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direttore Paolo Pagliaro

Milano riparte
con qualche rimorso 

di Paolo Pagliaro

(11 dicembre 2020) Partendo da via Bocconi angolo viale Bligny questa mattina a Milano è nato un progetto che trasformerà 50 edicole cittadine in altrettanti punti di riferimento per i rispettivi quartieri. Proporranno non solo giornali, ma anche prodotti alimentari e servizi: dalla baby sitter all’ elettricista. Metà edicola, metà drogheria, la nuova piattaforma commerciale si chiama Quotidiana ed è stata promossa dal gruppo Milano Card mutuando il modello parigino. 
Tutto è fermo per pandemia, ma come spesso accade - e come è nella sua indole - Milano si porta avanti. 
Ne parlano due libri appena usciti. Uno – “Milano città aperta” – è firmato dal direttore del quotidiano Milano Finanza, Roberto Sommella. Il quale ricorda che fino a quel maledetto 7 marzo, giorno del lockdown nazionale, non c’era un solo numero o un solo indicatore economico che non mostrasse una città in crescita. Investimenti, talenti, turisti, studenti, viaggiatori, hotel, ristoranti, prezzi. Ora è tutto drammaticamente fermo, ma il libro è un’antologia di progetti, proposte, visioni anche sorprendenti. 
A Milano dedica un capitolo del suo ultimo saggio anche Ferruccio de Bortoli, che per Garzanti ha scritto “Le cose che non ci diciamo (fino in fondo)”. Anche qui c’è molta fiducia nelle capacità di riscatto dei milanesi, ma non c’è trionfalismo. C’è semmai il rimorso per la solitudine in cui sono stati lasciati i più fragili. La metà dei nuclei familiari della città – ricorda de Bortoli - è costituita da una sola persona, nella gran parte dei casi anziana. Alcuni di loro, morti di Covid, sono finiti al campo 87 del cimitero di Musocco, dove sono sepolti i senza famiglia. Quel campo 87 è il lato oscuro della coscienza milanese, come Hart Island, l’isola delle fosse comuni, lo è di New York.

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