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direttore Paolo Pagliaro

Nucleare, incapaci
di gestire le scorie 

di Paolo Pagliaro

In Italia ci sono decine di centri che producono o custodiscono rifiuti radioattivi. Sono le vecchie centrali nucleari di Trino Vercellese, Caorso, Latina e Garigliano , istituti di ricerca, impianti di gestione di rifiuti industriali, centri di medicina nucleare. Da anni ci si propone di sistemare definitivamente i rifiuti radioattivi in un deposito nazionale, all’interno di costruzioni in calcestruzzo armato, che dovrebbero essere coperte da una collina artificiale e impermeabile, così da impedire eventuali infiltrazioni d’acqua. Sogin, la società di Stato incaricata dello smantellamento nucleare, ha selezionato 67 aree in sette regioni.
 Ma la strada per individuare quella più adatta ad ospitare il deposito è impervia. Ieri alla Camera tutti i gruppi che appoggiano il governo hanno votato una mozione che propone nuovi, stringenti criteri di compatibilità ambientale, alza il prezzo delle compensazioni economiche per il comune prescelto, punta su possibili autocandidature e soprattutto mira a prendere tempo. Tempo che l’Italia però non ha più, se è vero – come scrive Wired - che si è vista rifiutare dalla Franciail trasferimento di 13 tonnellate di scorie dal deposito di Avogadro, in Piemonte, proprio per via dell’incertezza sulla costruzione del deposito nazionale. 
L’Italia è l’unico Paese europeo a non avere ancora un deposito unico delle scorie nucleari. Non sono le credenziali migliori per un paese che, esercitando la presidenza del G20, potrebbe presto occuparsi dello sciagurato progetto giapponese di riversare nell’Oceano Pacifico l’acqua radioattiva usata per raffreddare i reattori di Fukushima.

(© 9Colonne - citare la fonte)