Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Lo Stato ha i soldi
ma non le idee

Lo Stato ha i soldi <br> ma non le idee

di Paolo Pagliaro

(3 agosto 2020) Limes ha scritto che il coronavirus è stato come il ‘colpo di pistola di Sarajevo’. Ha segnato un prima e un dopo: si è passati da un ciclo quarantennale di prevalenza del mercato e dell’iniziativa privata, a una nuova e fortissima domanda di Stato, di protezione, d’intervento pubblico. Peccato che, almeno in Italia, lo Stato non sappia cosa fare, pur potendo finalmente disporre, grazie all’Europa, delle risorse necessarie.
Lo storico Giuseppe Berta, intervistato da Collettiva.it, constata che manca una politica industriale in grado di indicare i settori strategici, definire obiettivi, tempi di realizzazione e coperture finanziarie. “Da parecchi anni – afferma Berta - non leggo un documento governativo con queste indicazioni. Bisognerebbe dire, ad esempio, se l’Italia debba avere un forte apparato manifatturiero o meno, se dobbiamo continuare o no a produrre acciaio e automobili. Altri governi lo fanno, proprio di recente quelli tedesco e francese, mentre noi non entriamo nel merito delle cose: non c’è mai una scelta di politica industriale che, di conseguenza, ci porti poi a indicare specificamente cosa vogliamo”.
Questa vaghezza dei progetti è denunciata anche dal giurista Sabino Cassese, che oggi sul Corriere osserva come nel «programma nazionale di riforma», presentato in Parlamento dal presidente del Consiglio l’8 luglio scorso, le tante belle parole sulla modernizzazione della pubblica amministrazione non siano seguite da alcun impegno “Non una parola su tempi, strumenti, responsabili. Nulla su come dare nuovo impulso alla macchina dello Stato, come scegliere i migliori per la funzione pubblica, come motivare il personale, come riorganizzare i metodi di lavoro, come ridare dignità alla dirigenza”.
Tutte riforme che non costano ma che alla politica non rendono. Anche per questo, osserva Cassese, non si fanno.

(© 9Colonne - citare la fonte)