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direttore Paolo Pagliaro

Virus: l'informatica
tra le armi del Veneto

di Paolo Pagliaro

( 4 maggio 2020) Tra le ragioni per cui il Veneto ha saputo contenere l’epidemia c’è il solido impianto informatico che ha accompagnato e talvolta guidato le decisioni politiche. C’è la consapevolezza di ciò  che la virologa Ilaria Capua va sostenendo da tempo e cioè che solo l’analisi e la condivisione dei big data  consentono  alla medicina di progredire.
 Grazie a una piattaforma di biosorveglianza messo a punto da Engineering, multinazionale italiana dell’informatica, la Regione Veneto ha potuto monitorare ogni singolo aspetto dell’epidemia e soprattutto ha potuto prevederne gli sviluppi.
Il sistema raccoglie dati da fonti diverse: dati aggregati sugli esiti dei tamponi, sui  test sierologici, sul contesto demografico, sulle curve di evoluzione dell’epidemia. Il tutto alimenta una  mappa dei casi positivi navigabile fino all’individuazione del singolo caso. Il sistema tiene sotto controllo  la diffusione del virus tra gli operatori sanitari e nelle case di riposo.  A fronte di un caso positivo è in grado di poter ricostruire i cluster di possibili contagiati, funzione preziosa soprattutto adesso che le attività riprendono e i lavoratori devono essere seguiti e protetti nelle fabbriche e negli uffici.
Il Veneto ha fondato la sua campagna anti-virus sulla legge delle tre T: testare (i casi), tracciare (i contatti) e trattare (i malati). Engineering, fondata 40 anni fa a Padova da Michele Cinaglia e  basata a Roma potendo contare su 12.000 professionisti che Paolo Pandozy guida in dieci Paesi,  è entrata in campo il giorno dopo che a Vo' Euganeo si era  registrato il primo morto per Covid 19 in Italia. Ora alla sua piattaforma, messa a punto da Arianna Cocchiglia, bioingegnera padovana di 35 anni,  si sta interessando mezzo mondo. C’è più freddezza a Roma, dove i processi decisionali sono come sempre complicati e confusi.  

(© 9Colonne - citare la fonte)