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Maria Cannata, la custode del debito pubblico

Ritratti
Una galleria giornalistica di ritratti femminili legati all'Unità d'Italia. Donne protagoniste nell'economia, nelle scienze, nella cultura, nello spettacolo, nelle istituzioni e nell'attualità. Ogni settimana due figure femminili rappresentative della storia politica e culturale italiana passata e presente.

Maria Cannata, la custode del debito pubblico

Che anche il debito pubblico avesse bisogno di un angelo custode è cosa che non tutti erano tenuti a sapere prima di scoprire che quell’angelo fosse Maria Cannata. È stata la signora del debito pubblico del nostro Paese per molti anni e sulle pareti del suo ufficio presso il ministero delle Finanze a Roma – raccontano cronache sparse nel mare magnum  degli archivi su web – siede su poltrona di pelle nera, e sui muri qualcuno ha attaccato, oltre alla foto di famiglia, alcune stampe antiche originali; sono cambiali con decorrenza 1850 (nessuno probabilmente può più protestarle). Gestire le passività del secondo debitore più grande tra i paesi industrializzati del mondo e assicurare che l’Italia rimanga solvente, è compito eccezionale e gravoso. Nonostante ciò rassicura chi la intervista che di notte dorme bene anche perché ha visto tempi peggiori di questi (e se lo dice lei, la cosa prende subito un che di rassicurante). Ogni decimo percentuale in meno di debito è per Maria Cannata un trionfo personale che noi tutti non possiamo percepire immediatamente come trionfo per tutti, ma tal è. E come faccia non è semplicissimo da capire, ma ci si può provare. Una cifra enorme da fronteggiare come il nostro debito pubblico lei provvede a pagarlo emettendo carta, ovvero buoni ordinari del Tesoro, buoni poliennali, certificati di credito, in euro, in dollari, tutto quanto possa servire a placare la fame di denaro della macchina dello Stato e sia appetibile per investitori e risparmiatori. La maggior parte del debito è infatti rappresentato da titoli di Stato. Bot, Btp, Cct, Ctz che la signora Cannata sotto la visione del suo capo che poi è Tremonti in persona, emette con cadenza mensile, quindicinale anche, pensando alle esigenze di cassa reclamate dallo Stato. Un meccanismo complesso, un buco che si auto-alimenta e che rischia di risucchiarsi da solo e con lui i risparmiatori e molti dei possibili progetti italiani: scuole, strade, ponti e altre infrastrutture. Perché poi ci sono gli interessi anche. Uno sproposito finanziario che è difficile contenere. “Eppure - dice Maria Cannata intervistata da Corriere della Sera - per ridurre il debito pubblico basterebbe fare tanti begli avanzi primari, regolari nel tempo, come ha fatto il Belgio...”. E poi aggiunge: “In questi anni la gestione tecnica del debito si è affinata tantissimo con strategie che comprendono l'attenzione ai tassi, alle esigenze di rifinanziamento e alle scadenze…Vengono da tutte le parti del mondo a fare stage qui da noi per capire come si fa...”. Bene, essere in così buone mani renderà più tranquille le notti non solo di Maria Cannata, ma anche quelle di tutti gli italiani.

(© 9Colonne - citare la fonte)