate ora da tutti per evitare che ci si allontani troppo dalla propria abitazione.
In uno studio pubblicato dall’Università di Cambridge sono elencate 275 raccomandazioni per la cosiddetta fase 2, quella della imminente riapertura, quando si tratterà di evitare una seconda ondata di infezioni. Molte, come quelle descritte, sono buone pratiche già adottate nel mondo, altri sono suggerimenti inediti, altri ancora sono semplici richiami al buon senso, come l’invito a evitare strette di mano, baci o abbracci; a continuare a lavorare da casa quando è possibile e a diversificare gli orari quando invece non è possibile.
Ci sono molte indicazioni per la riconversione tecnologica di oggetti e comportamenti. Andranno incentivate le attività senza contatto, sostituendo dunque il touchscreen con il riconoscimento vocale, abolendo gli scanner per le impronte digitali, installando ovunque porte e cancelli automatici, azionando a pedale molte delle funzioni che oggi governiamo con le dita.
Ci sono infine precetti di solidarietà sociale, come fornire un alloggio a chi non ce l’ha.