Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ORIGINI DEL COVID, L’OMS
RILANCIA L’INCHIESTA

L'Organizzazione mondiale della sanità rilancerà l’inchiesta sulle origini del Covid. Lo ha reso noto il direttore delle emergenze dell’Oms, Michael Ryan, spiegando che un gruppo di 26 esperti si occuperà di fornire un “nuovo quadro globale” per gli studi sulle origini dei patogeni emergenti con potenziale epidemico e pandemico Sars-CoV-2 (il virus che causa il Covid-19) compreso. Secondo Ryan, questa potrebbe essere “l'ultima possibilità di comprendere le origini del Covid” in modo collegiale. Sta di fatto che la Cina, dal cui territorio si è mossa l’epidemia, non vede di buon occhio l’iniziativa dell’Oms. Già ad agosto le autorità di Pechino avevano respinto le richieste dell'Organizzazione mondiale della sanità per una rinnovata inchiesta sulle origini del Covid. Questa volta, però, come detto nel mirino degli scienziati non ci sarebbe solo il nuovo coronavirus ma anche il numero crescente di patogeni apparsi negli ultimi anni e che inquietano profondamente la comunità scientifica internazionale. Tra le malattie più temute figurano la sindrome respiratoria mediorientale (Mers), i virus dell'influenza aviaria, Lassa, Marburg ed Ebola.

LA CINA NON CI STA. “L'emergere di nuovi virus che potrebbero innescare epidemie e pandemie è un fatto naturale e, sebbene Sars-CoV-2 sia l'ultimo virus di questo tipo, non sarà quello finale”, ha affermato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Capire da dove provengono i nuovi agenti patogeni è essenziale per prevenire futuri focolai”. Appreso il progetto dell’Oms, Chen Xu, ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha dichiarato che la ricerca sulle origini del Covid non dovrebbe essere “politicizzata”, sottolineando che la Cina ha già ricevuto squadre di studio internazionale due volte e che a questo punto “È ora di inviare i ricercatori in altri luoghi”. (14 OTT - deg)

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