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Scuola, Aprea (Fi): bene investimenti su ambienti innovativi e didattica

Roma, 7 ott - “Gli investimenti previsti dal PNRR per rendere la scuola italiana innovativa e sostenibile e con ambienti più idonei per una didattica digitale, al passo con i tempi, è davvero una buona notizia. È giunto il momento di avviare una trasformazione dei luoghi, dei modi e dei tempi dell’apprendimento per tutte le età, puntando su nuovi modelli educativi che consentano flessibilità nell’organizzazione e personalizzazione negli apprendimenti. Fare in modo che i nostri giovani vadano a scuola di futuro significa innanzitutto, infatti, puntare sulla modernizzazione degli edifici scolastici, superando il modello educativo italiano che prevede ancora scuole piccole, vecchie e troppo spesso insicure e che si basa sull’uniformità e la rigidità organizzativa”. Così Valentina Aprea, deputata di Forza Italia, commenta i numeri illustrati oggi in conferenza stampa dal premier Mario Draghi e dai ministri Bianchi e Messa dopo la prima cabina di regia sul Pnrr dedicata a istruzione e ricerca.  “Forza Italia auspica, per questo,  che i copiosi investimenti comunicati oggi dal Governo segnino l’inizio di una necessaria modernizzazione degli edifici scolastici secondo il modello dei Campus, privi di barriere architettoniche e con laboratori STEM e strumentazioni tecnologiche per trasformare le scuole da luoghi dell’insegnamento a luoghi dell’apprendimento sempre più inclusivi – spiega Aprea - Così pure, mettere a disposizione delle giovani generazioni centri sportivi per l’attività motoria e agonistica e centri per la danza, la musica e il teatro consentirà, anche nel nostro Paese, di fare delle scuole veri poli istituzionali di aggregazione sociale, di servizi educativi, di diffusione della cultura scientifica e tecnologica, ma anche di animazione culturale e di promozione sportiva. Questa innovazione dovrà partire dagli asili nido e dal Sud e da tutte quelle aree territoriali che sono tuttora prive di servizi e strutture adeguate ai nuovi standard di qualità educativa. Ovviamente, contestualmente si dovrà lavorare su una nuova generazione di docenti, sempre più tutor e sempre più coach, per guidare i centennials nell’apprendimento attivo e nella realizzazione di compiti complessi. È di tutto questo che la scuola italiana ha bisogno perché le nuove generazioni possano camminare con gambe solide e sguardo al futuro nel terzo millennio”.

(© 9Colonne - citare la fonte)