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direttore Paolo Pagliaro

Le radici medievali
del negazionismo 

Le radici medievali <br> del negazionismo 

di Paolo Pagliaro

(3 novembre 2020) Su Facebook c’è la più grande rete italiana di scettici del coronavirus. Dicono che l’emergenza è un’impostura dei media manovrati da qualche potenza straniera, che gli ospedali non sono affatto sotto pressione e che chi diffonde l’allarme per un pericolo inesistente mira in realtà a ridurre le nostre libertà. 
La pagina dei negazionisti ha migliaia di iscritti e ospita ogni giorno altrettanti messaggi, come documenta un’inchiesta del settimanale digitale Wired, che ha avuto la pazienza di leggerli. Sono post spesso minacciosi, da qualche tempo anche contro i medici “collaborazionisti”, e talvolta deliranti, come quello del consigliere regionale secondo il quale c’è più probabilità di essere uccisi da un meteorite che dal Covid-19.
C’è da dire che il complottismo, quando si parla di epidemie, non è un’esclusiva della nostra epoca. Lo ritroviamo, ad esempio, tra i protagonisti del libro che Chiara Frugoni ha dedicato alle paure medievali, pubblicato dal Mulino. 
Le paure di cui si occupa la studiosa, in un volume impreziosito da vivaci immagini d’epoca, sono quelle della fine del mondo, della miseria, delle malattie, della peste in particolare, ma anche la paura del diverso e dello straniero. Nonostante l’indice, è un libro tutt’altro che lugubre, è ricco semmai di ironia. 
Quando cominciò a scriverlo, Frugoni non immaginava che si sarebbe trovata a parlare di un passato così prepotentemente presente. Ma spiegandoci come allora si affrontavano mille emergenze, come ci si dannava e come ci si salvava, dalle epidemie ma anche dal complottismo dei predicatori, la storica pisana ci ha regalato un libro attuale perché quel Medioevo è lontano ma gli esseri umani sono ancora gli stessi.

(© 9Colonne - citare la fonte)