Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Bebe Vio,
la forza
dello sport

Ritratti
Una galleria giornalistica di ritratti femminili legati all'Unità d'Italia. Donne protagoniste nell'economia, nelle scienze, nella cultura, nello spettacolo, nelle istituzioni e nell'attualità. Ogni settimana due figure femminili rappresentative della storia politica e culturale italiana passata e presente.

Bebe Vio, <br>la forza <br>dello sport

Diventata, grazie alla sua vitalità e simpatia, un vero e proprio modello non solo sportivo ma di vita, Beatrice Vio, per tutti Bebe, rappresenta una delle eccellenze dello sport italiano. Nata a Venezia il 4 marzo 1997 comincia a praticare la scherma già alla tenera età di 5 anni. Nel 2008 dei forti mal di testa accompagnati da febbre alta la spinsero al ricovero; degente presso la terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova, le venne diagnosticata una meningite fulminante da meningococco di gruppo C. Questa forma di meningite, particolarmente aggressiva, la portò a combatte per la propria vita per giorni. Essendo vittima di necrosi e infezioni diffuse, i medici decisero dapprima di amputarle le gambe sotto le ginocchia e successivamente si rese necessaria anche l’amputazione degli avambracci. Cominciò così un percorso lungo e complicato che vide l’atleta combattere in ospedale per più di sei mesi tra chirurgia plastica e rianimazione. L’anno successivo i suoi genitori decisero di fondare una onlus, la Art4sport, che fornisce ai bambini con disabilità protesi per permettere loro di integrarsi nella società tramite l’attività sportiva. Beatrice sarà la prima atleta ad inaugurare questo progetto.

Passate queste difficoltà che forse avrebbero piegato anche gli animi più forti, la Vio decide di riprendere gli allenamenti dello sport che più amava e nel 2010, dopo aver ricevuto le protesi per tirare di scherma messe a punto dal Comitato Paralimpico e il Centro Protesi di Budrio, torna in pedana. È la prima atleta al mondo a gareggiare con protesi a tutti e quattro gli arti. Continua ad allenarsi con costanza tra Padova Bologna e Roma, potendo contare oltre che sull’aiuto di Alice Esposito e Federica Bertone, sue allenatrici già prima della malattia, anche su due degli allenatori più noti nel mondo della scherma, Fabio Giovannini e Ryszard Zub. Alle Paralimpiadi di Londra 2012 viene scelta come tedofora e quindi incaricata di portare la fiaccola olimpica alla cerimonia inaugurale in veste e in rappresentanza degli atleti paralimpici italiani. Nel giugno 2014 agli Europei di Strasburgo si aggiudica l’oro nel fioretto categoria B, sia individuale che a squadre, e a settembre dello stesso anno vince un altro oro ai Mondiali di Varsavia Under 17. A conferma dei suoi sforzi le viene consegnato il premio come Italian Paralympic Award dal Comitato Italiano Paralimpico. Nel 2015 conquista la medaglia d’oro ai Mondiali di Eger nel fioretto individuale, e nel 2016 conquista il titolo europeo a Casale Monferrato. I risultati più incredibili arrivano proprio quell’anno quando ai XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro vince la medaglia d’oro della prova individuale contro la cinese Zhou Jingjing per 15-7. (red - 14 set)

(© 9Colonne - citare la fonte)