È morto nella notte Sergio Zavoli. Aveva 96 anni. Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, Zavoli è stato radiocronista, giornalista, narratore, scrittore e volto molto noto del servizio pubblico italiano. Nel 1962 ha creato la trasmissione televisiva “Processo alla tappa”, programma sportivo incentrato sul Giro d'Italia che ha rivoluzionato il modo di trattare lo sport in televisione. Zavoli è stato conduttore e autore di altri programmi molti noti al grande pubblico come “Nascita di una dittatura” (1972) e soprattutto “La Notte della Repubblica” (1989), trasmissione di approfondimento sugli anni di piombo. “A cominciare da oggi, per diciotto sere, ritroverete su questa rete il racconto della prova più drammatica che la società civile e le istituzioni italiane abbiano affrontato in epoca repubblicana. Il racconto abbraccia gli anni compresi tra il '69 e l'89, nei quali furono messi a rischio gli ordinamenti della nostra democrazia, investita da una violenza del tutto nuova, per modalità, tensione e durata – aveva dichiarato nell’introdurre la prima puntata –. La scelta di riproporre il programma è dedicato soprattutto ai giovani e a quanti non hanno vissuto una vicenda conclusa con il tremendo sacrificio di Aldo Moro, segno di un'epoca ancora in cerca di ragioni e convalide”. Vicino al Partito Socialista Italiano, dal 1980 al 1986 ha ricoperto la carica di presidente Rai, mentre dal 2009 al 2013 è stato presidente della Commissione di Vigilanza. Viene eletto senatore dal 2001, nelle liste dell’Ulivo, fino al 2018, quando decide di non ricandidarsi dopo aver passato 17 anni a Palazzo Madama. Per lo "straordinario contributo apportato alla causa del giornalismo italiano", il 26 marzo 2007 la facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata gli ha conferito la laurea specialistica honoris causa in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo. “Laureare in giornalismo il più noto giornalista televisivo italiano: laurea e giornalismo al quadrato – aveva commentato Edmondo Berselli – Una laurea honoris causa in giornalismo a Sergio Zavoli assomiglia a una tautologia”.
“Apprendo dolorosamente della morte di Sergio Zavoli a cui ero legato da amicizia e stima profonde – ha dichiarato l'ex premier Romano Prodi –. Con lui si spegne quella sua vocazione all'informazione senza enfasi, senza retorica, capace di avvicinarsi alla verità attraverso un complesso processo di conoscenza e rigore giornalistico. Nel salutarlo un'ultima volta non intendo tradire la natura autentica della nostra amicizia, ma non posso evitare di pensare, senza retorica, che oggi perdiamo un vero maestro del giornalismo”. “Con la scomparsa Sergio Zavoli l’Italia perde un grande uomo. Ti sia lieve la terra, Maestro”, il pensiero di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, mentre il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha voluto “rendere omaggio alla sua figura con sincera commozione e memore di tanti scambi di idee che abbiamo avuto a Palazzo Madama e a San Macuto dove ha sede la Commissione di vigilanza della Rai”. “Sergio Zavoli è stato un maestro di giornalismo e di cultura – ha ricordato Gasparri –. Ha raccontato l'Italia con originalità, saggezza e competenza. Si è occupato di storia, di politica, di sport. E qualsiasi argomento abbia affrontato lo ha analizzato con sapienza e con grande capacità narrativa. Una solida cultura di base gli ha consentito di svolgere al meglio la sua attività di giornalista e di storico. Dopo un intenso impegno nell'ambito della Rai e al vertice stesso del servizio pubblico radiotelevisivo ho avuto modo di confrontarmi con lui nella sua attività parlamentare e in particolare durante la fase di presidenza della Commissione di vigilanza della Rai. Da Zavoli c'era sempre qualcosa da apprendere”. (5 ago - mag)
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